Sale Academy Show! “Il Viaggio”

Finalmente ci siamo!
Dopo lunghi anni ritorna lo spettacolo della Sale Academy dove si esibiranno gli allievi dei corsi 2021-2022!
L’ultima volta, nel 2019, era stato un tripudio di emozioni che ha coinvolto tutto il cinema-teatro Don Bosco al completo per l’occasione.
Quest’anno il tema sarà ‘Il Viaggio’ e siete tutti invitati a partecipare portando tutto l’entusiasmo che avete per farlo arrivare a chi si esibisce sul palco!

Vi aspettiamo…

… e che lo show abbia inizio!!

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 27 maggio al 5 giugno 2022

Ascensione del Signore – Luca 24, 46-53

Dal vangelo secondo Luca,

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Con l’ascensione di Gesù, con il suo corpo assente, sottratto agli sguardi e al nostro avido toccare, inizia la nostalgia del cielo. Aveva preso carne nel grembo di una donna, svelando il profondo desiderio di Dio di essere uomo fra gli uomini e ora, salendo al cielo, porta con sé il nostro desiderio di essere Dio. L’ascensione al cielo non è una vittoria sulle leggi della forza di gravità. Gesù non è andato lontano o in alto o in qualche angolo remoto del cosmo. È “asceso”’ nel profondo degli esseri, “disceso” nell’intimo del creato e delle creature, e da dentro preme come forza ascensionale verso più luminosa vita. A questa navigazione del cuore Gesù chiama i suoi. A spostare il cuore, non il corpo. Il Maestro lascia la terra con un bilancio deficitario, un fallimento a giudicare dai numeri: delle folle che lo osannavano, sono rimasti soltanto undici uomini impauriti e confusi, e un piccolo nucleo di donne tenaci e coraggiose. Lo hanno seguito per tre anni sulle strade di Palestina, non hanno capito molto ma lo hanno molto amato, questo sì, e sono venuti tutti all’ultimo appuntamento. Ora Gesù può tornare al Padre, rassicurato di avere acceso amore sulla terra. Sa che nessuno di quegli uomini e di quelle donne lo dimenticherà. È la sola garanzia di cui ha bisogno. E affida il suo Vangelo, e il sogno di cieli nuovi e terra nuova, non all’intelligenza dei primi della classe, ma a quella fragilità innamorata. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Nel momento dell’addio, Gesù allarga le braccia sui discepoli, li raccoglie e li stringe a sé, e poi li invia. È il suo gesto finale, ultimo, definitivo; immagine che chiude la storia: le braccia alte in una benedizione senza parole, che da Betania veglia sul mondo, sospesa per sempre tra noi e Dio! Il mondo lo ha rifiutato e ucciso e lui lo benedice. Mentre li benediceva si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Gesto prolungato, continuato, non frettoloso, verbo espresso all’imperfetto per indicare una benedizione mai terminata, in-finita; lunga benedizione che galleggia alta sul mondo e vicinissima a me: Lui che benedice gli occhi e le mani dei suoi, benedice il cuore e il sorriso, la tenerezza e la gioia improvvisa! Quella gioia che nasce quando senti che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia, vivo per sempre. Che il nostro lottare non è inutile, ma produce cielo sulla terra. È asceso il nostro Dio migratore: non oltre le nubi ma oltre le forme; non una navigazione celeste, ma un pellegrinaggio del cuore: se prima era con i discepoli, ora sarà dentro di loro, forza ascensionale dell’intero cosmo verso più luminosa vita. (p. E. Ronchi)

 

Elenco Cresimandi

Elenco dei cresimandi di domenica 29 maggio ore 16,00:

 

N. COGNOME NOME                            CATECHISTA


1 ABELLO ANTONIO                                Martina
2 BERNARDI ANDREA TERESA
3 CALAMELA ANNA
4 DE PANDIS ELISA
5 FALCO CAMILLA
6 IZZO DYLAN
7 LAZZARINO SARA
8 LOVERA ELENA
9 PASCALE MATTEO
10 PIOVANI GIULIA
11 RIBERI MARCO
12 ARESE MARGHERITA                         Chiara
13 BAUDINO ERIK
14 BERNARDI CARLOTTA GRETA
15 BRUNO MIRIAM
16 CORDERO VITTORIA
17 DE BLASIO FRANCESCO
18 LIPPIELLO ANGELICA
19 LOMBARDI SIMONA
20 PECI GJENI
21 PELLEGRINO GIORGIA
22 PERINI ELIA
23 SANDI RAYAN
24 FASANELLA GIADA
25 VERCELLONE TOMMASO

 

 

 

Festa della comunità

Domenica 5 giugno

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 20 al 29 maggio 2022

VI Domenica di Pasqua – Giovanni 14, 23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Il passo del vangelo di Giovanni (14,23-29) svolge due temi: l’amore per Gesù e il dono dello Spirito. Subito viene presentato l’indissolubile legame fra l’amore a Gesù e l’osservanza dei comandamenti. La prova che si ama veramente il Signore è l’obbedienza. Il verbo amare dice anche desiderio, affetto, amicizia, appartenenza: ma qui si sottolinea che non si può parlare di vero amore se manca l’osservanza dei comandamenti. «Se uno mi ama osserverà la mia parola» (v. 23). C’è poi un’altra nota dell’amore. Esso è il luogo dell’incontro con l’amore del Padre, anzi il luogo in cui il Padre e Gesù pongono la loro dimora: «Il Padre mio lo amerà e verremo da Lui e faremo dimora presso di Lui» (v. 25).

La domanda di Giuda (v. 22) manifesta un fraintendimento. Giuda ha l’impressione che l’esclusione del mondo dalla manifestazione di Gesù sia qualcosa di arbitrario, o forse di deludente: la tradizione non parlava di una manifestazione pubblica, con potenza e gloria? Invece la manifestazione di Gesù avviene nell’amore. È perciò la disponibilità all’amore che diventa la ragione della differenza tra i discepoli e il mondo. Senza l’amore l’uomo resta carnale, incapace di autentica esperienza di Dio (v. 24).

Il secondo tema afferma che un primo compito dello Spirito Consolatore è l’insegnamento: «Vi insegnerà ogni cosa». È un’affermazione da precisare. Lo Spirito è mandato dal Padre nel nome di Gesù e ricorda quanto Gesù ha già detto. L’insegnamento dello Spirito è ancora l’insegnamento di Gesù. Nessuna concorrenza. Compito dello Spirito è insegnare e ricordare. Si tratta sempre dell’insegnamento di Gesù, ma colto e compreso nella sua pienezza: «Vi insegnerà ogni cosa». Non si tratta di aggiungere qualcosa all’insegnamento di Gesù, quasi fosse incompleto. «Ogni cosa» significa la pienezza, la sua radice, la sua ragione profonda. E anche la memoria, dono dello Spirito, non è ricordo ripetitivo, ma ricordo che attualizza.

Lo Spirito è il protagonista che mantiene aperta la storia di Gesù rendendola perennemente attuale e salvifica. Senza lo Spirito la storia di Gesù – compresa la sua risurrezione – sarebbe rimasta una storia chiusa nel passato, non un evento perennemente contemporaneo. Lo Spirito è la continuità tra il tempo di Gesù e il tempo della Chiesa. (B. Maggioni, biblista)