#distantimauniti!!!

Anche se le attività della nostra polisportiva Auxilium Cuneo sono ferme, le atlete e gli atleti non si danno per vinti e hanno trovato il modo di stare uniti a distanza, rallegrandoci la giornata con i loro volti luminosi!!! Senza dimenticare le infaticabili risorse volontarie della Segreteria! Fate scorrere la photo gallery qui sotto e provate a trattenere un sorriso, se ci riuscite!!!

Forza Auxilium!!!!

AVVISO

Carissimi,
purtroppo stiamo tutti sperimentando questo lungo periodo di inattività. Si incomincia a intravvedere un lumicino in fondo al tunnel, ma abbiamo forti timori che ormai la stagione della nostra Sala della Comunità sia irrimediabilmente compromessa.
Appena sarà possibile riaprire il locale daremo le indicazioni su come recuperare la validità dei biglietti già acquistati per gli eventi che sono stati cancellati in queste settimane. Vi chiediamo, comunque, di NON BUTTARE I BIGLIETTI, perchè per poter ottenere il voucher in cambio di essi (come prevede la normativa emessa apposta in queste settimane) dovrete presentarli integri alla cassa della sala.
Speriamo di potervi rivedere tutti al più presto!

Aggiornamenti dai Sale

Ciao a tutti!

Come ci state scrivendo in questi giorni sappiamo di mancarvi parecchio (e la cosa è reciproca) e così eccovi alcune righe di aggiornamento, non solo per mettervi a conoscenza di ciò che accade in casa nostra-vostra, ma per rendervi addirittura partecipi nella forma che vorrete e potrete, sia materialmente sia spiritualmente!

Grazie alla disponibilità di tanti animatori e volontari prosegue il servizio della spesa che non pesa, abbiamo superato le 80 consegne! Grazie a tutti!

Da ieri abbiamo iniziato l’accoglienza di 7 uomini senza fissa dimora. Questi giorni sono duri per tutti, ma immaginate quanto debbano esserlo per coloro che un casa non ce l’hanno… siamo contenti che i Sale, almeno per qualche ora al giorno possano continuare ad essere “casa”! Grazie anche a chi ha dato la disponibilità come volontario, vi contatteremo a breve, lasciateci solo capire come vanno questi primi giorni.

I gruppi formativi MGS dei giovani proseguono il loro cammino attraverso i mezzi informatici e potrete leggere tutto sull’altro articolo!

Anche il catechismo riprende il suo cammino attraverso la disponibilità di tanti catechisti che in mezzo alla confusione e agli impegni di questi giorni non tralasciano questo impegno e non dimenticano i “loro” ragazzi. Ogni annata avrà un suo percorso e una sua andatura, ma per ogni bambino/a e ragazzo/a ci sarà uno spunto adatto per continuare il cammino di conoscenza di Dio e di discepolato con Gesù!

Infine; tutti i venerdì sera continua la conMoltiplicazione della Parola di Dio per i giovani!

Come vedete stiamo cercando di continuare la nostra missione di Casa Salesiana, continuate a sostenere i salesiani e tutti i volontari con le vostre preghiere e grazie anche per l’aiuto materiale che molti di voi stanno dando! A presto!

Lo staff

Nuovo canale Youtube – Sale Cuneo

Come sapete da alcuni giorni ci stiamo mettendo alla prova con le dirette delle celebrazioni liturgiche della nostra comunità religiosa. Ci siamo “specializzati” con alcune applicazioni, come Facebook e Instagram… Non tutti i parrocchiani però si trovano a proprio agio con questi strumenti, così abbiamo deciso di attivare un canale YouTube, Sale Cuneo ovviamente, sperando di agevolare la visione a tutti. Su questo canale però, per poter trasmettere in diretta abbiamo bisogno di superare i 1000 iscritti, quindi chiediamo il vostro aiuto, chi ancora non l’avesse fatto vada subito a iscriversi al canale! Qui:
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Entrando vi accorgerete della presenza di un video già caricato. Eh sì, perchè non ci limiteremo solo a trasmettere le dirette, ma lì potremo salvare e archiviare i video più belli e divertenti del nostro oratorio. La prima clip che abbiamo fatto è un collage di video casalinghi per incoraggiare i ragazzi, i giovani e le famiglie a restare a casa in questo momento particolare del nostro Paese, e lo abbiamo fatto cantando in playback su una canzone degli Eugenio in via di Gioia, Lettera al prossimo. Vi invitiamo ad ascoltarla, è simpatica e profonda.
Inoltre, una volta arrivati a 1000 iscritti al canale riceverete una bellissima sorpresa pensata dalle ragazze e i ragazzi di triennio ma preparata da molti giovani dell’oratorio e non solo!
Restiamo connessi nell’attesa di poterci vedere!
Lo staff

Riprendono i gruppi

A più di un mese dall’ultima volta, in questo invernale inizio di primavera (che rende tutto ancor più surreale), ai Sale sono finalmente ripresi gli incontri per i ragazzi delle superiori, e cioè i gruppi biennio e triennio.

Tranquilli: non abbiamo infranto nessuna legge. Infatti non ci siamo visti in carne ed ossa (e chissà ancora per quanto non potremo farlo), ma con i potenti mezzi di comunicazione che questi tempi, seppur difficili, ci mettono a disposizione. E se da una parte è una grazia poterli adoperare, dall’altra vogliamo rasserenare tutti: anche per noi giovani non è così semplice!

Uno dei nostri motti qui ai Sale è: “Chi non si forma si ferma”. E noi c’eravamo fermati, un po’ per lo sconcerto e lo spaesamento dei primi giorni, un po’ per capire esattamente come muoverci e come organizzarci. Ma adesso abbiamo ripreso, riscoprendo tanta voglia di stare insieme e di confrontarci, e andremo avanti finché potremo.

È stato significativo che i due primi nuovi appuntamenti (martedì 24 e mercoledì 25 marzo) abbiano coinciso con due importanti ricorrenze. Il 24 di ogni mese abitualmente preghiamo Maria con il rosario (e lo abbiamo fatto anche stavolta su Facebook e Instagram, rinunciando purtroppo alla pizzata che tradizionalmente facciamo seguire alla preghiera) e il 25 marzo si celebra in tutta la Chiesa l’Annunciazione del Signore. Il nuovo inizio è stato dunque totalmente sotto lo sguardo e la protezione di Maria, lei “che non si è mai udito che qualcuno sia ricorso alla Sua protezione, abbia implorato il Suo patrocinio e domandato il Suo aiuto, e sia rimasto abbandonato.”

Oltre finalmente a ridere e scherzare di nuovo tutti insieme, ci siamo dedicati al confronto su questa situazione. Non è facile vivere questi tempi, è ancora più difficile saperli leggere. Ciascuno di noi ha scoperto, scavando, grattando sul fondo del proprio cuore, lati finora inespressi di sé, aspetti su cui di colpo siamo stati costretti a crescere. Di tante cose ci siamo detti: “Ah, ma allora si può fare!”, non solo riferendoci alla didattica a distanza, ma anche a quella telefonata ogni tanto a chi vogliamo bene, per chiedere semplicemente come sta, invece del messaggino solo per gli auguri di compleanno. Al tempo stesso, ecco spuntare nuove fatiche, a cui, forse colpevolmente, non eravamo pronti (il silenzio, la solitudine, il tempo in famiglia, il servizio tra le mura di casa, la “noia”).

Siamo stati commossi dai messaggi che l’oratorio di Aleppo, in Siria, continua a mandarci, pregando per noi. Prima d’ora, nessuno avrebbe mai immaginato che anche noi, abituati sin da piccoli a pensare lontane le situazioni di povertà, guerre o epidemie, avremmo potuto essere “dall’altra parte”. Ecco, sentire questi messaggi da una città rasa al suolo dalle bombe, non solo ci fa sentire parte della Chiesa e del mondo come veri fratelli, ma ci ricorda di non abituarci mai al bene, di saperci stupire e ringraziare di ogni piccolo dono, che non esistiamo solo noi e che c’è un mondo là fuori pieno di fatiche e di bellezza. E ci invita ad allenare la speranza, che “non è il vizio dell’ottimista, ma il vigoroso realismo del fragile seme che accetta il buio del sottosuolo per farsi bosco” (A. D’Avenia).

Lo staff

Domenica delle Palme – Matteo 26,14 – 27,66

In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».
30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:
Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge.
32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:
d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire sulle nubi del cielo».
65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».
67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».
69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.
15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».
20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.
33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Su tutte le letture liturgiche di questa domenica campeggia il grande racconto della Passione di Gesù secondo Matteo. Non possiamo certo qui commentarlo in tutte le sue parti, ci accontentiamo di alcune annotazioni sulla crocifissione.
«Se sei Figlio di Dio» (27,40.43.44) come nella tentazione (4,3.6) anche sulla Croce è in gioco la filiazione divina di Gesù. Una filiazione negata e svelata, e che proprio nella ragione per cui è negata mostra la sua novità. Tutti, anche coloro che lo negano, riconoscono che Gesù ha preteso una filiazione che si è espressa nella totale consegna alla volontà del Padre, non in concorrenza con essa. Gli stessi sacerdoti dicono, citando il Salmo 22: «Ha confidato in Dio» (27,43).
Il verbo greco adoperato da Matteo dice l’obbedienza fiduciosa, l’abbandono, l’atteggiamento di chi pone la propria vita nelle mani di un altro Il tempo perfetto dice, poi, la stabilità: Gesù ha sempre, in tutta la sua vita, posto la propria fiducia in Dio. Porre la propria vita nelle mani di un altro è la manifestazione più alta della dipendenza. Così Gesù ha espresso la sua coscienza di essere Figlio: non nella ricerca e nell’affermazione di una grandezza concentrata su se stesso, rivendicata in concorrenza col Padre, ma in una grandezza tutta sospesa all’ascolto del Padre, tutta rivolta al Padre. La filiazione di Gesù rinvia al Padre.
I sacerdoti dunque, senza volerlo, manifestano la profonda verità di Gesù. E mostrano intuizione legando insieme la sua fiducia nel Padre e la sua pretesa di essere Figlio (27,43). Sbagliano però il modo di guardare la Croce. Per loro è il momento in cui il Padre deve – se davvero è suo Padre! – rispondere alla fiducia del Figlio, venendo in suo soccorso. Invece è il momento in cui il Figlio mostra tutta la sua fiducia nel Padre. Il Padre risponderà, ma dopo.
Gesù muore sulla Croce assaporando sino in fondo l’abbandono. Ma appena morto la prospettiva si rovescia. La luce scaturisce solo dopo che le tenebre divennero più fitte (27,45). Due segni testimoniano che la morte di Gesù è salvezza. Il primo è il velo del tempio che si lacera (27,51), il secondo è il riconoscimento della filiazione divina di Gesù da parte dei soldati pagani (27,54).
Il giudizio dei passanti e dei sacerdoti era, dunque, falso. La lacerazione del velo del tempio è una risposta alla derisione dei passanti: il tempio è davvero finito e una prospettiva nuova si apre. E il riconoscimento dei soldati è una risposta alle derisioni dei sacerdoti.
Gesù è davvero il Figlio di Dio – proprio perché è rimasto sulla Croce anziché scendere – e mentre i giudei lo rifiutano, i pagani lo riconoscono. I pagani vedono ciò che i giudei non vedono. (B. Maggioni, biblista)