Sto vivendo il mio 40⁰ anno di “vita missionaria”, preferisco dire di “vita in Africa”. E siccome l’Africa è un continente, per evitare generalizzazioni, mi limito ad un angolo di Africa: l’Africa Occidentale Anglofona!!! Condivido con voi alcune briciole di questi anni di vita salesiana, senza pretendere di essere esaustivo. Possiamo aprire un dialogo e a domande precise potrò dare risposte più pertinenti ed estensive. Già prevedo che questa buona notte non rispetterà la tradizione salesiana dei 2 o 3 minuti!!! … ma si può sempre prendere a piccole gocce, a rate … continua a leggere – pdf
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2021/05/Liberia.jpg9051024SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-04 21:18:282022-04-04 21:18:28Una buonanotte salesiana dalla Liberia
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2020/10/Pensiero-della-settimana.jpg10801920SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-01 20:30:342022-04-01 20:36:30Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti - settimana dal 1 al 10 aprile 2022
1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Gli scribi e i farisei gli condussero una donna… la posero in mezzo, quasi non fosse una persona ma una cosa, che si prende, si porta, si mette di qua o di là, dove a loro va bene, anche a morte. Sono scribi che mettono Dio contro l’uomo, il peggio che possa capitare alla fede, lettori di una bibbia dimezzata, sordi ai profeti («dice il Signore: io non godo della morte di chi muore», Ez 18,32).
La posero in mezzo. Sguardi di pietra su di lei. La paura che le sale dal cuore agli occhi, ciechi perché non hanno nessuno su cui potersi posare. Attorno a lei si è chiuso il cerchio di un tribunale di soli maschi, che si credono giusti al punto di ricoprire al tempo stesso tutti i ruoli: prima accusatori, poi giudici e infine carnefici.
Chiedono a Gesù: È lecito o no uccidere in nome di Dio? Loro immaginano che Gesù dirà di no e così lo faranno cadere in trappola, mostrando che è contro la Legge, un bestemmiatore.
Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra… nella furia di parole e gesti omicidi, introduce una pausa di silenzio; non si oppone a viso aperto, li avrebbe fatti infuriare ancora di più.
Poi, spiazza tutti i devoti dalla fede omicida, dicendo solo: chi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei.
Peccato e pietre? Gesù scardina con poche parole limpide lo schema delitto/castigo, quello su cui abbiamo fondato le nostre paure e tanta parte dei nostri fantasmi interiori. Rimangono soli Gesù e la donna, e lui ora si alza in piedi davanti a lei, come davanti a una persona attesa e importante. E le parla. Nessuno le aveva parlato: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, vai. E non le chiede di confessare la colpa, neppure le domanda se è pentita. Gesù, scrive non più per terra ma nel cuore della donna e la parola che scrive è: futuro.
Va’ e d’ora in poi non peccare più. Sette parole che bastano a cambiare una vita. Qualunque cosa quella donna abbia fatto, non rimane più nulla, cancellato, annullato, azzerato. D’ora in avanti: «Donna, tu sei capace di amare, puoi amare ancora, amare bene, amare molto. Questo tu farai…». Non le domanda che cosa ha fatto, le indica che cosa potrà fare. Lei non appartiene più al suo sbaglio, ma al suo futuro, ai semi che verranno seminati, alle persone che verranno amate.
Il perdono è qualcosa che non libera il passato, fa molto di più: libera il futuro. E il bene possibile, solo possibile, di domani, conta di più del male di adesso. Nel mondo del vangelo è il bene che revoca il male, non viceversa.
Il perdono è un vero dono, il solo dono che non ci farà più vittime, che non farà più vittime, né fuori né dentro noi. (p. padre Ermes Ronchi)
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/03/Vangelo-4.jpg10801920SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-01 18:00:022022-04-04 20:36:07V Domenica di Quaresima – Giovanni 8, 1-11
La fotografia del crocifisso di Leopoli, città dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la ‘Resurrezione’ di questo popolo e di queste persone.
Miei cari amici, lettori del Bollettino Salesiano di tutto il mondo. Mentre scrivo queste righe, tutti i media del mondo stanno riportando, minuto per minuto, quasi in linea diretta, le notizie della terribile guerra che si sta svolgendo in Ucraina. E sono convinto che la grande maggioranza del popolo russo non vuole fare del male a nessuno. Ma penso che la maggior parte di noi sia d’accordo che quello che sta succedendo in quella terra benedetta è terribile, inimmaginabile, incredibile nel 21° secolo, una follia totale, un vero genocidio. Pensare a come ci sentiremmo se lo stessimo vivendo, suppongo che ci riempia di tristezza e ci faccia rabbrividire.
Questa è la triste realtà. E ancora una volta il male fa rumore, distrugge cose e persone, porta morte, taglia vite umane, frattura famiglie ecc… Il bene, tanto bene e tanta solidarietà che stiamo vedendo nello stesso momento in cui cadono i razzi e i proiettili a lungo raggio, è un bene silenzioso, cerca di mitigare il dolore, di asciugare le lacrime, di dare calore umano. Perché anche il cuore umano è così.
In situazioni come queste vediamo il peggio della condizione umana e anche il più bello del cuore umano.
La fotografia del crocifisso di Leopoli, dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la ‘Resurrezione’ di questo popolo e di queste persone.
La stessa cosa è successa nella “prima settimana santa della storia”. Così è stato con il tradimento di Gesù, con la sua solitudine e il suo abbandono, con il suo tradimento e il suo dolore, con la sua condanna a morte, con il suo silenzio e la sua solitudine radicale (tranne che per sua madre e il discepolo amato). E Dio ha pronunciato l’ultima parola con la Resurrezione, con la Vita-Altra.
In questo periodo pasquale che stiamo vivendo non so cosa succederà con la guerra in Ucraina. Sto scrivendo in anticipo e ogni giorno può essere diverso. Ho fiducia che con la ragionevolezza, e la pressione di quasi tutte le nazioni, e con la forza della solidarietà umana e la Fede e la preghiera, la Pace arriverà.
Oggi, quando siamo al decimo giorno di questa terribile guerra, con un milione e mezzo di sfollati, voglio solo sottolineare che la solidarietà, la fraternità, l’umanità dei cuori semplici, delle famiglie, e lo sguardo ragionevole di molti governi mi aiutano a sentirmi meglio come persona. Altrimenti, non credo che saremmo in grado di perdonarci.
Il nostro piccolo grande granello di sabbia
Sono in contatto quotidiano con i miei fratelli e sorelle in Ucraina e Polonia. Mi dà molta pace sapere che anche come famiglia salesiana offriamo il nostro piccolo granello di sabbia, e sono felice di sapere che i ragazzi ospitati nella nostra casa famiglia di Leopoli sono ospitati in case salesiane in Slovacchia. Mi dà pace sapere che le case salesiane al confine tra Polonia e Ucraina hanno tutte le porte aperte per accogliere gli sfollati della guerra. A decine di madri con i loro bambini sono state offerte stanze e posti dove vivere con dignità, e cibo, e pulizia. E questa solidarietà sta raggiungendo altre nazioni e anche molte altre presenze salesiane.
Da tutto il mondo salesiano, da tutte le Ispettorie, arrivano piccoli o grandi aiuti, secondo le possibilità. Medicinali e denaro sono stati inviati da tutto il mondo, non per noi salesiani, ma perché, come mediatori, possiamo raggiungere i luoghi più remoti e portare aiuto alle persone in difficoltà. Ed è solo un granello di sabbia, ma siamo decine di migliaia di persone e istituzioni che si sommano.
Preghiera per la Pace
Si tratta di questo. Non c’è rumore. Non c’è nessuna montatura. C’è semplicità e solidarietà. È tempo di passare dal Getsemani e dal Calvario alla speranza e alla forza della Risurrezione.
È molto doloroso che in questa preparazione alla Settimana Santa e alla Santa Pasqua siano presenti bombe, proiettili e pistole, e la morte. Ma anche nel dolore non smetto di proclamare che la vita è più forte, la fratellanza umana è più forte, la solidarietà è più forte, la dignità della persona (a volte calpestata) è più forte, l’aiuto di fratello in fratello (anche senza conoscersi o parlare la stessa lingua) è più forte, la speranza è più contagiosa.
Chiedo al Signore della Vita nella preghiera di aiutarci a rinsavire. Preghiamo anche per quelli che hanno iniziato questa tragedia.
Prego con Papa Francesco “Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino”.
Il Signore tenga accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.
Chiedo che i cuori pieni di Umanità non tacciano.
Facciamo quello che ognuno di noi può, cari amici. Uniamo i nostri sforzi con le parole, con le mani che aiutano e con la preghiera.
Che il Signore risorto ci riempia della sua forza e della sua pace.
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/04/Crocifisso-Leopoli.jpg6821024SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-01 16:40:152022-04-01 16:39:54Messaggio del Rettor Maggiore - Tra dolore e speranza
Con la fine dello stato di emergenza rimangono alcune raccomandazioni per un prudente ritorno alla normalità
Ormai da due anni le celebrazioni con il popolo nelle nostre diocesi sono regolate dalle norme che il vescovo Piero Delbosco ha fissato l’11 maggio 2020 in linea con il protocollo sottoscritto il 7 maggio 2020 tra il Governo Italiano e la Conferenza Episcopale Italiana. Con la fine dello stato di emergenza, dal 1 aprile 2022 tale protocollo è abrogato; pertanto, anche il vescovo Piero ha disposto la cessazione delle norme date, raccomandando però di seguire i suggerimenti che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato, al fine di evitare imprudenze in questa fase di progressivo ritorno alla normalità:
sull’uso delle mascherine nei luoghi al chiuso si continuano a seguire le norme delle autorità secolari che oggi lo impongono fino al 30 aprile 2022;
il distanziamento di un metro non è più obbligatorio ma si deve predisporre quanto necessario per evitare assembramenti inopportuni in particolare all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi;
rimane opportuna l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso, mettendo a disposizione quanto necessario;
è meglio tenere ancora vuote le acquasantiere;
per l’igiene degli ambienti si devono ovviamente mantenere le buone pratiche di pulizia periodica delle superfici con idonei igienizzanti, non necessariamente dopo ogni celebrazione, e gli accorgimenti che favoriscono il ricambio dell’aria, anche lasciando aperta o almeno socchiusa qualche porta o finestra, se possibile;
ricordando che lo scambio di pace nella celebrazione dell’Eucaristia è sempre facoltativo, è opportuno ancora evitare la stretta di mano o l’abbraccio;
per la distribuzione della comunione, preferibilmente sulla mano ma anche in bocca, con le dovute attenzioni, ai fedeli che vanno in processione all’altare per riceverla, è meglio che i ministri continuino ad indossare la mascherina e ad igienizzare le mani; allo stesso modo, per gli altri sacramenti che prevedono un contatto fisico è opportuno adottare idonee precauzioni igieniche;
non ci sono limitazioni per le processioni, cercando di evitare assembramenti eccessivi rischiosi;
secondo le indicazioni delle autorità secolari, chi ha sintomi influenzali non deve partecipare alle celebrazioni o ad altri incontri in presenza, soprattutto chi è sottoposto a isolamento perché positivo al Covid-19.
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/04/Fedeli-mascherine.jpeg373664SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-01 16:20:152022-04-01 16:43:00Dal primo aprile cessano le Norme per le celebrazioni con il popolo in tempo di pandemia
Riprende l’appuntamento annuale promosso dal Servizio per la pastorale giovanile, in collaborazione con il Movimento Charles de Foucauld
Dopo due anni di stop per l’emergenza sanitaria, ritorna la Veglia di preghiera per i giovani nella Domenica delle Palme. Sabato 9 aprile alle ore 20.30 nella chiesa parrocchiale di San Rocco Castagnaretta in Cuneo i giovani si raccoglieranno insieme al vescovo Piero Delbosco per un momento di preghiera.
“Sarà un’occasione di ascolto della Parola di Dio in vista della Pasqua: un appuntamento sentito dai giovani cuneesi e fossanesi, che prima della pandemia si ritrovavano nella chiesa della Città dei ragazzi”, dice don Paolo Revello, responsabile del Servizio per la pastorale giovanile. “La veglia è stata preparata dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, dai parrocchiani di San Rocco Castagnaretta e dal Movimento Charles de Foucauld – Città dei ragazzi.
L’incontro, che ha come titolo “Alzati… sei luce!”, sarà scandito dall’ascolto del brano della conversione di San Paolo, seguito dal commento di don Pino Isoardi, del Movimento Charles de Foucauld. Questo tema è stato suggerito da papa Francesco per le Giornate diocesane della gioventù in vista della Giornata mondiale che si terrà il prossimo anno a Lisbona. Seguirà il racconto di Christian che attraverso alcuni progetti aiuta le persone in Senegal a sviluppare un’agricoltura sostenibile nel proprio territorio. Al termine i sacerdoti saranno disponibili per il Sacramento della Penitenza. Chi vorrà potrà fermarsi al rinfresco preparato dai volontari della parrocchia di San Rocco.
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/04/Veglia-Preghiera.jpg522800SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-04-01 16:01:382022-04-01 16:01:38Veglia di preghiera per i giovani nella Domenica delle Palme
https://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2020/10/Pensiero-della-settimana.jpg10801920SaleCuneoAdminhttps://salecuneo.labstolearn.it/wp-content/uploads/2022/05/Logo-cuneo-nuovo-1.pngSaleCuneoAdmin2022-03-25 21:07:302022-03-26 15:57:45Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti - settimana dal 25 marzo al 3 aprile 2022
IV Domenica di Quaresima – Laetare – Luca 15, 1-3 / 11-32 – Anno C
1Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola:
11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. 20Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. 22Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. 31Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Il tema centrale della parabola è l’amore del padre. A lui non interessa che il figlio gli abbia dissipato il patrimonio. Ciò che lo addolora è che il figlio sia lontano, a disagio. E quando ritorna non bada neppure alle sue parole («Trattami come uno dei tuoi servi»): l’importante è che il figlio abbia capito e sia tornato. Ecco il motivo della sua gioia: «Questo mio figlio era morto ed è tornano in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
Questo è il volto del vero Dio, un volto molto diverso da come scribi e farisei supponevano, e come giusti e benpensanti alle volte continuano a supporre.
Se invece prendiamo in considerazione la figura del figlio minore, allora ci accorgiamo che il suo peccato non è semplicemente consistito nel fatto che abbia chiesto la sua parte di eredità e l’abbia poi dissipata, lontano da casa, in una vita libertina. Questo comportamento non è che la conseguenza di una convinzione che gli si era radicata nell’animo, e cioè la convinzione che la casa fosse una prigione, la presenza del padre ingombrante e mortificante, e l’allontanamento da casa una libertà. Questo è il vero peccato del figlio minore. Il suo ritorno a casa – motivato all’inizio dal disagio («io qui muoio di fame») – trova il suo culmine non nel proposito di lavorare come un salariato per riparare il danno (anzi questo mostra che il figlio non ha capito ancora né la profondità dell’amore del padre né la profondità del suo peccato), ma semplicemente nell’aver capito che in casa si sta meglio e che fuori si sta peggio. Questo infatti è quello che voleva il padre. Null’altro. La conversione è un ritorno. Non è un prezzo da pagare – non sta lì il nocciolo della questione – ma una mentalità da cambiare.
A questo punto dobbiamo rileggere una terza volta la parabola dal punto di vista del figlio maggiore. Anziché condividere la gioia del padre, ne prova invidia. Come gli scribi e i farisei che mormorano contro Gesù, anch’egli pensa che il peccato sia consistito nel dilapidare le sostanze, non invece nel fatto di essersi allontanato da casa. E si capisce che anch’egli ragiona come il figlio minore. Infatti è rimasto in casa, ma convinto che lo stare in casa sia faticoso, sia un sacrificio, convinto anch’egli che fuori si sta meglio. È un figlio fedele, ma con l’animo del servo, incapace nel profondo di condividere la gioia del padre, perché non vede nel fratello che si è allontanato un povero da salvare, ma semmai un fortunato da punire. Non si sente figlio, grato e gioioso di essere in casa, già premiato per il fatto di essere in casa
ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!
Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.
Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.
Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.
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Carissimi confratelli e laiche/ci corresponsabili, come aggiornato durante il recente incontro con i consigli della CEP vi invio un aggiornamento sulle iniziative di sostegno che stiamo realizzando in ispettoria a favore di confratelli e famiglie delle nostre presenze salesiane in Ucraina. continua a leggere
I Sale di Cuneo partecipano a questo appello dell’Ispettore con la raccolta delle offerte e dei prodotti indicati nella lettera, che poi noi faremo arrivare a Torino.
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