Chiarimenti in merito alle disposizioni diocesane sull’obbligo di green pass

Nulla cambia dal 6 dicembre per le attività ecclesiali: il super green pass è necessario solo per i concerti nelle chiese, le visite guidate nei luoghi di culto e i convegni aperti al pubblico

Il Decreto generale del vescovo Piero del 7 ottobre 2021 sull’obbligo di green pass nelle attività pastorali e per gli operatori pastorali ha ribadito la collaborazione della Chiesa nella lotta contro la pandemia: pur avendo caratteristiche proprie, la comunità ecclesiale non si sottrae alle leggi dello Stato, ma le applica condividendone lo spirito e l’urgenza.

Per quanto riguarda le attività pastorali, dal 6 dicembre 2021 per i concerti nelle chiese, le visite guidate nei luoghi di culto e i convegni aperti al pubblico è necessario il super green pass, e cioè la certificazione rilasciata soltanto ai vaccinati o ai guariti dal Covid-19.

Qualche chiarimento sembra necessario in merito all’obbligo di green pass per gli operatori pastorali. La distinzione tra chierici, operatori di culto e religione, operatori di altre attività pastorali non introduce differenze sul dovere di essere nella condizione prevista per avere un green pass valido, ma soltanto prevede diversi modi di verifica dell’ottemperanza a tale dovere. La legge dello Stato stabilisce che tutti i lavoratori, a qualsiasi titolo, anche volontari, devono avere un green pass valido per accedere al luogo di lavoro: allo stesso modo, le disposizioni diocesane prevedono che tutti gli operatori pastorali devono essere nella condizione prevista per avere un green pass valido. Diversa è la verifica: per i chierici nel contesto del vincolo di comunione con il Vescovo diocesano, determinato dall’incardinazione; per gli operatori di culto e religione, cioè della liturgia e della catechesi, nel contesto della coscienza personale dei battezzati in relazione al pastore della Chiesa locale; per tutti gli altri operatori nel contesto delle procedure di verifica stabilite dallo Stato per i lavoratori in genere.

A questo proposito, la verifica del green pass valido degli addetti e dei collaboratori delle Curie diocesane, degli uffici parrocchiali e delle opere educative, caritative e culturali deve avvenire secondo le linee guida approvate dalle autorità italiane: tutti gli addetti e i collaboratori devono sempre avere fisicamente con sé il green pass, digitale o cartaceo, a partire dal 15 ottobre 2021; la verifica del green pass verrà fatta una prima volta a tutti al momento del primo accesso nel luogo di lavoro; quindi, con successivi controlli a campione, ogni settimana su almeno il 20% degli addetti e collaboratori, fino a quando sarà in vigore l’obbligo; nelle parrocchie l’obbligo di verifica incombe sul parroco e su quelli che egli avrà delegato con atto formale, i quali utilizzeranno l’app digitale VerificaC19, fornita dal Ministero della Salute, senza acquisire altri dati sensibili, neanche la date di scadenza dei green pass. 

Iniziando un nuovo anno pastorale, vista la lettera della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana inviata ai Vescovi l’8 settembre 2021 e le vigenti leggi secolari, il vescovo Piero Delbosco ha approvato le seguenti disposizioni a cui attenersi nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano per svolgere le attività pastorali in sicurezza sanitaria, in particolare circa l’obbligo delle certificazioni verdi Covid-19 di cui all’art. 9 del Decreto Legge della Repubblica Italiana 22 aprile 2021, n. 52, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della Legge 17 giugno 2021, n. 87 (d’ora in poi green pass).
1.
Per tutte le celebrazioni liturgiche, e comunque per qualsiasi atto di culto, non c’è obbligo di green pass ma continuano a valere le Norme per le celebrazioni con il popolo in tempo di pandemia dell’11 maggio 2020, con i successivi aggiornamenti.
2.
Per le altre attività pastorali, l’obbligo di green pass [dal 6 dicembre 2021 super green pass] è circoscritto ai concerti nelle chiese, alle visite guidate nei luoghi di culto e ai convegni aperti al pubblico. Non c’è obbligo di green pass per le riunioni che sono riservate a specifici gruppi: di conseguenza, chi gestisce i corsi formativi per gli operatori pastorali, come pure gli incontri in preparazione ai sacramenti o comunque di catechesi, comprese tutte le attività degli oratori con minorenni, e le assemblee dei Consigli di partecipazione o del Sinodo diocesano, non è tenuto a verificare il green pass, salvo quando si consuma insieme il pasto in luoghi chiusi, ma deve sempre essere in grado di effettuare il tracciamento dei partecipanti, qualora si rendesse necessario; inoltre vanno comunque rispettati i protocolli di prevenzione.

Per quanto riguarda gli operatori pastorali, chierici e laici, è loro dovere essere nella condizione prevista per coloro che sono in possesso di green pass: la protezione dei fedeli per i quali prestano servizio deve prevalere su ogni altra considerazione, e quindi chi non è vaccinato o comunque nella condizione prevista per avere un green pass valido, deve astenersi da ogni ministero pastorale a diretto contatto con i fedeli. In particolare:
a.
i sacerdoti e i diaconi sono tenuti al green pass in virtù del vincolo di comunione che li lega al Vescovo diocesano;
b.
gli altri operatori delle attività di culto e religione, dunque i ministri della liturgia e i catechisti, sono esortati ad astenersi dal loro servizio se sprovvisti di green pass;
c.
gli operatori delle altre attività pastorali – e cioè gli addetti e i collaboratori delle Curie diocesane, degli uffici parrocchiali e delle opere educative, caritative e culturali, in particolare tutti i dipendenti degli enti ecclesiastici – sono tenuti al green pass sotto la vigilanza dei rispettivi superiori, esercitata secondo le linee guida predisposte dalle autorità secolari, nel rispetto delle Norme sulla tutela della riservatezza.

In merito alle modalità per mettersi nella condizione di effettuare il tracciamento dei partecipanti, qualora si rendesse necessario, chi gestisce corsi, incontri e assemblee può adottare il metodo che ritiene più adatto tra i seguenti:

  • far compilare ai partecipanti una scheda personale, completa di recapito se non è già disponibile diversamente, nel rispetto delle Norme sulla tutela della riservatezza, in cui ciascuno dichiara di non essere positivo al Covid-19, di non avere i sintomi ad esso associati e di non essere stato in contatto stretto con persone positive, possibilmente rilevando anche la temperatura corporea;
  • comunicare sempre, convocando le riunioni, che possono accedervi soltanto coloro che non sono positivi al Covid-19, che non hanno i sintomi ad esso associati e che non sono stati in contatto stretto con persone positive, rilevando le presenze, possibilmente con la temperatura corporea, e avendo a disposizione, nel rispetto delle Norme sulla tutela della riservatezza, i recapiti dei presenti.

28 & 29 Dicembre al Cinema:
Marco Simoncelli!

MARTEDI 28 dicembre | ore 18.00 – 21.00
MERCOLEDI 29 dicembre | ore 18.00 – 21.00

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 17 al 26 dicembre

IV Domenica di Avvento – Luca 1, 39-45

Dal vangelo  secondo Luca 1, 39-45 – Anno C

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Maria si mise in viaggio in fretta. Appena partito l’angelo, anche lei vola via da Nazareth. Il suo cammino sembra ricalcare a ritroso le orme che Gabriele ha lasciato nell’aria per giungere da lei: «gli innamorati volano» (santa Camilla Battista da Camerino). Appena giunta in quella casa di profeti, Maria si comporta come Gabriele con lei. «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta»: angelo di un lieto annunzio, che il bimbo nel grembo della madre percepisce subito, con tutto se stesso, come una musica, un appello alla danza, una tristezza finita per sempre: «il bambino ha sussultato di gioia». Il Santo non è più al tempio, è lì, nella carne di una donna, «dolce carne fatta cielo» (M. Marcolini). Nella danza dei grembi, nella carne di due donne, si intrecciano ora umanità e divinità. Nella Bibbia, quando gli uomini sono fragili, o corrotti, o mancano del tutto, entrano in gioco le donne (R. Virgili). Da Maria ed Elisabetta impariamo anche noi l’arte dell’incontro: la corsa di Maria è accolta da una benedizione. Un vento di benedizione dovrebbe aprire ogni dialogo che voglia essere creativo. A chi condivide con me strada e casa, a chi mi porta un mistero, a chi mi porta un abbraccio, a chi mi ha dato tanto nella vita, io ripeterò la prima parola di Elisabetta: che tu sia benedetto, Dio mi benedice con la tua presenza, possa Egli benedire te con la mia presenza. Benedetta tu fra le donne. Su tutte le donne si estende la benedizione, su tutte le figlie di Eva, su tutte le madri del mondo, su tutta l’umanità al femminile, su «tutti i frammenti di Maria seminati nel mondo e che hanno nome donna» (G. Vannucci). E beata sei tu che hai creduto. Risuona la prima delle tante beatitudini dell’evangelo, e avvolge come un mantello di gioia la fede di Maria: la fede è acquisizione di bellezza del vivere, di un umile, mite e possente piacere di esistere e di fiorire, sotto il sole di Dio. Elisabetta ha iniziato a battere il ritmo, e Maria intona la melodia, diventa un fiume di canto, di salmo, di danza. Le parole di Elisabetta provocano una esplosione di lode e di stupore: magnificat. I primi due profeti del Nuovo Testamento sono due madri con una vita nuova, che balza su dal grembo, e afferma: «Ci sono!». E da loro imparo che la fede e il cristianesimo sono questo: una presenza nella mia esistenza. Un abbraccio nella mia solitudine. Qualcuno che viene e mi consegna cose che neppure osavo pensare. Natale è la convinzione santa che l’uomo ha Dio nel sangue; che dentro il battito umile e testardo del mio cuore palpita un altro cuore che – come nelle madri in attesa – batte appena sotto il mio. E lo sostiene. E non si spegne più.

“Che cosa dobbiamo fare? Accordiamoci!” 4^ sett. Avvento 2021

SUSSULTATE

Cammino di Avvento 2021 predisposto dagli uffici del Settore Evangelizzazione e Sacramenti delle diocesi di Cuneo e di Fossano sul tema della sinodalità a partire dalla Parola di Dio e dall’immagine

Video testimonianza ragazzi e famiglie

Video Bambini 7-10 anni

Rivestiti di luce!

Concerto spirituale per la Novena di Natale – Coro “Rallegriamoci”.

Giovedì 23 dicembre 2021 ore 21, Chiesa San Giovanni Bosco – Cuneo

Il periodo di grande incertezza e timore per la pandemia e i seri problemi che coinvolgono il nostro mondo ci hanno rivelato come tutti noi abbiamo bisogno di speranza e di vicinanza per affrontare le nostre giornate. Nelle difficoltà quotidiane, più o meno consapevolmente, sentiamo il bisogno di una luce che ci illumini, riscaldi e accompagni. L’arrivo del Natale, quest’anno in particolare, accende in noi il desiderio di serenità che trova nella venuta di Gesù la luce che illumina ogni uomo, che ci avvicina agli altri e ci lega nella speranza e nella gioia, dandoci forza per camminare insieme, ancora.

Giovedì 23 dicembre 2021 alle ore 21 in chiesa i ragazzi del Coro Rallegriamoci del nostro Oratorio, con l’aiuto dei Cooperatori Salesiani, proporranno il concerto spirituale “Rivestiti di luce!”, offrendo alla nostra comunità una serata di riflessione e preghiera attraverso la musica e il canto per vivere in pienezza l’attesa del Natale e arricchire la nostra vita di luce e pace.

Non perdete questo prezioso appuntamento, vi aspettiamo!

Avvento ed emergenza casa: 160 le richieste alla Caritas diocesana di Cuneo

L’attenzione sulla casa è al centro della campagna dell’Avvento di prossimità “Case senza abitanti, abitanti senza casa”

“Al di là dei numeri, che pure hanno una propria valenza irrinunciabile, l’esperienza di questi mesi nell’inserimento e nella valutazione dei dati mette in evidenza alcune situazioni precise”, dicono Enrico Manassero e Nino Mana, direttori delle Caritas di Cuneo e di Fossano. “Da un lato vi è un forte problema di mantenimento dell’abitazione, la fatica cioè a pagare le utenze, in primis la luce che è la grande preoccupazione di molti nostri beneficiari, e subito dopo l’affitto. Da notare che questo vale anche per chi vive nel cosiddette case popolari”. Un altro aspetto da rilevare è la difficoltà di reperire un alloggio con canone accettabile per famiglie già in difficoltà economica. “Oltre al costo elevato dell’affitto, sovente è necessario garantire cauzioni elevate o fidejussioni per poter affittare un appartamento e ciò diventa impossibile per famiglie con fragilità economica”, continuano Manassero e Mana. “Tale problema si scontra con la necessità da parte dei proprietari delle case di avere tutele e garanzie rispetto al pagamento dell’affitto e al mantenimento in buono stato della loro proprietà. È un problema complesso e di difficile risoluzione. Ecco perché la campagna dell’Avvento di Caritas diocesana quest’anno vuole aprire lo sguardo sul problema Casa, senza la pretesa di trovare soluzioni, ma con l’intento di stimolare la riflessione all’interno delle Comunità. Spesso è un problema di conoscenza e di fiducia. Allora come possiamo creare legami che portino gradualmente ad una maggiore conoscenza reciproca ed una conseguente apertura?”.

Oltre il 20% delle persone che si rivolge ai Centri d’Ascolto delle Caritas ha problemi abitativi. Su scala provinciale sono 691 casi da gennaio a settembre di quest’anno. Un dato che emerge dal sistema di raccolta Matriosca che ha evidenziato come in provincia di Cuneo il problema della casa sia sentito.

Territorialmente in testa alle richieste c’è la Diocesi di Cuneo con 160 casi su 505 accessi al Centro di ascolto, il 31,68%. Nella Diocesi di Mondovì sono il 27,86%, 217 casi su 779. In quella di Fossano si registrano 79 richieste su 372 accessi al Centro di ascolto, per una percentuale del 21,24%. A seguire Saluzzo con il 18,06% delle richieste, 78 casi su 432; Alba con l’11,38%, cioè 76 casi su 668. Fuori dalle diocesi cuneesi, ma sempre in provincia ci sono anche da sommare le 81 richieste di Savigliano, Racconigi e Bra raccolte dalla Caritas torinese.

Se poi incrociamo questi dati con i numeri relativi agli sfratti dell’anno 2020, emerge come nella Diocesi di Cuneo sono state emesse 63 convalide di sfratto per morosità, di cui 45 nella città di Cuneo. Di questi ne sono stati eseguiti 32. Per quanto riguarda la diocesi di Fossano invece le convalide di sfratto sono state 22, di cui 15 solo a Fossano. Sono stati 7 gli sfratti portati a termine.

Proprio l’attenzione sulla casa è al centro della campagna dell’Avvento di prossimità delle Caritas diocesane di Cuneo e di Fossano. Quanto verrà raccolto durante l’Avvento servirà a costituire un fondo di garanzia che sarà gestito dai Centri di ascolto diocesani e parrocchiali per sostenere persone e famiglie in difficoltà nell’affrontare spese per la ricerca della casa, copertura di caparra o fidejussione e per il mantenimento della stessa con il pagamento delle prime mensilità.

Per fare un’offerta alla Caritas diocesana di Cuneo ci si può rivolgere allo sportello presso la Curia diocesana, in via Amedeo Rossi 28, dal martedì al giovedì dalle 9 alle 12, telefono 0171605151. Si può provvedere anche attraverso il bonifico intestato a:

“Fondazione Opere Diocesane Cuneesi”
iban: IT 96 N030 6910 2001 0000 0075 579,
indicando nella causale “Avvento di prossimità 2021”.

Qui è possibile consultare il rendiconto sulla campagna di Caritas diocesana per l’Avvento 2020.

18 & 19 Dicembre al Cinema:
a grande richiesta si replica!

SABATO 18 dicembre | ore 21.00
DOMENICA 19 dicembre | ore 21.00

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 10 al 19 dicembre

III Domenica di Avvento – Luca 3, 10-18

Dal vangelo  secondo Luca 3, 10-18 – Anno C – Gaudete

In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

La predicazione di Giovanni Battista (Lc 3,10-18) è al tempo stesso l’annuncio di una lieta notizia e una minaccia del giudizio. «Viene uno che è più forte di me, e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco»: questa è la lieta notizia. Ma è anche un giudizio: «Ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia». Di fronte al giudizio imminente nasce l’interrogativo: «Che cosa dobbiamo fare?». Per Luca questo interrogativo è di perenne attualità. Infatti l’imminenza del giudizio non è caratteristica della fine dei tempi, ma di ogni momento della nostra storia: con Gesù inizia una storia densa di significato salvifico e ricca di possibilità dalle conseguenze incalcolabili.

Riprendiamo l’interrogativo: che cosa dobbiamo fare per accogliere il Cristo che viene e sfuggire al giudizio incombente? La risposta di Luca, di grande semplicità, spinge verso il concreto e il quotidiano. Il precedente invito del Battista (Vangelo della scorsa domenica) era globale, di stampo profetico: convertitevi. Ora il suo invito è didattico, concretizza la conversione, la esemplifica, la introduce nel quotidiano e l’applica alle situazioni particolari delle diverse categorie di persone. È questo uno sforzo che ogni lettore del Vangelo deve saper fare se vuole che la Parola tocchi veramente e concretamente la sua vita.

Giovanni Battista non impone separazioni o fughe dal mondo, non invita a seguirlo nel deserto. Alle folle raccomanda, scendendo al pratico, l’amore fraterno e la condivisione: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Agli esattori delle tasse – lavoro comunemente ritenuto impuro – non dice di cambiare mestiere, ma più semplicemente raccomanda di non lasciarsi corrompere e di non approfittare della loro posizione: «Non esigete nulla di più di quanto è stato fissato». E ai soldati raccomanda di non abusare della loro forza, di non fare rapine e violenze, ma di accontentarsi della loro paga.

Accorgendosi poi che la gente si chiede se non sia proprio lui il Messia, il Battista distoglie immediatamente l’attenzione da sé per dirigerla verso un Altro: il più forte, che battezzerà nello Spirito e nel fuoco. Presentare la figura del Battista come una freccia in direzione di Cristo, è un dato costante di tutti i Vangeli. La sua funzione è di aprire la strada al Cristo: una volta che Egli è giunto, Giovanni non ha più nulla da dire. (B. Maggioni, biblista)