ESTATE RAGAZZI: al via la Formazione per animatori!

…sembra lontana…

ma in men che non si dica, il cortile si animerà di centinaia di bambini e ragazzi pronti a divertirsi insieme!

E’ necessario farsi trovare preparati: con questi 3 incontri approfondiremo diversi aspetti dell’animazione, prima di dare vita alla programmazione dell’estate ragazzi 2022.

Vi aspettiamo!

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 11 al 20 febbraio 2022

VI Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 17. 20-26

VI Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 17. 20-26 – Anno C

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. 24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. 25Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. 26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

 

Il quadro introduttivo (Lc 6,17) è molto solenne e preciso: Gesù scende dalla montagna in un luogo pianeggiante e pronuncia il suo discorso circondato dai discepoli e dalla folla. Una folla venuta da ogni dove, persino dalle contrade pagane di Tiro e di Sidone. Il confronto con le beatitudini di Matteo (5,3-12) ci offre il modo di notare tre particolarità proprie della narrazione lucana. Il tono di Luca, ad esempio è più personale di quello di Matteo, più rude e coinvolge direttamente l’ascoltatore («Beati voi poveri»). Inoltre Luca parla di poveri, di piangenti, di affamati, di perseguitati, e tralascia le precisazioni di Matteo (poveri nello spirito, affamati di giustizia). Infine Luca elenca tre guai, che imprimono al discorso un tono quanto mai drastico e radicale (6,24-26).

I profeti hanno descritto il tempo messianico come il tempo in cui Dio si sarebbe preso cura dei poveri, degli affamati, dei perseguitati. Gesù proclama che questo tempo è arrivato. Per i profeti le beatitudini erano al futuro, una speranza: «Verrà un tempo in cui i poveri saranno beati». Per Gesù è un presente: oggi i poveri sono beati. La ragione è una sola, fondamentale: la gioia del Regno arrivato. È alla luce del Regno arrivato – Regno che ha capovolto i valori comuni – che si giustifica la paradossalità di queste parole di Gesù.

Luca si accontenta di quattro beatitudini (Matteo ne ha invece il doppio): i poveri, i piangenti, gli affamati, i perseguitati. Nella sua accezione teologica povero non significa semplicemente chi è privo di mezzi, ma indica la situazione del mendicante trascurato, povero accanto a gente ricca, deriso: i piangenti e gli affamati sono sostanzialmente una ripetizione dei poveri. Più che a delle virtù (come invece Matteo) Luca sembra pensare a delle situazioni di fatto, cioè alla moltitudine dei poveri che non hanno cercato la loro povertà e tuttavia sono chiamati a viverla. La quarta (i perseguitati) è la beatitudine del discepolo, di colui che ha scelto di seguire Gesù, trovandosi coinvolto nel suo destino di persecuzione. Da queste osservazioni emerge un severo giudizio sul mondo ricco: un giudizio che si rafforza se si leggono i quattro guai: «Guai a voi ricchi, guai a voi che siete sazi, guai a voi che ora ridete, guai a voi che ora siete applauditi». Nell’interesse della comunità per la quale scrive (Luca scrive per delle comunità che vivono in seno al mondo pagano, in città ricche di benessere) egli stigmatizza il mondo dei ricchi, dei gaudenti, degli arrivati, e lo giudica dall’alto delle esigenze di Gesù. O forse giudica anche alcuni compromessi mondani che la sua stessa comunità era tentata di fare.

La Società dell’Allegria

Proprio come Giovanni Bosco e i suoi amici

 

 

 

 

Sognatori con i piedi per terra

Tre serate al Teatro don Bosco di Cuneo: venerdì 18 febbraio, venerdì 25 febbraio e sabato 5 marzo

Il sogno è il filo conduttore del Gennaio Salesiano 2022, che a causa degli sviluppi pandemici è stato spostato a febbraio. “Sognatori con i piedi per terra” è il titolo dell’evento culturale che i gruppi della Famiglia salesiana dell’Oratorio don Bosco di Cuneo organizzano in occasione della festa liturgica del Santo fondatore dei Salesiani. Nel 2024 ricorrerà il duecentesimo anniversario di questo sogno, che rappresentò per don Bosco il cardine di tutto il suo modo di vivere la presenza di Dio nella vita di ciascuno e nella storia del mondo.

L’evento si sviluppa in tre serate: venerdì 18 febbraio, venerdì 25 febbraio e sabato 5 marzo alle ore 21 nel Teatro don Bosco di Cuneo. L’intenzione è quella di incontrare cacciatori e accompagnatori di sogni, persone che hanno creduto, lavorato e costruito un sogno. Sulla scia di quanto diceva il papà di un ragazzo dell’oratorio: “ho sempre sognato per me esperienze straordinarie, impegni con grandi responsabilità, viaggi per il mondo. Ho trovato un’ordinarietà quasi banale, agli occhi di molti. L’ordinarietà della vita di marito, papà e insegnante. Eppure, questo quotidiano mi chiede di rimettere in gioco quell’umiltà, quella fortezza e quell’essere robusto di chi cammina e fa camminare, di chi indica la strada e contemporaneamente ascolta chi cammina con lui, anche se più piccolo, perché la strada si fa insieme. Che bello essere cacciatori e accompagnatori di sogni!”.

La prima serata, venerdì 18 febbraio, si intitola “Campioni: l’equilibrio tra una medaglia e la vita” con il Commissario tecnico della nazionale italiana di pallavolo Fefè De Giorgi, il campione olimpico di marcia a Mosca 1980 Maurizio Damilano e il campione di sci alpino paralimpico cuneese Aldo Baudino. “Attraverso le loro esperienze conosceremo quanta forza di carattere sia necessaria e quanto duro occorra lavorare per costruire un sogno o ricostruirsi una vita”, riporta la presentazione.

La seconda serata, venerdì 25 febbraio, ha come ospite don Marco Pozza, cappellano delle carceri di Padova, autore di numerose pubblicazioni, personaggio televisivo ed intervistatore di papa Francesco in numerosi programmi e libri. Le storie dal sottosuolo aiuteranno a capire in che modo, e se è possibile, costruire o ricostruire i sogni infranti di chi vive in carcere.

Infine, la terza serata, sabato 5 marzo, rappresenta la realizzazione del sogno di don Bosco: le fiere e i lupi sono diventati ragazzi dell’oratorio che celebrano la festa della loro vita ed iniziano a costruire i loro sogni. Musica, canti balli: una festa oratoriana in piena regola sul palco del Teatro don Bosco. Dai bambini della scuola materna sino agli adulti per celebrare il sognatore con i piedi per terra.

Per le serate del 18 e 25 febbraio il prezzo del biglietto d’ingresso è di 3 euro. È possibile prenotare il posto inviando una email all’indirizzo prenotazionidonbosco.cuneo@gmail.com con nome, numero di telefono e quantità di biglietti desiderati.

Per l’accesso è necessario mostrare il green pass rafforzato ed indossare una mascherina FFP2. La sala sarà aperta un’ora prima dello spettacolo: si invita il pubblico a presentarsi in anticipo per svolgere in tutta calma le operazioni di ingresso e biglietteria. Altre informazioni e aggiornamenti disponibili su www.salecuneo.it/cinema-teatro.

Le serate sono state rese possibili grazie al sostegno degli sponsor, in particolare la ditta Olimac e il settimanale La Guida.


Una domenica a pranzo con i Salesiani

È un invito/appello che la comunità dei Salesiani rivolge alle famiglie e a persone sole che desiderano fare pranzo alla domenica e in altri giorni festivi con la comunità salesiana.

Desideriamo non far lavorare nessuno di domenica e nei giorni festivi per garantire a tutti la festa in famiglia.

I salesiani mettono a disposizione cucina, sala da pranzo, alimenti e la compagnia, oltre che il lavaggio piatti, stoviglie e pentole.

Le famiglie o gli ospiti mettono il tempo per cucinare per tutti e per pranzare in serenità insieme.

Chi fosse interessato lo faccia presente a don Mauro.

Formazione e workshop per animatori

Il gioco da tavola come strumento educativo

“Accorciamo le distanze”: in partenza gli incontri di formazione P.L.A.Y.

11-18-25 marzo 2022