Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 28 gennaio al 6 febbraio 2022

Solennità di San Giovanni Bosco – Matteo 18, 1-6 / 10

Solennità di San Giovanni Bosco – Matteo 18, 1-6 / 10 – Anno C

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

Esegesi
II brano proposto per la festa di San Giovanni Bosco si trova all’inizio del quarto discorso programmatico di Matteo (discorso ecclesiastico), che si compone di vari brani messi insieme, senza uno stretto nesso logico: l’idea madre che li unisce è l’insegnamento impartito da Gesù ai suoi discepoli circa la condotta da tenere nella loro mutue relazioni. Tra le fondamentali disposizioni vengono indicati lo spirito d’infanzia (1-4) e la sollecitudine per i deboli (5-9) della nostra pericope.

CHI E’ IL PIÙ’ GRANDE (1)
La domanda è importante, perché viene riportata dai tre Sinottici (Me 9, 45-50; Le 9, 46-48) e perché sono i Dodici che la fanno. Gesù aveva sempre presentato la vita con il Padre nell’ai di là come un regno, quindi come una gerarchia, nella quale gli Apostoli sperano di avere il posto migliore. La madre dei figli di Zebedeo tornerà alla carica nello stesso senso (20, 20). La domanda dei discepoli guarda in primo luogo all’aspetto gerarchico. Gesù risponde con un chiaro insegnamento, che mette in primo piano l’aspetto spirituale: chi nella vita cristiana è degno di maggior stima davanti a Dio.

UN BAMBINO (2)
Ai tempi di Gesù il bambino ricordava un essere dipendente, a carico degli altri, che non rendeva, un essere bisognoso di protezione, non era tenuto in conto ed era anche disprezzato. Quando Gesù accoglie il bambino il suo atteggiamento è sulla stessa linea del suo atteggiamento di fronte ai poveri, ai pubblicani, ai peccatori.

SE NON VI CONVERTIRETE (3)
II termine greco “strefo”, traduce l’ebraico “sub”, tornare indietro. Proprio nel “tornare indietro” e nel riprendere le buone qualità del bambino: semplicità, remissività, accondiscendenza, umiltà, convinzione dia aver bisogno di Dio, ecc.., sta il segreto della vera grandezza.

NON ENTRERETE (3)
Ogni aspirazione alla preminenza e agli onori invece costituisce un ostacolo insormontabile per l’ingresso nel regno messianico.

DIVENTERA PICCOLO (4)
Quel che è niente e disprezzabile agli occhi del mondo, secondo una certa scala di valori, è grande agli occhi di Dio.

E CHI ACCOGLIE (5)
“Uno solo di questi bambini”, cioè un uomo, che messosi alla sequela di Gesù si è rivestito dello spirito di infanzia. “Accoglie me”. Gesù si identifica con questo discepolo, che si è fatto bambino e ha acquistato il primo posto nel regno. Gesù è presente dove c’è una persona disprezzata dal mondo. E ciò che dirà anche parlando dell’affamato, del prigioniero, dello straniero (25, 31-46)

CHI SCANDALIZZA… PICCOLI (6)
Gesù passa dai ” bambini” ai “piccoli”. I piccoli sono i discepoli, tra i quali possono esserci naturalmente anche i bambini, che hanno cominciato a seguire Gesù. Sono nulla per la loro condizione, non hanno una preminenza, ne vi aspirano, ma sono i più grandi, i più cari a Dio.

Sono persone dalla fede ancora fragile: non bisogna scandalizzarli ne abbandonarli, potrebbero smarrirsi. “Scandalo” etimologicamente è la pietra sul cammino sulla quale s’inciampa e fa cadere. Essere “pietra di scandalo” o “scandalo” significa essere per gli altri causa di stupore, spinta al peccato, scuotimento per la fede.

MEGLIO PER LUI (6)
“Meglio per lui”: è un’iperbole che serve a mettere in risalto la gravita del crimine di colui che col suo comportamento o per diretta seduzione fa deviare un credente dalla fede in Cristo. ” macina… da asino” è la pesante ruota di pietra che, fatta girare da un animale da tiro, serviva per macinare il frumento.

E’ INEVITABILE (7)
Seguono i v. 7-9 che parlano dell’inevitabilità degli scandali, cioè del fatto che sono una conseguenza logica e storica della natura umana corrotta e della necessità di essere drastici nell’evitarli: S’è la tua mano… se il tuo piede…

GUARDATEVI (10)
Dopo aver ammonito di non “‘disprezzare uno solo di questi piccoli”, asserisce che”;’ loro angeli in ciclo vedono sempre la faccia del Padre “. Gesù presuppone la dottrina degli angeli custodi, sviluppatasi nell’ A.T, (SI 91,11), e dice che gli angeli dei più piccoli tra i fedeli appartengono alla corte celeste e possono deferire al supremo tribunale divino ogni ingiustizia spirituale, come lo scandalo, subita dai loro protetti

Lettera ispettore don Leonardo Mancini ai salesiani e laici corresponsabili

Carissimi/e, un saluto cordiale a tutti voi.

Festeggiamenti dedicati a San Giovanni Bosco per il mese di gennaio 2022

Segnaliamo il programma dei festeggiamenti dedicati a San Giovanni Bosco per il mese di gennaio 2022 che si terranno presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco e  presso la Basilica di San Giovanni Bosco del Colle Don Bosco fino alla solennità del Santo, il 31 gennaio 2022.

Calendari delle principali celebrazioni

Il Sinodo diocesano si avvia verso l’Assemblea conclusiva

Il vescovo Piero Delbosco nominerà i membri del Gruppo di attuazione del Sinodo che lo accompagneranno nella stesura del Libro Sinodale

La quinta sessione del Sinodo diocesano di Cuneo e di Fossano sul Ruolo dei laici nella Chiesa si è tenuta venerdì 21 gennaio nella chiesa di Sant’Antonio in Fossano. Alla Segreteria del Sinodo spetta ora di rielaborare quanto emerso per proporre una ri-scrittura delle proposizioni per l’Assemblea conclusiva che si tiene venerdì 18 febbraio nella chiesa di San Paolo in Cuneo.

Durante la quinta sessione è stata proposta l’idea di votare un Gruppo di attuazione del Sinodo con lo scopo di accompagnare nel passaggio dalle proposizioni al Libro Sinodale. Primo scopo è aiutare il Vescovo nella ricerca di percorsi concreti per attuare gli orientamenti emersi. Secondo è mantenersi fedeli, nella stesura del Libro sinodale, a quanto lo Spirito ha suscitato. Dalla prima richiesta di persone disposte a candidarsi sono giunti pochi nominativi. Si chiede pertanto se l’assemblea intenda procedere per la costituzione del Gruppo e per votare i nominativi. Risultano 36 voti contrari e 32 favorevoli. Il Vescovo, preso atto della votazione, ribadisce la sua intenzione di nominare un gruppo che lo possa accompagnare verso la stesura del Libro Sinodale. Procederà pertanto con sua libera scelta a contattare persone disponibili.

La riflessione sui laici, che segue a quelle sui cambiamenti, sulla parrocchia, sulla fede e sul prete, è stata sollecitata dalla base e accolta dalla Segreteria del Sinodo.

È emerso il principio fondamentale del Concilio Vaticano II sul tema del laicato, ossia la priorità dell’impegno di testimonianza nel mondo: essere luce e sale per il mondo attraverso la vita professionale, l’impegno sociale e politico, la vita di famiglia, lo studio, la ricerca e tutto quanto fa parte della vita sociale e culturale. Da qui deriva l’esigenza di formazione culturale e teologica all’altezza del tempo, ampia e capace di coinvolgere lo spirito delle persone, la loro coscienza, senza limitarsi ad offrire competenze pragmatiche. Il ruolo attivo dei fedeli non deve uniformarsi all’attivismo della società contemporanea.

È stata ribadita la necessità di laici che svolgano servizi pastorali all’interno della comunità e sul piano dell’educazione e animazione sociale, in continuità con la tradizione locale di parrocchie e diocesi, ma senza cadere nella spirale dell’attivismo presente nella società contemporanea. Anche su questo fronte viene ribadita la necessità di formazione specifica. Si è richiamato il ruolo delle associazioni laicali presenti, ma anche le difficoltà a superare l’autoreferenzialità. Il tema della remunerazione economica degli operatori ha suscitato visioni complementari: necessaria per avere operatori qualificati e disponibili nel tempo, ma anche da vigilare per non perdere lo spirito di gratuità. Resta la domanda su quanti sono usciti dalla Chiesa e su quei fedeli che non hanno particolare visibilità. Qual è il loro ruolo per la testimonianza del Vangelo?

Per il resoconto completo delle precedenti sessioni clicca qui.

Convegno in memoria di Gaetano Pagliari, storico presidente del Centro Sportivo Italiano di Cuneo

Ad un anno dalla morte, a Cuneo, nel Salone d’Onore del Municipio e nella Cattedrale, si ricorda l’impegno cristiano e civile di un uomo buono.

Sabato 5 febbraio dalle ore 15.30, presso il Salone d’Onore del Municipio di Cuneo, con ingresso a invito, si terrà il convegno dal titolo “Gaetano Pagliari, una vita tra sport e fede: l’eredità di un uomo buono”, organizzato dal CSI – Centro Sportivo Italiano Comitato territoriale di Cuneo, in occasione del primo anniversario della scomparsa dello storico presidente onorario del Csi di Cuneo.
Per partecipare occorre prenotarsi al CSI di Cuneo telefonando al numero 3346876274 o scrivendo un’email a segreteria@csicuneo.it. Le adesioni saranno accettate fino all’esaurimento dei posti nel Salone d’Onore.

All’appuntamento interverranno: Vittorio Bosio, presidente nazionale del CSI; don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del CSI; Mauro Tomatis, presidente del CSI di Cuneo; don Gian Michele Gazzola, sacerdote della Diocesi di Cuneo. Modera Ezio Bernardi, direttore responsabile del settimanale La Guida.

In occasione dell’incontro sarà distribuita la pubblicazione “Gaetano Pagliari. Uomo buono, di profonda fede, paladino dello sport per tutti”. A seguire, alle ore 18, nella Cattedrale di Cuneo il vescovo Piero Delbosco celebrerà la Messa nel primo anniversario della morte alla presenza di familiari, amici e conoscenti di Gaetano.

“Ricordo ancora quella telefonata del 2 febbraio 2021 in cui mi veniva data notizia che il nostro storico presidente Gaetano Pagliari ci aveva salutato per sempre”, dice Mauro Tomatis, presidente del CSI di Cuneo. “Se ripenso a lui, il mio ricordo va ai momenti in cui lo sentivo parlare. L’arte dell’uso corretto ed essenziale della parola: questo credo sia stato il miglior talento di Gaetano, un grande comunicatore, in grado di rendere semplice qualsiasi suo pensiero anche complesso, acuto e raffinato. È stato capace di arrivare efficacemente all’essenza del concetto, sia quando incontrava bambini e ragazzi, sia quando si confrontava con personalità importanti nel mondo della Chiesa, della politica o della cultura. La sua figura ci ha accompagnati per tanti anni ed è stato per tutti noi una guida unica, forse irripetibile”.

“Il valore della memoria è fondamentale per la vita di un’associazione come il CSI”, dice don Gabriele Mecca, assistente ecclesiastico del CSI di Cuneo. “Aiuta a radicarsi in un passato per vivere con passione il presente guardando con fiducia e prospettiva al futuro. Per questo ci è sembrato prezioso metterci al lavoro per raccogliere e offrire alla riflessione di tutti il percorso di vita di Gaetano, un uomo che ha segnato la vita di tanti sportivi e giovani col suo stile umile, appassionato e positivo”.

Gaetano Pagliari era nato a Torino il 4 gennaio 1931, figlio di Palmiro Pagliari e Ancella Busin. I genitori, durante il periodo della seconda guerra mondiale, si stabilirono inizialmente a Torino, prima di trasferirsi in pianta stabile a Cuneo. Dopo aver prestato servizio negli anni cinquanta nella Marina Militare, divenne figura di riferimento dello sport educativo e dell’impegno laico nell’Azione Cattolica nella Chiesa cuneese. Ma il suo mondo era lo sport, o meglio tutte le iniziative mirate all’educazione tramite lo sport, in particolare all’interno del Centro Sportivo Italiano, dove divenne il paladino dello “sport per tutti”. Un lungo legame quello di Gaetano con il CSI, iniziato nel 1947, quando divenne uno dei primissimi tesserati dell’ente, nato solo due anni prima, nel 1945. La sua stretta collaborazione con il CSI di Cuneo prese ufficialmente avvio nel 1956, quando entrò a far parte del Consiglio provinciale in qualità di responsabile dell’attività ragazzi. Fu l’inizio di un percorso unico, quasi irripetibile, che portò Gaetano, il 3 marzo 1980, ad essere eletto Presidente provinciale, incarico che mantenne fino al 1991. Nel 1994 il CSI ha insignito Pagliari del Discobolo d’Oro al merito CSI, massimo riconoscimento del Consiglio nazionale e nel 2016, quale presidente onorario del CSI di Cuneo, in una delle ultime apparizioni pubbliche, Gaetano ha ricevuto dalla Città di Cuneo il premio “Cuneo Vive lo Sport”.

All’incontro in Comune interverranno familiari, amici e conoscenti di Pagliari. Molti di essi hanno lasciato un personale ricordo di Gaetano sulle pagine della pubblicazione “Gaetano Pagliari. Uomo buono, di profonda fede, paladino dello sport per tutti”, realizzata dal CSI di Cuneo proprio per ricordare lo storico presidente, per non dimenticare quanto ha saputo compiere con le sue opere e, ancora di più, con i suoi insegnamenti sul campo, quale uomo buono, di fede e paladino dello “sport per tutti”.

Conclude Mauro Tomatis: “il libro racconta Gaetano come persona nel senso più intimo del termine, come uomo di fede che ha trovato il suo naturale ambiente di testimonianza all’interno dell’Azione Cattolica e come sportivo, faro per decenni del Centro Sportivo Italiano; lui ci ha indicato la via, a noi il compito di continuare a tracciarla”.

Oggi sono tesserati presso il CSI di Cuneo oltre diecimila atleti, appartenenti a 140 diverse società sportive affiliate. Sono circa 450 le squadre che giocano nei campionati organizzati dall’ente.

San Francesco di Sales, ispiratore di don Bosco e patrono dei giornalisti

Nel quarto centenario della morte del vescovo di Ginevra il rettor maggiore dei Salesiani don Angel Fernandez Artime trae la sua Strenna 2022, il messaggio a tutta la famiglia salesiana del mondo

“Fate tutto per amore, nulla per forza”. Citando San Francesco di Sales nel quarto centenario della sua morte, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, ha intitolato la sua Strenna 2022, il messaggio annuale che da sempre i successori di San Giovanni Bosco lanciano come proposta di riflessione ma anche di azione diretta e tema ispiratore dell’anno pastorale a tutta la Famiglia Salesiana del mondo. Un invito a guardare nella stessa direzione sui passi di Don Bosco, verso le necessità dei giovani e della società odierna.
Questa Strenna 2022 è particolare perché incentrata sulla spiritualità di San Francesco di Sales, nell’anno in cui si celebra il IV centenario dell’anniversario della sua morte (1622-2022), sorgente dello spirito salesiano di don Bosco, che da essa attinge per definire lo stile educativo ed evangelizzatore della nascente Congregazione Salesiana: “Ci chiameremo Salesiani” scrisse don Bosco. Ma San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, nato nel 1567 in Savoia da famiglia aristocratica, vive i tempi complessi per la Chiesa della diffusione del calvinismo, opera il riavvicinamento all’ortodossia cattolica di molti calvinisti della regione del Chablais, territorio franco-svizzero e diffonde i propri scritti anche infilandoli sotto le porte delle abitazioni dei cittadini, è diventato patrono dei giornalisti e degli autori. Proprio il 24 gennaio dio un anno dopo la morte il suo corpo venne traslato nell’abbazia di Annecy.

“Sappiamo che Don Bosco rimase profondamente colpito dalla straordinaria figura di questo Santo. Era per lui un’autentica ispirazione, soprattutto perché era un vero pastore, un maestro di carità, un instancabile lavoratore per la salvezza delle anime”, ha scritto proprio il Rettor Maggiore introducendo il suo messaggio. Soffermandosi sulla “grandezza dell’essere umano”, sul “suo valore come persona”, don Artime ha sottolineato che “si manifesta in modo speciale nella libertà, che rende la persona responsabile”. “Per il santo umanista Francesco di Sales, la libertà è l’elemento più prezioso della persona, perché è la vita del cuore. E ha così grande valore e dignità che Dio stesso, che ce l’ha concessa, non la pretende con la forza e, quando ce la richiede, vuole che sia sinceramente e volentieri”. Nelle sue parole la consapevolezza che “l’intervento di Dio, la sua grazia, non si attua mai senza il nostro consenso”. “Dio agisce con forza, non per costringere, ma per attirare il cuore, non per violare, ma per rendere amorosa la nostra libertà. La libertà donata da Dio alla persona umana è sempre rispettata. Dio ci attira a sé; talvolta come una vocazione o un appello; come una ‘prevenzione’, perché egli ci anticipa sempre; come la voce d’un amico; come un’illuminazione; come un’ispirazione o un invito. Dio non si impone: bussa alla nostra porta e aspetta che gli apriamo”.
Tutto questo ci parla della passione educativa ed evangelizzatrice di Don Bosco che si esprime al massino nella vita dell’Oratorio, in mezzo ai suoi ragazzi. Ma non solo Francesco di Sales, ricorda il Rettor Maggiore, è anche maestro di comunicazione, e non a caso è patrono dei giornalisti.
“Vale la pena – scrive don Artime – di cogliere il suo carisma come comunicatore, dove c’è uno splendido accordo tra, da un lato, l’amore e l’interesse per la riflessione, la cultura, l’umanesimo nelle sue espressioni più belle, da promuovere, incoraggiare, armonizzare creando e favorendo il dialogo tra chi è più capace e più ricco in questi campi e, dall’altro lato Francesco di Sales è un maestro di comunicazione per tutti, un grande divulgatore per i mezzi e le condizioni in cui viveva. Anche in questo abbiamo in don Bosco un discepolo che segue lo zelo del maestro, con i nuovi mezzi a sua disposizione. E allo stesso tempo è per noi un messaggio di massima attualità e una vera sfida, nel mondo d’oggi dove la comunicazione è al centro della realtà”.

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 21 al 30 gennaio 2022