Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 26 novembre al 5 dicembre

I Domenica di Avvento – Luca 21, 25-28 34-36

Dal vangelo  secondo Luca 21, 25-28 34-36 – Anno C

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

«34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Il brano di Luca che la liturgia ci propone nella prima domenica di Avvento è un breve stralcio di un discorso apocalittico molto più ampio. Il suo scopo è di assicurare che il Signore è vicino. Si tratta di un dato di fede testimoniato da tutto il Nuovo Testamento: il ritorno del Figlio dell’uomo. È una grande certezza, che è insieme giudizio e salvezza. Un giudizio severo e senza riguardi per nessuno, tanto che l’evangelista sente il bisogno di concludere consigliando di pregare «per trovare il coraggio» di comparire davanti al Figlio dell’uomo (21,36). Un giudizio che avverrà sulla base della posizione che si assume ora nei confronti del Cristo, come dice Luca in 9,26: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando ritornerà nella sua gloria». La condanna, dunque, è per tutti coloro che hanno rifiutato la dedizione alla verità e all’amore (quasi provandone vergogna) e hanno preferito la via dell’egoismo, della violenza e del successo cercato a qualunque costo e con qualsiasi mezzo. La venuta del Figlio dell’uomo – un evento certissimo – costituirà per tutti costoro la dimostrazione pubblica del fallimento di tutte le loro pretese. Per i discepoli invece, che non si sono vergognati del loro Maestro, della strada che Lui ha percorso, sarà il trionfo, il momento in cui apparirà a tutti, con estrema evidenza, l’amore che essi hanno vissuto – e non altro – è il vero progetto che l’uomo deve inseguire.

C’è anche una seconda certezza che Luca afferma con forza: «La vostra liberazione è vicina». Non significa che il ritorno del Figlio dell’uomo sia oggi o domani, ma che tutta la storia è immersa nell’imminenza delle ultime cose. Sempre il tempo è importante e decisivo, non necessariamente perché breve, ma perché ricco di occasioni dalle conseguenze incalcolabili. Da qui il dovere di essere svegli e pronti. È sempre però in agguato – non lo si dimentichi mai – il rischio che, distratti dalle cose secondarie e non attenti al fatto essenziale, non sappiamo scorgere i momenti propizi di cui la vita è ricca. Non è soltanto questione di disordine morale o di sregolatezze («dissipazione e ubriachezze»), ma più semplicemente della vita e dei suoi molti e spesso inutili «affanni» che distraggono dall’essenziale. Anche una vita onesta – disattenta e dispersa in troppe cose – può alla fine riuscire vuota. Occorre il coraggio di rimanere vigilanti e in preghiera: «Vegliate e pregare in ogni momento». (don Bruno Maggioni, biblista).

“Che cosa dobbiamo fare? Accordiamoci!” 1^ sett. Avvento 2021

STATE ATTENTI

Cammino di Avvento 2021 predisposto dagli uffici del Settore Evangelizzazione e Sacramenti delle diocesi di Cuneo e di Fossano sul tema della sinodalità a partire dalla Parola di Dio e dall’immagine

Video testimonianza ragazzi e famiglie

Video Bambini 7-10 anni

I problemi abitativi al centro dell’Avvento di prossimità – Diocesi di Cuneo

“Case senza abitanti, abitanti senza casa”: la proposta delle Caritas diocesane di Cuneo e di Fossano

“Il tema scelto invita a riflettere sui problemi abitativi legati a situazioni di impoverimento, all’indisponibilità di alloggi a canone moderato, alle spese gravose delle garanzie richieste, al numero consistente di alloggi sfitti, al clima di ostilità verso chi è straniero”, dicono Enrico Manassero e Nino Mana, direttori delle Caritas di Cuneo e di Fossano. “La casa è il simbolo della vita di una famiglia, il luogo della sua unità. Casa vuol dire stabilità e sicurezza. Abitare una casa significa ritrovarsi dopo il lavoro, rinforzare abitudini buone; favorisce conoscenze e relazioni, dà sicurezza per il futuro. Permette di sposarsi, di avere dei figli, di consolidare la propria presenza in un luogo, dare stabilità all’esistenza”. Da alcuni anni, attraverso i dati rilevati dai Centri di ascolto, si assiste ad una importante emergenza abitativa, che pone in drammatiche condizioni molte famiglie impoverite o per qualche ragione disagiate o immigrate, mentre sono molti gli alloggi sfitti.

Aumentano situazioni di impoverimento e cresce il numero di persone, famiglie, giovani coppie che non riescono a sostenere un mutuo o non dispongono delle garanzie per ottenerlo. Aumentano anche i casi di anziani con redditi molto bassi, insufficienti anche solo per pagare le spese condominiali.

Quanto verrà raccolto durante l’Avvento servirà a costituire un fondo di garanzia che sarà gestito dai Centri di ascolto diocesani e parrocchiali per sostenere persone e famiglie in difficoltà nell’affrontare spese per la ricerca della casa, copertura di caparra o fidejussione e per il mantenimento della stessa con il pagamento delle prime mensilità.

Per fare un’offerta alla Caritas diocesana di Cuneo:
Via Amedeo Rossi 28, telefono 0171.605151.
Attraverso il bonifico intestato a “Fondazione Opere Diocesane Cuneesi”
iban: IT 96 N030 6910 2001 0000 0075 579
indicando nella causale “Avvento di prossimità 2021”.

Due nuovi salesiani cooperatori ai Sale. Conosciamoli.

Sabato 27 Novembre alle ore 16:30 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco 51 Aspiranti dell’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta celebrano la Promessa per diventare Salesiani Cooperatori.

Dopo un anno di corso di preparazione e discernimento, la nostra parrocchiana Palomino Yuvana ed il parroco di Roccavione don Erik Turco faranno la Promessa da Salesiano Cooperatore.

Abbiamo rivolto a Yuvana alcune domande perchè ci aiutino a capire le motivazioni della sua scelta e cosa sia per lei vivere il carisma di don Bosco.

 Che cosa ti ha spinto a diventare Salesiano Cooperatore/Salesiana Cooperatrice?

Mi ha spinto il bisogno di dare un senso alla mia vita ed accogliendo il Progetto di Vita Apostolica, con il suo Statuto e Regolamento dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, cerco di costruire ragioni di Speranza nelle prospettive di futuro delle persone e della società.

Che cosa ti ha maggiormente colpito del carisma Salesiano?

Mi ha colpito la novità del Sistema Preventivo, che è il cuore pulsante del carisma Salesiano, fatto di Ragione, Religione e Amorevolezza. E’ una proposta che fa diventare i giovani Buoni cristiani ed Onesti cittadini.

Che cosa ti porterai dentro per il tuo futuro del cammino che hai fatto in preparazione alla promessa che sarà sabato 27 novembre in Basilica a Torino?

Mi porterò nel cuore che i cooperatori camminano insieme perché camminare insieme è l’unico modo per seguire il Signore. La comunione è per me la prima e la più importante testimonianza che il mondo, ed in particolare i giovani, attendono da noi in questo momento.

Mi porto dentro anche la consapevolezza che Dio ci dona ai giovani come fratelli maggiori per vivere con loro e per loro le cinque “A” in cui si declina il verbo Amare: Attendere, Accogliere, Ascoltare, Accompagnare, Affidare!!

 

A don Erik abbiamo invece chiesto di presentarsi perché molti della nostra Parrocchia lo conoscono solo di nome. Ecco cosa ci racconta di lui!!!!

Sono don Erik Turco, parroco a Roccavione e vice rettore al Santuario di Sant’Anna di Vinadio. Cosa dire? A febbraio saranno 15 anni dalla mia ordinazione. Sono prete e questo “sono” è la sfida più grande che mi tocca affrontare ogni giorno. in lotta con “fare” il prete che sempre rischia di avere il sopravvento. La mia vita è una vita data a Cristo che mi ha chiamato e mi chiama ogni giorno e data alla gente che ha bisogno di compagnia e di rocce, alle quali guardare e alle quali aggrapparsi.

Sono contento di essere prete e non cambierei questa vita per nessun’altra! Non mi posso immaginare prete senza guardare costantemente a don Bosco e grazie alla sua compagnia (che ho scoperto da sacerdote però, non prima), vedo accadere tanti miracoli nel quotidiano. Se forse l’avessi scoperto e conosciuto prima chissà…  Ho sempre avuto accanto a me preti (parroci e vice parroci) brillanti e innamorati di Cristo e questo, anche se diversissimi tra loro per stile e età mi ha sempre attratto tanto e interrogato. Mi ha spinto ad intraprendere il cammino la testimonianza gioiosa e seria di tanti salesiani passati a Cuneo e che ho avuto la gioia di incontrare. Sono stato colpito anche dalla serietà di vita e dalla voglia di fare che i salesiani cooperatori che ho incontrato nella formazione trasmettono, avendo a cuore la Famiglia salesiana.

Don Bosco mi aiuta ad essere contento e a riconoscere Dio all’opera, un Dio provvidente! Sono contento perché ho scoperto che la gioia è data dal dare la vita ed è disponibilità ad andare dove Dio ti vuole condurre. Alla fine del Vangelo di Giovanni Gesù dice a Pietro: “quando sarai vecchio (presbitero) un altro ti condurrà dove tu non vorresti…”: il prete, il presbitero è l’uomo che riconosce di essere condotto da un Altro. condotto dove Lui mi porta, attraverso la gente e la realtà. “va per la città e guardati intorno”, disse don Cafasso al giovane pretino Giovanni Bosco arrivato a Torino. Ebbene, guardandomi intorno vedo che dove Lui mi chiama è il posto per me e vedo sempre il bisogno che c’è!

Sono contento di diventare cooperatore – cioè di portare agli altri Cristo nello stile di Don Bosco – contento perché Dio, giorno dopo giorno, mi aiuta a vivere e mi dà forma, MI FA, preparandomi a cosa sa Lui e a cosa vuole Lui! Contento perché mi scopro PONTE che mette in collegamento Dio e l’uomo, contento perché scopro ogni giorno, che ogni circostanza della vita è occasione di novità che Cristo mi mette davanti non perché mi scopra capace di affrontare tutto, ma perché io mi riscopra FIGLIO. Contento perché so che la Pienezza che vedo nel Signore e che desidero per la mia vita, passa attraverso un lavoro che inizia con un e terminerà con l’amen dell’ultimo mio respiro! Il carisma del salesiano cooperatore è vocazione che dura tutta la vita, come il mio sì, e passa attraverso la testimonianza e l’apostolato nelle diverse forme di servizio. Mi colpisce la disponibilità al servizio che vedo nei cooperatori che ho avuto la fortuna di incontrare e l’affetto che lega i diversi membri.

Cosa mi porterò del cammino fatto? Gli incontri insieme a Valdocco, la giornata del Cooperatore e il clima sereno e pieno di fiducia che ho respirato. Il rosario al quale ho partecipato al 24 del mese ai Sale di Cuneo e il giorno in cui ho ricevuto il Progetto di Vita Apostolica.

Chiedo a don Bosco di potermi sempre stupire e appassionare ai giovani e di diventare, sempre più come lui mi vuole. Sogno di amare sempre la Chiesa che è la compagnia con cui Cristo mi ha raggiunto e mi viene dato. Chiedo di amare ciò che mi viene affidato perché se non ami non costruisci, se non ami fuggi e se non ami il piede è in due scarpe!

Diceva don Bosco, “un prete non va mai in Paradiso o all’Inferno da solo: vanno sempre con lui quelli salvati dal suo ministero e col suo buon esempio, o con la sua negligenza…”. Che il mio essere salesiano cooperatore mi renda sempre più finestra che faccia conoscere il cielo bello di Dio Padre.

Grazie a voi Yuvana e don Erik per la vostra autentica testimonianza!!!! Benvenuti nella nostra Associazione!!!!

I Salesiani Cooperatori di Cuneo!!

 

Esercizi Spirituali 2021/2022 Universitari e Giovani lavoratori

Nel cuore del mondo – canzone

“Nel cuore del mondo” è una canzone che prende il titolo dalla proposta pastorale dello scorso anno (2020-2021). Nasce durante un pellegrinaggio alle cinque terre nell’estate 2020, per poi trovare posto nel Don Bosco Youth Film Festival, organizzato dal rettor maggiore a livello globale, nel quale viene classificata in terza posizione nella categoria “video musicali”.

Dopo “Fino all’ultimo respiro”, con un gruppetto di ragazzi ci siamo resi conto quanto la musica possa aiutare, sostenere, incoraggiare, ma soprattutto lanciare messaggi positivi di speranza. Ed è proprio nel tema della strenna del rettor maggiore che abbiamo deciso di inserire questa nuova canzone, il cui titolo completo è “Nel cuore del mondo mossi dalla speranza”.

La canzone parla di un viaggio, in cui ciascuno di noi può immedesimarsi. Un viaggio che comincia dalla scelta concreta di partire, dal desiderio di smuovere qualcosa nella propria vita. Solo il coraggio della partenza ci permette di ascoltare la voce di Dio, che ama e chiama. Scoprire questa chiamata significa portare con sé il desiderio di rimanere lì ed approfondire. Non è una chiamata distratta, ma un incontro reale, fatto di relazione e sguardi, che entra nel deserto delle nostre vite per portare quella luce che tutti cerchiamo quando scegliamo di partire. È bello scoprire che Dio ama e chiama tutti. Il viaggio acquista un senso ulteriore quando è condiviso, quando si scopre che c’è un filo che lega tutti i volti e le storie che abitano questo mondo. Questo passaggio è possibile solo se il nostro cuore è libero, se educhiamo il nostro cuore a guardare oltre ciò che ci divide. Solo con questo cuore, carico ma leggero, è possibile entrare nel cuore del mondo, nel senso della storia. Solo con questo cuore è possibile scoprire che “fra mille posti che parlano di te scopro me e non mi resta che lasciarmi abitare da te”.

Link al video: https://player.vimeo.com/video/631237262?h=573d889ff1

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 19 al 28 novembre