Terza domenica di Pasqua – Luca 24,13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
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Luca ha costruito il racconto dei due discepoli di Emmaus (24,13-35) attorno all’immagine del cammino. Dapprima un cammino che allontana da Gerusalemme, dagli avvenimenti della passione e dal ricordo di Gesù: potremmo dire un cammino dalla speranza alla delusione («speravamo…»), un cammino carico di tristezza («si fermarono col volto triste»). Ma poi – dopo l’incontro con lo Sconosciuto – un cammino di ritorno, dalla delusione alla speranza: «Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme».
L’inversione di marcia è dovuta alla nuova lettura degli eventi che lo sconosciuto ha loro suggerito. Gli eventi sono rimasti quelli di prima (la croce e il sepolcro vuoto), ma ora sono letti con occhi nuovi. Al racconto sottostà una domanda molto importante: come riconoscere il Signore che cammina con noi? Occorre una prima condizione: i due discepoli si allontanavano da Gerusalemme e dalla speranza, però stavano insieme e camminavano pensosi, discorrendo fra loro di ciò che era accaduto, di Gesù di Nazareth e della liberazione di Israele. È questa una sorta di condizione previa. La luce di Dio è per gli uomini che cercano, uomini pensosi e che fra loro discorrono dei veri problemi. A uomini frastornati, o rinchiusi in problemi marginali, anche la parola di Dio ha ben poco da dire.
Ma ritorniamo alla domanda importante: come e dove si può riconoscere il Signore che cammina con noi? Ai due discepoli di Emmaus gli occhi si aprirono quando, seduto a tavola in loro compagnia, Gesù ha compiuto quattro gesti (ha preso il pane, ha ringraziato, lo ha spezzato e lo ha distribuito), che riportano indietro, alla cena eucaristica, alla vita terrena di Gesù (una vita in dono con pane spezzato), alla croce che di quella vita è il compimento.
E riportano anche in avanti, alla vita della Chiesa, al tempo in cui i cristiani continueranno a «spezzare il pane». Spezzare il pane è dunque un gesto, in un certo senso riassuntivo, nel quale si concentrano, sovrapponendosi, le tre tappe dell’esistenza di Gesù: il Gesù terreno, il Risorto e il Signore ora presente nella comunità. Lo spezzare il pane, cioè la dedizione, è sempre la modalità riconoscibile della presenza del Signore: è la modalità del Crocifisso, del Risorto e del Signore glorioso presente nella Chiesa. È questo il tratto che fa riconoscere il Signore Gesù. (B. Maggioni, biblista).

I Sale a Telecupole

Domenica 26 aprile, alle ore 11,00, Telecupole si collegherà con il nostro segnale di youtube e trasmetterà sul suo canale la Santa Messa dalla nostra cappella.
E’ un’occasione per pregare insieme attraverso la televisione. E’ un’occasione per far conoscere a coloro che si collegano a Telecupole i Sale di Cuneo e permettere ai nostri parrocchiani che non usano internet di poter pregare insieme con noi. Domenica 26 non ci sarà la S. Messa alle 10, ma alle 11,00. Pregheremo con le lodi alle 9,45 che saranno trasmesse su youtube Sale Cuneo.

La CEI: indicazioni per andare in chiesa. Una proposta di preghiera in famiglia nella 2ª domenica di Pasqua

Da un comunicato della Conferenza Episcopale Italiana:
A seguito delle comprensibili richieste che giungono dalle Diocesi, la Segreteria Generale, alla luce del confronto quotidiano con la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno, è in grado di comunicare quanto segue.
Quanto alla possibilità per il fedele di recarsi in chiesa per un momento di preghiera personale, si rimanda alla risposta pubblicata nel sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri (15 aprile), che per comodità viene trascritta:
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Ci si può spostare per andare in chiesa o negli altri luoghi di culto?
L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.Nel frattempo, e in vista della nuova fase che si aprirà dopo il 3 maggio, si è a lavoro a contatto con le Istituzioni governative, per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli.
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Qui di seguito trovate il sussidio preparato dalla CEI per la preghiera in famiglia in questa seconda domenica di Pasqua, domenica della Divina Misericordia:
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#ancheiorestoacasa: Il servizio di accoglienza dei senza fissa dimora in oratorio

No, non è l’ennesimo hashtag di questa quarantena, ma il titolo del nuovo progetto che vede i Sale, insieme ad altre realtà del territorio, impegnati nell’accoglienza diurna di un gruppo di persone senza fissa dimora, coloro che comunemente chiamiamo “senza tetto”. Tutti uomini, di età e provenienze molto diverse tra loro, di notte sono ospitati presso il dormitorio della Croce Rossa in via Bongioanni, a due passi da noi.

In un periodo in cui viene ripetuta come un mantra la formula “restate a casa”, è sorta spontanea la domanda: e chi una casa non ce l’ha? Molti dei nostri ospiti se lo sono chiesti sul serio quando, legittimamente, sono stati fermati dalle forze dell’ordine, dal momento che restare “in giro” significa mettere a rischio la propria salute e quella altrui. Insomma, era necessario fare qualcosa, e anche noi dei Sale, quando è stato lanciato l’appello, abbiamo risposto “presenti!”.

La verità è che questa cosa l’oratorio ce l’ha nel suo DNA. Chi, degli oratoriani di ieri e oggi, non si è mai sentito dire che l’oratorio è, prima di tutto, “casa che accoglie”? Chi non ricorda quanti ragazzi senza dimora volle con sé don Bosco a Valdocco?

I nostri “ragazzi” (anche se per ragioni anagrafiche non tutti possono definirsi tali) in questo momento sono sei; arrivano dalla Tunisia, dal Marocco, dal Sudan, dalla Nigeria, dalla Francia e dalla Germania. Per loro apriamo le porte dell’oratorio dalle 12,30 alle 19,30, sette giorni su sette, mettendo a disposizione la sala giovani e il cortile (ormai da più di un mese desolatamente vuoti) e seguendo tutte le misure di sicurezza necessarie.

Per creare davvero una “casa che accoglie”, che restituisca dignità, che faccia sentire sicuri e al tempo stesso liberi (seppur nel rispetto delle poche, ma rigide e chiare, regole), si lavora su un doppio versante: lo spazio e il tempo.

Si è infatti pensato sin da subito ad adeguare (e lo si continua a fare) lo spazio e le strutture, per cercare di soddisfare anzitutto alcuni bisogni primari: ecco dunque la pulizia e la sanificazione quotidiana, una sistemazione che garantisca al tempo stesso la comodità e l’esigenza del distanziamento sociale, la possibilità di riscaldare il pranzo e la cena (che ogni giorno sono portati dalla Caritas diocesana), il necessario per lavare i propri indumenti e, perché no, la possibilità di farsi un caffè o anche solo di avere un bagno tutto per sé.

Ma poi c’è il tempo ed è, in questo caso, il tempo che noi, operatori o semplici volontari, dedichiamo ai nostri ospiti. Tempo che spesso trascorriamo in silenzio, magari durante il riposo, ma sempre a disposizione per ogni esigenza, o che passiamo insieme a giocare a carte o a biliardo, a chiacchierare del più e del meno o a raccontarsi le reciproche vite. Ed ecco che ascoltare le storie, capire i bisogni, metterci a servizio, offrire conforto e vicinanza, farci prossimi, tutto questo rende quel tempo davvero denso e prezioso, quello che fa la differenza in questi strani giorni.

E allora, come per magia, succede ai Sale quello che succede sempre: è il tempo donato all’altro che distingue uno spazio, seppur dignitoso e attrezzato, da una vera “casa che accoglie”.

 

Joy

Pregare in famiglia: l’esperienza del Triduo

Settimana Santa 2020 – Pregare insieme: famiglia di famiglie

“E’ partita la diretta?” “Siamo pronti?” “Allora via … Benvenuti a casa nostra, per pregare insieme e per vivere insieme il Triduo di preparazione alla Pasqua di Resurrezione.”
Una live del tutto speciale è andata in diretta sulla pagina Facebook di Sale Cuneo alle 12:00 di Giovedì, Venerdì e Sabato Santo.
Tutto è nato dall’invito delle Diocesi di Cuneo e di Fossano a celebrare la Pasqua in famiglia: perché la Pasqua non la si assista, ma la si celebri e quindi sia preparata, forse questa volta come mai prima. Per non perdersi nella prova, noi oggi come i discepoli allora.
E partendo da questo invito l’iniziativa si è trasformata in occasione di preghiera tra famiglie: anzi ancora di più. Un’occasione di preghiera nella Chiesa domestica delle nostre case: per ritrovare la dimensione comunitaria e di fraterna accoglienza della nostra Fede.
E così appoggiandosi alla piattaforma della pagina Facebook di “Sale Cuneo”, l’appuntamento delle 12:00 è diventato l’occasione per entrare nella casa di tre famiglie dei Sale che hanno guidato la preghiera seguita on line da altre famiglie della comunità.
La traccia seguita è stata quella messa a disposizione dall’inserto de La Guida di giovedì 2 aprile. Ogni famiglia ha poi riletto gli spunti suggeriti a modo proprio, proponendo una preghiera adattata alle proprie caratteristiche nei segni, nei tempi e nella compartecipazione di tutti. Al centro la Parola, non solo nella lettura e nella meditazione ma anche visivamente presente grazie alla Bibbia aperta al centro di ciascun nucleo famigliare.
La Settimana Santa è stata costellata da importati celebrazioni alle quali abbiamo avuto modo di partecipare spiritualmente dalle nostre case: da quelle della nostra comunità dei Salesiani sino agli appuntamenti con il Santo Padre. In questo contesto, la preghiera delle 12:00 nei giorni del Triduo è stata l’occasione per vivere la preghiera come famiglia di famiglie.

Cristina ed Alessandro

Seconda domenica di Pasqua (domenica della Divina Misericordia) – Giovanni 20,19-31

19 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22 Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28 Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
30 Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31 Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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«Le porte erano chiuse per paura dei giudei»: la paura è un sentimento che il lettore del quarto Vangelo già conosce. C’è la paura della folla che non osa parlare in pubblico di Gesù (7,13). C’è la paura dei genitori del cieco guarito che temono le reazioni delle autorità (9,22). C’è la paura di alcuni notabili che non hanno il coraggio di dichiararsi per timore di essere espulsi dalla sinagoga (12,42). La paura viene sempre dall’esterno, ma se può entrare nel cuore dell’uomo è unicamente perché vi trova un punto di appoggio. Non serve perciò chiudere le porte. La paura entra nel profondo se si è ricattabili per qualche ragione, per esempio per la paura di perdere la vita, anche se, più spesso, si ha paura per molto meno. Ma ora che il Signore è risorto non c’è più ragione di avere alcuna paura. Persino la morte è vinta: di che cosa avere allora paura? «Pace a voi»: anche la pace è un dono del Signore risorto. Ma è una pace diversa rispetto a quella del mondo. Diversa perché dono di Dio e perché va alla radice, là dove l’uomo si decide per la menzogna o per la verità. Diversa perché è una pace che sa pagare il prezzo della giustizia. La pace di Gesù non promette di eliminare la Croce – né nella vita del cristiano, né nella storia del mondo – ma rende certi della sua vittoria: «Io ho vinto il mondo» (16,33). «Si rallegrarono al vedere il Signore»: i discepoli passano dalla paura alla gioia. La gioia, dono del Signore risorto, è una partecipazione alla sua stessa gioia. Non ci sono due gioie differenti, una per Dio e una per l’uomo. Si tratta sempre, in un caso come nell’altro, di una gioia che affonda le sue radici nell’amore. Questa gioia non sta nell’assenza della Croce, ma nel comprendere che il Crocifisso è risorto. La fede permette una diversa lettura della Croce e del dramma dell’uomo. Pace e gioia sono al tempo stesso i doni del Risorto e le tracce per riconoscerlo. Ma occorre infrangere l’attaccamento a se stessi. Solo così non si è più ricattabili. La pace e la gioia fioriscono soltanto nella libertà e nel dono di sé. «Ricevete lo Spirito Santo»: lo Spirito è il testimone di Gesù. Davanti all’ostilità che incontreranno, i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo, allo scoraggiamento: lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, li renderà sicuri nella loro disobbedienza al mondo. I discepoli avranno bisogno di certezza: lo Spirito gliela offrirà. (B. Maggioni, biblista)

Anno nuovo, confratello nuovo!

A partire dal 7 gennaio la nostra comunità salesiana si è arricchita di un confratello! Elvis è con noi a Cuneo per svolgere la tappa formativa del tirocinio (periodo di vita attiva in mezzo ai giovani che si vive tra gli anni di studio della filosofia e quelli della teologia) e per imparare l’italiano. Ecco una sua presentazione.

Presentati brevemente: Mi chiamo Elvis Yuomfaa e ho 32 anni, vengo dal nord del Ghana, precisamente da Nandom.

Raccontaci della tua famiglia?
Io sono il primogenito e ho 3 sorelle e tre fratelli. Alcuni di loro hanno già completato le scuole superiori o l’università e lavorano o sono sposati, mentre qualcuno studia ancora. I miei genitori sono semplici contadini. La mia famiglia è molto bella e sono molto fortunato perché siamo molto uniti. Quando torno a casa loro sono sempre contenti di incontrarmi.

Cosa facevi prima di arrivare in Italia?
Mi trovavo ad Akure, una città della Nigeria. Sono stato due anni lì e ho aiutato nelle attività di Pastorale Giovanile e del prenoviziato, il momento di verifica e accompagnamento dei ragazzi che intendono iniziare il cammino di consacrazione
salesiana. Dopo questi due anni l’ispettore mi ha chiesto di venire in Italia per studiare la lingua per poi continuare gli studi di Teologia.

Sei felice di essere qui in Italia?
Si, per me è una grande occasione perché qui è nata la congregazione salesiana. Sono contento di aver visto i luoghi in cui Don Bosco ha operato, è stato molto emozionante.

Cosa ti affascina dello spirito di Don Bosco?
Il suo amore per i giovani. Questa è la motivazione che mi porta a seguirlo, anche io amo lavorare con i giovani, specialmente i più bisognosi.

Da piccolo cosa sognavi di fare?
Da piccolo sognavo di diventare prete, quindi per me non è una cosa strana seguire don Bosco.

E Cuneo, ti piace?
Sì, mi sembra una bella città e sono stato molto colpito dall’accoglienza dei ragazzi in cortile, mi hanno aiutato ad imparare, sono molto aperti.

Quali sono le differenze tra le case salesiane d’Italia e quelle dell’Africa?
Lo spirito di Don Bosco è uguale, abbiamo lo stesso padre e seguiamo tutti lo stesso spirito di Don Bosco. La differenza sta nell’applicazione dello stile di Don Bosco. La mia esperienza è che i giovani africani sono molto religiosi, in chiesa c’è sempre
qualche giovane. Inoltre, in Ghana è diverso il tenore di vita, ci sono molti ragazzi che non hanno niente. Mi sembra che tra Ghana e Italia ci sia anche una differenza culturale che sto imparando a conoscere gradualmente.

Cosa vuoi dire ai giovani che stanno leggendo quest’intervista?
L’età giovanile è il momento ideale per le nuove esperienze. Vi consiglio di saper cogliere le opportunità che la vita vi offrirà senza mancare di iniziativa e senza lasciarvi vincere dalla pigrizia. La giovinezza è un momento della vita splendido ma che non è per sempre, deve maturare nell’età adulta, e questo posso farlo solo se sarò stato in grado di vivere esperienze positive, e indietro, non si torna mai.

Programma della Settimana Santa/Ottava di Pasqua e sussidi di preghiera

La Settimana Santa e l’ottava di Pasqua ai Sale

Le celebrazioni che noi salesiani faremo non potranno prevedere la partecipazione del popolo, così come indicato dai vescovi italiani. Inoltre il Triduo Pasquale sarà ridimensionato in alcuni segni vista l’impossibilità di celebrare con la comunità. Pertanto vi proponiamo di seguire tramite televisione il Triduo presieduto da Papa Francesco, il quale ci aiuterà a riflettere su questo tempo particolare alla luce del mistero Pasquale. Noi vi siamo vicini con altre proposte formative: al mattino le Lodi mattutine e l’Ufficio delle Letture (una liturgia che aiuta la Chiesa a riflettere sul significato del giorno Santo alla luce della Scrittura), alle 12.00 di ogni giorno del Triduo vi proponiamo di collegarvi con noi per vivere come famiglia la proposta di Celebrazione della Parola indicata dalla nostra Diocesi. Inviteremo una famiglia ad animare la preghiera per tutte le famiglie che si collegheranno. Troverete il testo o sull’inserto della guida o qui di seguito. Il Giovedì Santo alle 21.00 vivremo un momento di Adorazione Eucaristica mentre il Venerdì Santo alle ore 15 pregheremo con la Coroncina della Divina Misericordia e a seguire vivremo il rito della Celebrazione della Riconciliazione, non potendo accostarsi al sacramento della confessione, anche questo indicato dagli uffici della nostra Diocesi.
Se Youtube ci abiliterà (dovremmo avere raggiunto i requisiti richiesti, bisogna attendere che il sistema ci permetta le dirette streaming da dispositivi mobili), sarà possibile seguire le nostre celebrazioni in diretta su Youtube all’interno del canale “Sale Cuneo”. Questo permette di non essere iscritti ai social come Facebook o Instagram e di poter vedere direttamente dal telefonino o dal pc. E’ più semplice la visione anche per chi non è pratico dei social. Quindi diffondete l’invito a iscriversi al canale. Se invece questa funzionalità per qualche motivo non venisse abilitata, continueremo a trasmettere le celebrazioni tramite Facebook e Instagram, così come abbiamo fatto finora.
I giovani dell’Oratorio come ogni anno, ma in modo diverso da tutti gli altri anni, vivranno un Triduo comunitario senza lasciare le loro abitazioni. Avranno delle occasioni di predicazione, di preghiera, di condivisione e di gioco abilmente seguiti dai loro animatori, cercando di vivere ogni momento contemporaneamente, sperimentando così una nuova forma di comunione a distanza.
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Al termine della programmazione oraria troverete i sussidi per la preghiera sopra menzionati preparati dalla Diocesi e pubblicati sulla Guida e altri due contributi, uno contenente una via Crucis per bambini e ragazzi, uno con una riflessione sulla relazione tra malattie e peccato, utile per prepararsi alla Celebrazione della Riconciliazione, il file con la Via Crucis del Papa e il link ai materiali dell’Ispettoria Salesiana per vivere bene il triduo santo in famiglia.
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Domenica delle Palme 5 aprile

9.45: Lodi mattutine; segue la S. Messa.
Non è prevista la benedizione dei rami di ulivo, non sarà possibile ritirare rami di ulivo benedetti da portare a casa.
19.10: adorazione Eucaristica
19.35: preghiera del Vespro
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Lunedì, martedì, mercoledì santo

8.00: Lodi mattutine; segue S. Messa
12.00: adorazione Eucaristica, con la preghiera del rosario
19.15: preghiera del Vespro e buonanotte
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Giovedì santo 9 aprile

8.00: Lodi mattutine; segue l’Ufficio delle letture
12.00: Liturgia in famiglia da casa Pernice
18.00: Messa in Coena Domini presieduta dal Papa trasmessa su Tv2000
21.00: Adorazione Eucaristica
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Venerdì santo 10 aprile

8.00: Lodi mattutine; segue l’Ufficio delle letture
12.00: Liturgia in famiglia da casa Sacchetto
15.00: Preghiera della Coroncina della Divina Misericordia e a seguire la Celebrazione della Riconciliazione
18.00: celebrazione della Passione presieduta dal Papa trasmessa su Tv2000
21.00: Via Crucis presieduta dal Papa trasmessa su Tv2000
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Sabato santo 11 aprile

8.00: Lodi mattutine; segue l’Ufficio delle letture
12.00: Liturgia in famiglia da casa Vasco
21.00: Veglia pasquale presieduta dal Papa trasmessa su Tv2000
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Domenica di Pasqua 12 aprile

9.45: Lodi mattutine
10.00: S. Messa di Pasqua dalla cappellina parrocchiale
dopo le 12.00: Benedizione Urbi et Orbi del Papa trasmessa su Tv2000
19.10: Adorazione Eucaristica
19.35: preghiera del Vespro
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Lunedì dell’Angelo (pasquetta) 13 aprile

9.45: Lodi mattutine
10.00: S. Messa
19.10: Adorazione Eucaristica
19.35: preghiera del Vespro
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Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato dell’ottava di Pasqua

8.00: Lodi mattutine
8.15: S. Messa
12.00: adorazione Eucaristica, con la preghiera del rosario
19.15: preghiera del Vespro
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Sussidi per la preghiera:
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Messaggio dalla nostra Caritas parrocchiale

Cari amici dei Sale,
sono Paola la referente della Caritas Parrocchiale ed approfitto di questa opportunità data da Don Mauro per aggiornarvi sulle nostre attività.
Da oltre un mese il distanziamento sociale e le restrizioni costituiscono per tutti noi un disagio. Purtroppo per molte persone, questi problemi sono aggravati dalle difficoltà economiche. Sempre più spesso il telefono squilla e la richiesta è sempre la stessa: cibo e beni di prima necessità. Molte persone che arrivavano al nostro centro di ascolto avevano lavori saltuari, contratti a chiamata o semplicemente si barcamenavano facendo pulizie ed assistenze. Da un giorno all’altro si sono ritrovate senza entrate, con famiglie numerose da sostenere. Per questa ragione ci siamo attivati con l’acquisto e la distribuzione di 80 buoni spesa a fine marzo e con la consegna, in questa settimana, di oltre 160 borse alimenti, prodotti per la pulizia della casa e personale. Grazie alle offerte della Coldiretti abbiamo arricchito le nostre borse con frutta e verdura, oltre che di un dolce offerto dalla Balocco.
Settimanalmente cerchiamo di contattare le famiglie per sapere in quali condizioni versano, ma soprattutto per scambiare qualche parola e fare sentire la nostra vicinanza. Tutto ciò è possibile anche grazie alla generosità di molti parrocchiani, che in vario modo ci hanno fatto pervenire delle offerte.
Fino ad oggi abbiamo raccolto circa 2500€; con questa somma abbiamo già fatto interventi per evitare ad alcune famiglie il distacco dell’energia elettrica e contiamo di sostenere nelle spese urgenti le persone che in questo momento sono senza reddito. Ringraziamo anche chi ha fatto arrivare alimenti a lunga conservazione (olio, zucchero, tonno, caffè) nella cesta presente in chiesa. In settimana arriveranno colori ed album per far disegnare i più piccoli.
Anche se il momento è particolarmente difficile, cerchiamo di fare del nostro meglio, sopperendo alle necessità primarie di tutti quanti si rivolgono in parrocchia o a noi direttamente.
Consapevoli che questo problema persisterà a lungo, vi ringraziamo anticipatamente per la stima e la fiducia che riponete nel nostro gruppo Caritas e per l’affettuosa vicinanza che ci dimostrate.

PS: chi volesse continuare a sostenere le nostre iniziative può portare un’offerta dentro una busta chiusa con scritto “Caritas” in parrocchia, depositare alimenti a lunga scadenza nella cesta posta in chiesa oppure fare un bonifico sul conto Caritas parrocchiale dei Salesiani. Ecco l’Iban:

IT51G0306909606100000164949
Conto corrente Caritas parrocchiale San Giovanni Bosco Cuneo

Domenica di Pasqua – Giovanni 20,1-9

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3 Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7 e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

La risurrezione di Cristo è il cardine della fede, e proprio per questo le letture liturgiche della Pasqua sviluppano attorno ad essa un’ampia riflessione, che va dal racconto dell’avvenimento (Vangelo) al suo annuncio (Atti degli apostoli) e alle conseguenze morali che ne derivano (il passo paolino tratto dalla lettera ai Colossesi). Gesù non è vivo com’ è vivo un messaggio sempre attuale, o come è vivo un maestro nel cuore dei discepoli. Gesù è veramente risorto. Tanto che il sepolcro fu trovato vuoto (Gv 20,1-9) e le bende e il sudario, piegati con ordine: un indizio che smentisce la diceria di un frettoloso trafugamento del cadavere.
Ambedue i discepoli entrano nel sepolcro e vedono, ma solo del discepolo amato si dice che vide e credette. A che cosa è dovuta questa sua capacità di intuizione? Non si vede altra ragione che questa: è il discepolo che Gesù amava. La comprensione della risurrezione è un dono di Dio.
Nel passo degli Atti degli apostoli (10,34-43) si legge: «Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno». Fra il giudizio di Dio e il giudizio degli uomini c’è un netto contrasto. Le valutazioni di Dio sono capovolte rispetto alle nostre. Gli uomini hanno condannato Gesù, Dio invece lo ha approvato e lo ha fatto risorgere. La risurrezione è un avvenimento che contiene un giudizio. Occorre mutare i nostri criteri di valutazione, il nostro modo di pensare Dio.
Nella seconda lettura Paolo riassume in due imperativi i nuovi comportamenti che il discepolo è chiamato ad assumere: «Cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù». Dunque, il pensiero e la vita, i progetti e l’esecuzione, la coscienza e le scelte. Quali sono le cose di lassù da cercare e le cose di quaggiù da evitare? Qual è la parte di noi che dobbiamo scrollarci di dosso come un vestito logoro e sdruscito? Il vestito da deporre non è la parte corporea che deve essere mortificata per esaltare lo Spirito, né gli impegni del mondo che devono essere abbandonati per ritirarsi nella solitudine. Il vecchio vestito sono i valori illusori, distruttori ed egoistici, soprattutto quell’istinto del possesso che tanto spesso si trasforma in idolatria (Col 3,5). E il vestito nuovo è il superamento delle divisioni che oppongono l’uomo all’uomo, popolo a popolo, razza a razza (Col 3,11). Vestito nuovo sono i sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di pazienza: «Sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente» (Col 3,12-13).