Ascensione del Signore – Matteo 28,16-20

Dal vangelo secondo – Matteo 28,16-20
16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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Luca negli Atti degli Apostoli racconta il fatto vero e proprio dell’Ascensione in una sola riga (1,9): «Fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo». Preferisce soffermarsi sui discepoli, che chiedono al Signore: «È’ questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Gesù li rimprovera. Il tempo è nelle mani di Dio. E questa certezza deve bastare: il resto è trascurabile curiosità. L’importante è un’altra cosa: «Mi sarete testimoni a Gerusalemme… fino agli estremi confini della terra». Compito dei discepoli è di testimoniare dovunque il loro Signore. Non sono i popoli che arrivano a Gerusalemme, ma sono i discepoli che sono inviati verso i popoli. E non ci sono confini, luoghi vietati, popoli o uomini al quale il Signore non debba essere testimoniato.
Anche un secondo atteggiamento dei discepoli è rimproverato: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». I discepoli guardano in alto, e invece sono invitati a guardare in terra, fra le gente. L’attesa del Signore non va vissuta separandosi, nel chiuso di una comunità di eletti, ma nel mondo. E veniamo al passo evangelico. «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Mt 28,18): con queste parole Gesù afferma la sua signoria universale. Egli è il Signore di tutto e di tutti, e perciò deve essere annunciato a tutti e dappertutto.
Dire che Gesù è il «Signore di tutto» significa affermare, in altre parole, che Egli dà senso a tutte le cose. «Andate e fate discepoli»: la missione suppone un incarico. Non si annuncia Gesù a nome proprio, tanto meno si annunciano pensieri propri, ma soltanto «tutto ciò che Egli ha comandato». Il discepolo deve annunciare nella più assoluta fedeltà. Il suo annuncio deve nascere da un ascolto.
La missione esige una «partenza»: andate. Il discepolo non aspetta che la gente del mondo si avvicini: è lui che va incontro a loro alla gente. «Fate discepole tutte le genti»: l’espressione è carica di tutto il significato che «discepolo» ha nel Vangelo. Non si tratta semplicemente di offrire un messaggio, ma di instaurare una relazione. Il discepolo si lega alla persona del Maestro e si impegna a condividere il suo progetto di vita. «Sarò con voi fino alla fine del tempo»: è questa la grande promessa, che dà al discepolo la forza di svolgere la sua missione. Il cristiano non confida in se stesso, nella propria fede o nelle proprie capacità, ma nella presenza del Signore. (don B. Maggioni, biblista)
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Chiusa la nostra “cattedrale” di via Coppino

Come avete sentito tra gli avvisi di domenica scorsa, la comunità salesiana e il consiglio pastorale parrocchiale radunato sabato 9 maggio hanno deciso di chiudere definitivamente la chiesa succursale di via Coppino, definita amabilmente da don Mario Cattanea, la “nostra cattedrale”.
Già da alcuni anni il consiglio pastorale ha avviato il discernimento sul tenere o meno questo luogo di preghiera. Ora le nuove indicazioni inerenti alla materia della tutela della salute per la prevenzione del Covid19 hanno accelerato la decisione finale.
Certamente è un pezzo di storia della nostra comunità che si chiude iniziata da don Borello, poi portata avanti da tutti i salesiani che si sono succeduti come don Roggia, don Pietro Pellegrino, don Pomero… Ha aiutato tante persone a crescere nella fede, nella preghiera, nell’attenzione agli anziani e agli ammalati di quella porzione di territorio della nostra parrocchia.
Nella valutazione complessiva, oltre alle norme Covid19, hanno pesato anche questi fattori: il numero esiguo dei partecipanti alle messe feriali, l’età media alta degli stessi, l’onerosa sostenibilità economica (€890,00 al mese di affitto più le utenze) con l’aggiunta delle mancate offerte di questi mesi e la difficile prospettiva di un eventuale tempo di ripresa, l’oggettiva difficoltà di garantire una presenza significativa di noi sacerdoti nei tempi e nei modi che la succursale richiede.
Come consiglio pastorale ci siamo presi l’impegno di riflettere insieme per individuare nuove modalità per andare incontro a chi vive “la periferia geografica o esistenziale” dalla nostra comunità, come gli anziani, gli ammalati, le persone sole, insomma, tutte coloro che non possono o non riescono a sentirsi parte della comunità parrocchiale. Sono bene accolte proposte e suggerimenti. Ringrazio di cuore tutte le persone che dal 1973 hanno dedicato tempo, passione, affetto a questa cappella e alle persone che l’hanno frequentata, in particolare, ringrazio coloro che in questi ultimi tempi hanno condiviso con noi la conduzione di questa realtà pastorale e che ora vivono con maggiore tristezza questa decisione.

Norme da rispettare per l’ingresso nella nostra Chiesa Parrocchiale

  • La capienza massima di questa chiesa è di 200 posti
  • Si possono occupare soltanto i posti indicati con il contrassegno rosso cominciando da quelli più vicini all’altare
  • Quando tutti i posti contrassegnati saranno occupati l’accesso verrà interdetto e si potrà seguire la Messa dall’esterno, in cortile.
  • Durante le celebrazioni non si può stazionare in piedi fuori dei posti indicati
  • Nei giorni feriali vanno occupati i banchi:
    • lato cappella per la S. Messa delle 7.00;
    • lato via Gobetti quella delle 8.30.
    • lato cappella quella delle 18.00.
  • I fedeli che partecipano alle celebrazioni devono indossare la mascherina che copre naso e bocca
  • Non è consentito partecipare alle celebrazioni con sintomi influenzali o con temperatura corporea pari o superiore a 37.5° C
  • Non è consentito partecipare alle celebrazioni a chi sia stato in contatto  con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti
  • La Comunione Eucaristica si riceve rimanendo in piedi al proprio posto, solo sulla mano

Corso animatori…in corso

Lo abbiamo rincorso, adesso è in corso.

Stiamo parlando del Corso con la C maiuscola, e cioè il Corso Animatori, che tradizionalmente ha luogo tra marzo e aprile ed è la prima boccata di aria estiva ad entrare in circolo nei polmoni delle ragazze e dei ragazzi delle scuole superiori.

Saltata, per evidenti motivi, la sua versione diocesana, che avrebbe coinvolto tutte le parrocchie, il Corso Animatori pensato qui ai Sale ha preso il via lo scorso 28 aprile e continuerà fino a fine maggio, sfociando poi nella preparazione più pratica di quelle che saranno le attività dell’estate 2020 (e tutti gli animatori hanno in cuore la speranza che una qualunque forma di attività si possa svolgere!).

Ovviamente, ciascun ragazzo è in collegamento da casa sua con il gruppo dei suoi coetanei e con i formatori (diversi per ogni serata). Accanto ad essi, la figura del tutor di “annata” (cinque, dal 2001 al 2005) segue il gruppo e i suoi componenti durante tutto il percorso. I temi trattati vanno dalle motivazioni di un animatore all’assistenza salesiana, dalla comunicazione al sistema preventivo di don Bosco. Bellissimo il momento finale in cui ci si ritrova tutti e 80 su un’unica piattaforma on line per la preghiera e gli immancabili avvisi di don Alberto.

Si diceva che non si sa cosa sarà dell’estate che verrà. Per questo è ancora più significativo vedere così tanti iscritti al Corso Animatori dei Sale; ragazzi che, comunque, in questi mesi di “lockdown”, non se ne sono stati con le mani in mano. Molti hanno contribuito al servizio di commissioni a domicilio “La spesa che non pesa” o alla distribuzione delle cosiddette borse viveri su tutto il territorio parrocchiale. I più grandi non si sono tirati indietro dal volontariato con i senza fissa dimora accolti in oratorio tutti i pomeriggi. Senza dimenticare gli impegni di studio e le nuove dinamiche familiari nate in questi mesi.

Il voler intraprendere adesso, “al buio”, il Corso Animatori non risponde dunque soltanto all’esigenza di socialità tipica dei giovani: c’è un desiderio profondo di “essere” animatori, e non semplicemente “fare” gli animatori. E per noi significa esserlo come avrebbe voluto don Bosco, non avendo paura di continuare a sognare in grande, per il futuro più o meno immediato; pensando in continuazione, anche adesso, ai bambini e ai ragazzi che fisicamente (e chissà per quanto) non riusciremo ad incontrare; affidandoli e affidandoci al Signore e, in questo mese di maggio, in particolare a Maria, la nostra mamma del cielo.

L’animazione ha segnato e continuerà a segnare ciascuno di noi, per vivere sin da ora, nel mondo, da buoni cristiani e onesti cittadini. Per noi essere animatori è una scuola di vita: ci insegna anzitutto l’attenzione ai più piccoli, in particolare i più poveri ed emarginati, e poi che il bene va fatto bene. Per questo ogni anno si ripete, con o senza Coronavirus, la bellissima tradizione del Corso Animatori.

 

Joy

Indicazioni della Diocesi per la celebrazione delle Liturgie

Il Vescovo Piero Delbosco ha promulgato un Decreto generale che applica nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano il Protocollo sanitario sottoscritto tra CEI e Governo italiano

Capienza massima per i luoghi di culto, igienizzazione al termine di ogni liturgia, obbligo di mascherina per i fedeli partecipanti, ripresa di tutti i Sacramenti in piena sicurezza sanitaria: ecco le norme perché in ogni chiesa si possa di nuovo celebrare con il popolo. Per mezzo del Decreto generale appena promulgato il Protocollo sanitario sottoscritto il 7 maggio scorso tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo diventa normativo nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano: ogni eventuale altra indicazione data finora, come pure le personali interpretazioni del Protocollo CEI, sono sostituite dalle disposizioni qui contenute.

Spetta ai parroci e ai rettori di chiese verificare l’applicazione di queste norme, riprendendo di conseguenza a celebrare con il popolo a partire da lunedì 18 maggio, con la gradualità che riterranno necessaria, chiarendo eventuali dubbi interpretativi con l’aiuto dei Vicari generali.

Il testo è stato trasmesso per conoscenza anche al Prefetto di Cuneo perché informi in merito le pubbliche autorità del territorio.

In data 7 maggio 2020 il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il Presidente del Consiglio dei ministri, insieme al Ministro dell’Interno, della Repubblica Italiana hanno firmato un Protocollo d’intesa per una ripresa in sicurezza sanitaria delle celebrazioni con il popolo nei luoghi di culto.

Pertanto con il presente Decreto generale, revocando ogni altra disposizione contraria data durante l’emergenza sanitaria nei mesi di marzo e aprile 2020, stabilisco che da lunedì 18 maggio 2020 nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano possano riprendere le celebrazioni liturgiche e sacramentali con il popolo nei luoghi di culto, nei modi determinati dai rispettivi legali rappresentanti, con la gradualità che essi riterranno opportuna e nell’osservanza delle seguenti norme.

Norme generali per i legali rappresentanti dei luoghi di culto

  1. I parroci, per le chiese parrocchiali e succursali, i rettori delle altre chiese e comunque chi ha la legale rappresentanza degli enti a cui appartengono i luoghi di culto – d’ora in poi qui tutti indicati come «legali rappresentanti» – sono responsabili della ripresa in sicurezza sanitaria delle celebrazioni sacramentali e liturgiche all’interno di tali luoghi: di conseguenza essi determinano le modalità di questa ripresa, compatibilmente con l’applicazione nei singoli casi delle norme date in questo Decreto.
  2. Nel dubbio sulla corretta applicazione delle norme seguenti, i legali rappresentanti consultino il Vicario generale competente.
  3. È opportuno non utilizzare per le celebrazioni i piccoli luoghi di culto dove l’applicazione delle norme seguenti risulta poco praticabile: in questi casi si può, in alternativa, valutare la celebrazione all’aperto, nelle vicinanze, se le condizioni ambientali permettono una liturgia raccolta.
  4. Il legale rappresentante deve comunicare ai fedeli con appositi cartelli posti all’ingresso dei luoghi di culto le prescrizioni stabilite dalle norme seguenti: in particolare quelle che riguardano il distanziamento sanitario e la capienza massima del luogo di cui all’art. 7, ma soprattutto le norme per i fedeli di cui agli artt. 13-15.
  5. La corretta ed integrale applicazione delle norme di questo Decreto tutela il legale rappresentante nel sostenere le responsabilità civili e penali in materia di sicurezza sanitaria nei luoghi di culto di cui è competente.

Norme per i luoghi di culto

  1. L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio che negli spazi annessi, come per esempio le sacrestie.
  2. Nel rispetto della normativa sul distanziamento sanitario tra le persone, ogni luogo di culto ha una capienza massima, determinata in modo preciso e prudenziale dal legale rappresentante tenendo conto della distanza minima di sicurezza tra i singoli posti di fedeli e ministri che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.
  3. L’accesso ai luoghi di culto è contingentato e regolato, quando necessario, con l’aiuto di collaboratori che, muniti degli opportuni dispositivi di protezione individuale e di un evidente segno di riconoscimento, favoriscono l’entrata e l’uscita, vigilando sul numero massimo di fedeli consentito.
  4. Al fine di garantire quanto stabilito dagli artt. 7 e 8, è opportuno predisporre dei segnaposto non asportabili da apporre sui banchi che indichino la distanza di sicurezza da mantenere, evidenziando i posti da occupare da parte dei fedeli; a titolo di esempio: su un banco di tre metri possono sedersi solo due fedeli, alle estremità, mentre nel banco che precede e che segue solo un fedele al centro; analogamente, dove ci sono sedie, queste vanno distanziate una dall’altra di almeno un metro, sia lateralmente che frontalmente.
  5. Per favorire un accesso ordinato ai luoghi di culto, nel rispetto della distanza di sicurezza sanitaria, si utilizzino gli ingressi disponibili, a seconda dell’afflusso previsto e, quando necessario, distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita; durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.
  6. Per l’igienizzazione dei luoghi di culto non è necessario l’intervento di ditte specializzate, in quanto non è prescritta la sanificazione certificata; pertanto si intensifichi la consueta pulizia, assicurando che dopo ogni celebrazione, mentre si favorisce il ricambio dell’aria, i posti occupati dai fedeli e dai ministri siano rapidamente trattati con un prodotto adeguato, mentre gli oggetti utilizzati, in particolare i microfoni, siano disinfettati, secondo i consigli dati dall’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto delle Curie diocesane.
  7. Agli ingressi dei luoghi di culto, mentre le acquasantiere continuano a rimanere vuote, siano resi disponibili liquidi igienizzanti con erogatori pratici ma anche rispettosi del necessario decoro.

Norme per i fedeli che partecipano alle celebrazioni

  1. I fedeli che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni sono invitati ad igienizzarsi le mani e sono tenuti ad indossare sempre la mascherina protettiva che copre naso e bocca.
  2. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali o comunque quando la temperatura corporea è pari o superiore ai 37,5 gradi Celsius; così pure l’accesso è interdetto a chi sia stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
  3. Anche nel contesto di questa emergenza sanitaria, si favorisca, per quanto possibile, l’accesso ai luoghi di culto dei fedeli diversamente abili, prevedendo spazi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni secondo la normativa vigente.

Norme per le celebrazioni liturgiche e sacramentali

  1. Per favorire il rispetto del distanziamento sanitario prescritto nelle celebrazioni è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri: tutti devono comunque tenere la distanza minima di sicurezza di almeno un metro laterale e frontale, anche in presbiterio.
  2. Nelle celebrazioni non può riprendere il servizio liturgico dei cori: si possono prevedere alcuni cantori, oltre all’organista o a chi suona un altro strumento adatto, rigorosamente distanziati; non si distribuisca ai fedeli il libretto dei canti.
  3. I sacerdoti che presiedono e i ministri nell’esercizio del loro ufficio non sono tenuti ad indossare la mascherina protettiva, salvo quando distribuiscono la Comunione eucaristica ed amministrano i Sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli Infermi; sono inoltre tenuti ad indossare i guanti monouso trasparenti o di colore bianco quando distribuiscono la Comunione eucaristica e devono compiere le unzioni sacramentali prescritte.
  4. Si riprenda la celebrazione con il popolo dei Battesimi, con le solite modalità comunitarie, eventualmente adattate per tenere conto dell’accesso contingentato e regolato al luogo di culto.
  5. Fino al 30 settembre 2020 non potranno essere celebrate la Confermazioni dei ragazzi che concludono il percorso dell’Iniziazione Cristiana e le Prime Partecipazioni dei fanciulli alla Mensa Eucaristica, come pure le Prime Confessioni dei fanciulli; fatto salvo che il periodo proprio di queste celebrazioni rimane il tempo di Pasqua, per cui sarà opportuno valutare con le famiglie interessate la possibilità di rimandarle all’anno 2021, una loro diversa programmazione potrà comunque essere fatta a partire dal 1 ottobre 2020, seguendo le indicazioni che gli uffici competenti delle Curie diocesane daranno a inizio settembre, anche considerando l’evoluzione dell’emergenza sanitaria e, per le Confermazioni, gli orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana.
  6. Riprendendo la celebrazione con il popolo dell’Eucaristia, i parroci e i rettori di chiese valutino se aumentare il numero delle Messe festive nei periodi in cui si preveda una maggior affluenza di fedeli, al fine di rispettare la capienza massima dei luoghi di culto di cui all’art. 7, limitatamente a questo tempo di emergenza sanitaria.
  7. Lo scambio del segno della pace nella Messa, di per sé facoltativo, va omesso sempre.
  8. La raccolta delle offerte dei fedeli all’offertorio della Messa può essere fatta utilizzando ampie sacche con bastone lungo almeno un metro e mezzo, in modo che i collaboratori addetti alla questua, muniti degli opportuni dispositivi di protezione individuale, possano operare mantenendo la distanza di sicurezza sanitaria ed evitando che le mani dei fedeli tocchino le sacche; altrimenti, con le medesime precauzioni, si raccolgano le offerte in appositi contenitori all’uscita, senza però creare assembramenti.
  9. Nella Messa fino al momento della Comunione la patena, le pissidi e il calice con il pane ed il vino devono rimanere sempre coperti, ad esempio con le «animette», oppure, per le pissidi, con idonei coperchi, comunque nel rispetto del necessario decoro.
  10. Il sacerdote che presiede la Messa igienizza le mani all’offertorio, non all’altare ma presso un tavolino laterale, con idonei strumenti in modo che il lavabo rituale diventi una vera e propria azione igienica; gli altri ministri della Comunione eucaristica igienizzano le mani allo stesso modo durante il canto dell’Agnello di Dio, prima della distribuzione.
  11. È opportuno che i fedeli ricevano la Comunione sempre al proprio posto; tuttavia quando sono pochi, ad esempio nei giorni feriali e nelle piccole comunità, si può permettere la processione all’altare per la Comunione, nel rispetto della distanza di sicurezza sanitaria, secondo le disposizioni date dal legale rappresentante per ciascun luogo di culto: in ogni caso sacerdote e ministri, indossati mascherina protettiva e guanti monouso, offrono il Pane eucaristico soltanto sulla mano che i fedeli porgono nei modi previsti, evitando il contatto fisico.
  12. Si riprenda la celebrazione con il popolo dei Matrimoni, con le solite modalità, eventualmente adattate per tenere conto dell’accesso contingentato e regolato al luogo di culto; per quanto riguarda la preparazione canonica, il valore del certificato del battesimo e dell’esame dei nubendi, di cui agli artt. 7 e 10 del Decreto generale della Conferenza Episcopale Italiana del 5 novembre 1990, può essere esteso oltre i sei mesi nel caso in cui la celebrazione delle nozze sia stata rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, a discrezione del parroco che ha svolto l’istruttoria matrimoniale, a cui lo stato libero e le intenzioni dei nubendi devono continuare a constare oltre ogni ragionevole dubbio.
  13. Il Sacramento della Penitenza con la confessione individuale sia amministrato, indossando la mascherina protettiva, in spazi ampi ed areati, che consentano il pieno rispetto sia della distanza di sicurezza sanitaria che della riservatezza a protezione del sigillo sacramentale.
  14. L’Unzione degli Infermi sia amministrata indossando mascherina protettiva e guanti monouso, singolarmente e senza prevedere celebrazioni comunitarie, in ospedale soltanto dai cappellani, avvisato il personale sanitario.
  15. Riprendendo la celebrazione delle Esequie in chiesa, sempre con il corpo del defunto, salvo in singoli casi il Vescovo diocesano conceda di farle dopo la cremazione, le usanze locali di accompagnare processionalmente il feretro dalla casa o dalla posa fino alla chiesa e di qui fino al cimitero rimangono sospese.
  16. Tutte le processioni e manifestazioni esterne che possono causare assembramenti rimangono sospese; nel rispetto delle norme di questo Decreto sono ammesse tutte le altre forme di celebrazione e preghiera comunitaria, anche le Veglie per i defunti in un luogo di culto, preferibilmente evitando di farle nelle case private.
  17. La Messa crismale verrà celebrata nella Chiesa Cattedrale di Fossano giovedì 28 maggio alle ore 10, con tutte le precauzioni prescritte. Gli olii benedetti saranno distribuiti presso le Curie diocesane di Cuneo e di Fossano a partire da mercoledì 3 giugno 2020.

Tali disposizioni sono promulgate, in virtù dei cann. 8§2 e 13§1 del Codice di diritto canonico, con la pubblicazione sui siti internet ufficiali delle Diocesi di Cuneo e di Fossano ed entrano in vigore lunedì 18 maggio 2020, nonostante qualsiasi cosa contraria.

Cuneo – Fossano, 11 maggio 2020

+ Piero Delbosco

Vescovo di Cuneo e di Fossano

Pregare il S.Rosario in famiglia

Il 6 maggio 2020 il Rosario è stato guidato dai Lovera, i nostri vicini, e dai Siani, la mia famiglia. Noi viviamo in via Cascina Colombaro e già da qualche anno organizziamo il Rosario in cortile, con l’immancabile buffet di dolci e stuzzichini al termine della serata (ormai siamo famosi per questo!).

Le nostre famiglie, molto legate, hanno collaborato anche questa volta per portare avanti la tradizione e  condividere un momento di preghiera con il resto della comunità: in questo periodo non sono molte le occasioni per “stare” vicini, ma il mese di maggio, con il Rosario, permette di “essere” vicini e sostenersi a vicenda nonostante la distanza.

I preparativi hanno coinvolto ogni singolo membro delle famiglie. Gli adulti hanno scritto riflessioni ed intenzioni e hanno allestito l’angolo del giardino destinato alla statua di Maria; io, mio fratello Gabriele e la nostra vicina Elena ci siamo esercitati continuamente a suonare il canto finale con chitarre e flauto. Un altro ruolo di noi più piccoli è stato quello di leggere i brani prima di ogni mistero, che ci siamo divisi con cura. Purtroppo però, pochi minuti prima dell’inizio del Rosario, ha cominciato a piovere a dirotto: abbiamo spostato la statua della Madonna dal grazioso cantuccio che le avevamo preparato davanti alla pianta di rododendro all’atrio di casa Lovera. Il momento di preghiera è stato impreziosito dalla presenza del quadro di S. Domenico Savio, la cui ricorrenza cade proprio il 6 maggio, e dal video conclusivo di don Riccardo, un sacerdote missionario in Liberia nonché zio di Irma Lovera.

Aldilà dell’inclemenza del tempo, è stato un momento che ci ha arricchito e ci ha fatto del bene, poiché ci siamo ulteriormente uniti nella cooperazione.  Guidare il Rosario da casa nostra è stato un ottimo modo per metterci al servizio della comunità: abbiamo donato un pezzo della nostra intimità familiare, quindi del nostro mondo, affinché le altre persone riuscissero a pregare meglio e ad avvicinarsi di più a Maria.

W le FMA di Cuneo!

Quattro Figlie di Maria Ausiliatrice a Cuneo ricche di anni, aperte al dono! Felici di accogliere piccoli gesti di gratitudine e di affetto

Oh qual sorte! Siamo
“Figlie Di Maria Ausiliatrice”
“Salesiane di D. Bosco”;
Oh qual sorte più felice?

Incomincia così l’inno delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La musica è del Cardinal Cagliero, primo vescovo e cardinale salesiano. Le parole sono di Sr Felicina Fauda che scrisse nel 1913-14 quando era ispettrice del Piemonte, stimolata forse dalla imminente ricorrenza della nascita di D. Bosco. Questo canto esprime bene la gioia di essere monumento vivo della riconoscenza di D. Bosco  a Maria Ausiliatrice.
Nella festa della nostra Madre Maria Domenica Mazzarello, oggi 13 maggio 2020, questo inno ha in noi F.M.A. in questo momento così particolare del coronavirus, una risonanza particolare.
La scuola dell’infanzia e l’oratorio sono chiusi. Da più di due mesi non si sente più il vociare allegro dei bambini. Le aule, il cortile, tutto tace. Tutto è immobile? Non c’è più vita? Non c’è più missione? Assolutamente No.
Anzitutto curiamo e intensifichiamo la preghiera. Davanti a Gesù, in adorazione portiamo tutte le ansie e le angosce dell’umanità. Parliamo a Gesù dei nostri bimbi, delle famiglie, dei giovani. Imploriamo luce per i nostri governanti. Lodiamo e ringraziamo per i tanti “santi della porta accanto” che hanno dato la vita: medici, infermieri, sacerdoti, religiosi e religiose..
E poi, come tutti, ci siamo rimboccate le maniche e anche se con fatica, proprio a imitazione della nostra madre che per poter far sentire la sua vicinanza alle suore missionarie in America, in Francia e in Sicilia a 35 anni ha imparato a scrivere cerchiamo di imparare a comunicare con Instagram, Facebook, Zoom, Meet, ecc…..
Usando questi mezzi, le maestre tengono i contatti con i bambini e le famiglie attraverso brevi ma significativi video, anche noi facciamo sentire la nostra vicinanza alle famiglie e ai bambini usando gli stessi strumenti.
Accogliendo le sollecitazioni creative dei nostri fratelli salesiani, collaboriamo alle varie iniziative rivolte ai parrocchiani e in particolare ai giovani. Grazie a WhatsApp comunichiamo con le famiglie e con i bambini.

Ci commuovono le manifestazioni di affetto, le attenzioni premurose che riceviamo. C’è chi entra dal portone, sempre aperto, e lascia un pacchetto di biscotti: “Mi mancate tanto!” O una letterina con tanto di busta e francobollo confezionato a mano, con un disegno che rappresenta tutta la comunità, o un sacchettino di frutta o una torta.
Non manca il ricordo dell’ex-allieva anonima che, per la festa della mamma, ha mandato un bel vaso di fiori con la scritta ”Alla mamma del cielo e alla mamma che è in ciascuna di voi. Grazie e gioia.” Oppure il sacchetto di carote con scritto: ”da un’ex-allieva”.
Insomma siamo circondate da tanto affetto. E’ la promessa di Gesù: “Riceverete il centuplo…” che si realizza. Ci piacerebbe essere giovani, come le nostre sorelle che abbiamo conosciuto nei video proiettati in queste sere, ma siamo ricche di anni. Questo non ci impedisce di continuare a donare, felici di accogliere le vostre attenzioni di affetto e di gratitudine. Per questo andiamo avanti e cantiamo con gioia, anche in tempo di coronavirus:

Oh qual sorte! Siamo “Figlie
Di Maria Ausiliatrice”
“Salesiane di D. Bosco”;
Oh qual sorte più felice?

Sesta domenica di Pasqua – Giovanni 14,15-21

Dal vangelo secondo Giovanni (14,15-21)
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
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Un Vangelo da mistici, di fronte al quale si può solo balbettare, o tacere portando la mano alla bocca. La mistica però non è esperienza di pochi privilegiati, è per tutti, «il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà» (Karl Rahner).
Il brano si snoda su sette versetti nei quali per sette volte Gesù ripropone il suo messaggio: in principio a tutto, fine di tutto, un legame d’amore. E sono parole che grondano unione, vicinanza, intimità, a tu per tu, corpo a corpo con Dio, in una divina monotonia: il Padre vi darà lo Spirito che rimanga con voi, per sempre; che sia presso di voi, che sarà in voi; io stesso verrò da voi; voi sarete in me, io in voi; mai orfani.
Essere in, rimanere in: ognuno è tralcio che rimane nella vite, stessa pianta, stessa linfa, stessa vita. Ognuno goccia della sorgente, fiamma del roveto, respiro nel suo vento. Se mi amate. Un punto di partenza così libero, così umile. Non dice: dovete amarmi, è vostro preciso dovere; oppure: guai a voi se non mi amate. Nessuna ricatto, nessuna costrizione, puoi aderire o puoi rifiutarti, in totale libertà. Se mi amate, osserverete… Amarlo è pericoloso, però, ti cambia la vita. «Impossibile amarti impunemente» (Turoldo), senza pagarne il prezzo in moneta di vita nuova: se mi amate, sarete trasformati in un’altra persona, diventerete prolungamento delle mie azioni, riflesso del mio sguardo.
Se mi amate, osserverete i comandamenti miei, non per obbligo, ma per forza interna; avrete l’energia per agire come me, per acquisire un sapore di cielo e di storia buona, di nemici perdonati, di tavole imbandite, e poi di piccoli abbracciati. Non per dovere, ma come espansione verso l’esterno di una energia che già preme dentro – ed è l’amore di Dio – come la linfa della vite a primavera, quando preme sulla corteccia secca dei tralci e li apre e ne esce in forma di gemme, di foglie, di grappoli, di fiori. Il cristiano è così: un amato che diventa amante.
Nell’amore l’uomo assume un volto divino, Dio assume un volto umano. I comandamenti di cui parla Gesù non sono quelli di Mosè ma i suoi, vissuti da lui. Sono la concretezza, la cronaca dell’amore, i gesti che riassumono la sua vita, che vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero Lui. Lui che si perde dietro alla pecora perduta, dietro a pubblicani e prostitute e vedove povere, che fa dei bambini i conquistatori del suo regno, che ama per primo e fino a perdere il cuore. Non vi lascerò orfani. Io vivo e voi vivrete.
Noi viviamo di vita ricevuta e poi di vita trasmessa. La nostra vita biologica va continuamente alimentata; ma la nostra vita spirituale vive quando alimenta la vita di qualcuno. Io vivo di vita donata. (padre E. Ronchi)

Sussidi di preghiera: “In cammino verso la Pentecoste”

Per vivere bene a casa questo tempo di Pasqua che ci porterà a celebrare insieme la Pentecoste in chiesa, vi inoltriamo il sussidio di preghiera proposto dalla nostra diocesi per le famiglie. E’ una buona guida per vivere il rosario in famiglia o per conto proprio affinché con Maria SS.ma, aiuto dei Cristiani, ci disponiamo ad accogliere il dono dello Spirito Santo.

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14 Maggio, giornata di preghiera e digiuno per invocare la fine della pandemia

Ai nostri fratelli che credono in Dio Creatore; ai nostri fratelli in umanità ovunque.

Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta, ossia la rapida diffusione del coronavirus (covid19). Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale grave crisi. Noi, quindi, invitiamo tutte le persone, in tutto il mondo, a rivolgersi a Dio pregando, supplicando e facendo digiuno, ogni persona, in ogni parte del mondo, a seconda della sua religione, fede o dottrina, perché Egli elimini questa epidemia, ci salvi da questa afflizione, aiuti gli scienziati a trovare una medicina che la sconfigga, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio.

L’Alto Comitato propone, in conformità agli obiettivi del Documento sulla Fratellanza Umana, di fissare per giovedì 14 maggio una giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità e invita tutti i leader religiosi e le persone
nel mondo intero a rispondere a questo invito umanitario e a rivolgersi a Dio ad una sola voce, perché preservi l’umanità, la aiuti a superare la pandemia, le restituisca la sicurezza, la stabilità, la salute e la prosperità, e renda il nostro mondo, eliminata questa pandemia, più umano e più fraterno.