Una buonanotte salesiana dalla Liberia

Sto vivendo il mio 40⁰ anno di “vita missionaria”, preferisco dire di “vita in Africa”. E siccome l’Africa è un continente, per evitare generalizzazioni, mi limito ad un angolo di Africa: l’Africa Occidentale Anglofona!!! Condivido con voi alcune briciole di questi anni di vita salesiana, senza pretendere di essere esaustivo. Possiamo aprire un dialogo e a domande precise potrò dare risposte più pertinenti ed estensive. Già prevedo che questa buona notte non rispetterà la tradizione salesiana dei 2 o 3 minuti!!! … ma si può sempre prendere a piccole gocce, a rate …  continua a leggere – pdf

ARRIVA L’ORATORIO ESTIVO 2022

Tante belle proposte per vivere le vacanze nello stile di don Bosco    continua a leggere

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 1 al 10 aprile 2022

V Domenica di Quaresima – Giovanni 8, 1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

 

Gli scribi e i farisei gli condussero una donna… la posero in mezzo, quasi non fosse una persona ma una cosa, che si prende, si porta, si mette di qua o di là, dove a loro va bene, anche a morte. Sono scribi che mettono Dio contro l’uomo, il peggio che possa capitare alla fede, lettori di una bibbia dimezzata, sordi ai profeti («dice il Signore: io non godo della morte di chi muore», Ez 18,32).

La posero in mezzo. Sguardi di pietra su di lei. La paura che le sale dal cuore agli occhi, ciechi perché non hanno nessuno su cui potersi posare. Attorno a lei si è chiuso il cerchio di un tribunale di soli maschi, che si credono giusti al punto di ricoprire al tempo stesso tutti i ruoli: prima accusatori, poi giudici e infine carnefici.

Chiedono a Gesù: È lecito o no uccidere in nome di Dio? Loro immaginano che Gesù dirà di no e così lo faranno cadere in trappola, mostrando che è contro la Legge, un bestemmiatore.

Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra… nella furia di parole e gesti omicidi, introduce una pausa di silenzio; non si oppone a viso aperto, li avrebbe fatti infuriare ancora di più.

Poi, spiazza tutti i devoti dalla fede omicida, dicendo solo: chi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei.

Peccato e pietre? Gesù scardina con poche parole limpide lo schema delitto/castigo, quello su cui abbiamo fondato le nostre paure e tanta parte dei nostri fantasmi interiori. Rimangono soli Gesù e la donna, e lui ora si alza in piedi davanti a lei, come davanti a una persona attesa e importante. E le parla. Nessuno le aveva parlato: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, vai. E non le chiede di confessare la colpa, neppure le domanda se è pentita. Gesù, scrive non più per terra ma nel cuore della donna e la parola che scrive è: futuro.

Va’ e d’ora in poi non peccare più. Sette parole che bastano a cambiare una vita. Qualunque cosa quella donna abbia fatto, non rimane più nulla, cancellato, annullato, azzerato. D’ora in avanti: «Donna, tu sei capace di amare, puoi amare ancora, amare bene, amare molto. Questo tu farai…». Non le domanda che cosa ha fatto, le indica che cosa potrà fare. Lei non appartiene più al suo sbaglio, ma al suo futuro, ai semi che verranno seminati, alle persone che verranno amate.

Il perdono è qualcosa che non libera il passato, fa molto di più: libera il futuro. E il bene possibile, solo possibile, di domani, conta di più del male di adesso. Nel mondo del vangelo è il bene che revoca il male, non viceversa.

Il perdono è un vero dono, il solo dono che non ci farà più vittime, che non farà più vittime, né fuori né dentro noi. (p. padre Ermes Ronchi)

Messaggio del Rettor Maggiore – Tra dolore e speranza

La fotografia del crocifisso di Leopoli, città dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la ‘Resurrezione’ di questo popolo e di queste persone.

Miei cari amici, lettori del Bollettino Salesiano di tutto il mondo. Mentre scrivo queste righe, tutti i media del mondo stanno riportando, minuto per minuto, quasi in linea diretta, le notizie della terribile guerra che si sta svolgendo in Ucraina. E sono convinto che la grande maggioranza del popolo russo non vuole fare del male a nessuno. Ma penso che la maggior parte di noi sia d’accordo che quello che sta succedendo in quella terra benedetta è terribile, inimmaginabile, incredibile nel 21° secolo, una follia totale, un vero genocidio. Pensare a come ci sentiremmo se lo stessimo vivendo, suppongo che ci riempia di tristezza e ci faccia rabbrividire.

Questa è la triste realtà. E ancora una volta il male fa rumore, distrugge cose e persone, porta morte, taglia vite umane, frattura famiglie ecc… Il bene, tanto bene e tanta solidarietà che stiamo vedendo nello stesso momento in cui cadono i razzi e i proiettili a lungo raggio, è un bene silenzioso, cerca di mitigare il dolore, di asciugare le lacrime, di dare calore umano. Perché anche il cuore umano è così.

In situazioni come queste vediamo il peggio della condizione umana e anche il più bello del cuore umano.

La fotografia del crocifisso di Leopoli, dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la ‘Resurrezione’ di questo popolo e di queste persone.

La stessa cosa è successa nella “prima settimana santa della storia”. Così è stato con il tradimento di Gesù, con la sua solitudine e il suo abbandono, con il suo tradimento e il suo dolore, con la sua condanna a morte, con il suo silenzio e la sua solitudine radicale (tranne che per sua madre e il discepolo amato). E Dio ha pronunciato l’ultima parola con la Resurrezione, con la Vita-Altra.

In questo periodo pasquale che stiamo vivendo non so cosa succederà con la guerra in Ucraina. Sto scrivendo in anticipo e ogni giorno può essere diverso. Ho fiducia che con la ragionevolezza, e la pressione di quasi tutte le nazioni, e con la forza della solidarietà umana e la Fede e la preghiera, la Pace arriverà.

Oggi, quando siamo al decimo giorno di questa terribile guerra, con un milione e mezzo di sfollati, voglio solo sottolineare che la solidarietà, la fraternità, l’umanità dei cuori semplici, delle famiglie, e lo sguardo ragionevole di molti governi mi aiutano a sentirmi meglio come persona. Altrimenti, non credo che saremmo in grado di perdonarci.

Il nostro piccolo grande granello di sabbia

Sono in contatto quotidiano con i miei fratelli e sorelle in Ucraina e Polonia. Mi dà molta pace sapere che anche come famiglia salesiana offriamo il nostro piccolo granello di sabbia, e sono felice di sapere che i ragazzi ospitati nella nostra casa famiglia di Leopoli sono ospitati in case salesiane in Slovacchia. Mi dà pace sapere che le case salesiane al confine tra Polonia e Ucraina hanno tutte le porte aperte per accogliere gli sfollati della guerra. A decine di madri con i loro bambini sono state offerte stanze e posti dove vivere con dignità, e cibo, e pulizia. E questa solidarietà sta raggiungendo altre nazioni e anche molte altre presenze salesiane.

Da tutto il mondo salesiano, da tutte le Ispettorie, arrivano piccoli o grandi aiuti, secondo le possibilità. Medicinali e denaro sono stati inviati da tutto il mondo, non per noi salesiani, ma perché, come mediatori, possiamo raggiungere i luoghi più remoti e portare aiuto alle persone in difficoltà. Ed è solo un granello di sabbia, ma siamo decine di migliaia di persone e istituzioni che si sommano.

Preghiera per la Pace

Si tratta di questo. Non c’è rumore. Non c’è nessuna montatura. C’è semplicità e solidarietà. È tempo di passare dal Getsemani e dal Calvario alla speranza e alla forza della Risurrezione.

È molto doloroso che in questa preparazione alla Settimana Santa e alla Santa Pasqua siano presenti bombe, proiettili e pistole, e la morte. Ma anche nel dolore non smetto di proclamare che la vita è più forte, la fratellanza umana è più forte, la solidarietà è più forte, la dignità della persona (a volte calpestata) è più forte, l’aiuto di fratello in fratello (anche senza conoscersi o parlare la stessa lingua) è più forte, la speranza è più contagiosa.

Chiedo al Signore della Vita nella preghiera di aiutarci a rinsavire. Preghiamo anche per quelli che hanno iniziato questa tragedia.

Prego con Papa Francesco “Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino”.

Il Signore tenga accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.

Chiedo che i cuori pieni di Umanità non tacciano.

Facciamo quello che ognuno di noi può, cari amici. Uniamo i nostri sforzi con le parole, con le mani che aiutano e con la preghiera.

Che il Signore risorto ci riempia della sua forza e della sua pace.

Ucraina – Testimonianza di Suor Teresa a Odessa

Conosco bene gli ucraini e conosco bene anche i russi. E posso dire che entrambi questi popoli stanno soffrendo per la guerra. Ma posso anche dire che questa guerra ha cambiato molto l’Ucraina. Viviamo nel centro di Odessa, siamo in tre: due polacche e una slovacca. Siamo rimaste perché ci è parso doveroso fare così: la gente qui ha bisogno di noi, di una presenza della Chiesa, parlo dei civili ma anche dei militari. Attorno alla presenza della Chiesa e dei salesiani in particolare, in città ruota un’organizzazione di civili che si dedicano in particolare al lavoro negli ospedali e per l’infanzia. Odessa è ben preparata. La città per ora non è stata distrutta dai bombardamenti. Molte persone sono andate via, ma la gran maggioranza degli abitanti è ancora qui. Certo, si sentono spari ed esplosioni. Gli allarmi notturni sono numerosi. Non credo comunque che i russi possano arrivare dal mare, piuttosto forse da due strade via terra. La guerra comunque incombe sul lavoro della Chiesa e dei civili. Ci è stato chiesto ancora recentemente, e anche dalla nostra Madre Generale, se abbiamo paura e se desideriamo andare via. Certo che abbiamo paura, ma riteniamo che il nostro posto sia qui.

Ucraina – Testimonianza di don Roman Bodman

Salesiano ucraino di Leopoli

Grazie per la vostra vicinanza. Adesso la situazione è controllata, ma è comunque tesa a Leopoli. È arrivata tanta gente dall’est dell’Ucraina dove sono maggiormente colpiti. Molta gente va in Europa e in posti dove aspettare che tutto finisca. Pregate Maria ausiliatrice aiuto dei cristiani, che doni pace e giustizia, e che l’aggressione finisca.

Dal primo aprile cessano le Norme per le celebrazioni con il popolo in tempo di pandemia

Con la fine dello stato di emergenza rimangono alcune raccomandazioni per un prudente ritorno alla normalità

Ormai da due anni le celebrazioni con il popolo nelle nostre diocesi sono regolate dalle norme che il vescovo Piero Delbosco ha fissato l’11 maggio 2020 in linea con il protocollo sottoscritto il 7 maggio 2020 tra il Governo Italiano e la Conferenza Episcopale Italiana. Con la fine dello stato di emergenza, dal 1 aprile 2022 tale protocollo è abrogato; pertanto, anche il vescovo Piero ha disposto la cessazione delle norme date, raccomandando però di seguire i suggerimenti che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato, al fine di evitare imprudenze in questa fase di progressivo ritorno alla normalità:

  1. sull’uso delle mascherine nei luoghi al chiuso si continuano a seguire le norme delle autorità secolari che oggi lo impongono fino al 30 aprile 2022;
  2. il distanziamento di un metro non è più obbligatorio ma si deve predisporre quanto necessario per evitare assembramenti inopportuni in particolare all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi;
  3. rimane opportuna l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso, mettendo a disposizione quanto necessario;
  4. è meglio tenere ancora vuote le acquasantiere;
  5. per l’igiene degli ambienti si devono ovviamente mantenere le buone pratiche di pulizia periodica delle superfici con idonei igienizzanti, non necessariamente dopo ogni celebrazione, e gli accorgimenti che favoriscono il ricambio dell’aria, anche lasciando aperta o almeno socchiusa qualche porta o finestra, se possibile;
  6. ricordando che lo scambio di pace nella celebrazione dell’Eucaristia è sempre facoltativo, è opportuno ancora evitare la stretta di mano o l’abbraccio;
  7. per la distribuzione della comunione, preferibilmente sulla mano ma anche in bocca, con le dovute attenzioni, ai fedeli che vanno in processione all’altare per riceverla, è meglio che i ministri continuino ad indossare la mascherina e ad igienizzare le mani; allo stesso modo, per gli altri sacramenti che prevedono un contatto fisico è opportuno adottare idonee precauzioni igieniche;
  8. non ci sono limitazioni per le processioni, cercando di evitare assembramenti eccessivi rischiosi;
  9. secondo le indicazioni delle autorità secolari, chi ha sintomi influenzali non deve partecipare alle celebrazioni o ad altri incontri in presenza, soprattutto chi è sottoposto a isolamento perché positivo al Covid-19.

Via Crucis Cittadina

Venerdì 8 aprile 2022

Zona Pastorale Città di Cuneo

La Via Crucis Cittadina si svolgerà il giorno venerdì 8 aprile alle ore 20,30 con ritrovo presso la Chiesa di Santa Croce e con il seguente percorso:
Via Santa Croce, Via Santa Maria, Via Roma

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