Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 18 al 27 febbraio 2022

VII Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 27-38

VII Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 27-38 – Anno C

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «27A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Matteo (5,44) e Luca (6,27-35) collocano l’imperativo del perdono ai nemici in un discorso in cui intendono sottolineare la differenza (la vera differenza) fra il cristiano e il mondo. Per Luca gli atteggiamenti positivi da assumere nei confronti del nemico sono addirittura quattro, due in più di Matteo: amare, far del bene, benedire, pregare. Amare (agapan in greco) significa, qui come altrove, l’amore pieno, attivo, solidale, preoccupato, che non attende di essere ricambiato per donarsi. Non si aspetta il ravvedimento del nemico per poi amarlo, ma lo si ama già prima. Se si desidera il suo ravvedimento – e per questo si prega – è perché già ci si sente responsabile nei suoi confronti. Così inteso, l’amore al nemico è la punta dell’amore del prossimo. L’amore al nemico, infatti, evidenzia – come non accade in nessuna altra forma di amore – le due note profonde di ogni autentico amore evangelico. Anzitutto la tensione all’universalità: nell’amore al nemico la figura del «vicino» si dilata sino a rinchiudere anche il «più lontano»: chi è più lontano del nostro nemico? E poi la nota della gratuità, che è l’anima di ogni vero amore.

La figura del nemico di cui Luca parla è, possiamo dire, quotidiana, normale: non si tratta del persecutore, ma più semplicemente di chi sparla di noi, ci odia e ci maltratta. Le esemplificazioni concrete sono numerose, e vanno al di là dello stretto ambito del nemico: si parla infatti non solo di chi odia, percuote, ruba, ma anche di chi chiede un prestito senza avere poi la possibilità di ridare. Luca è particolarmente interessato a sottolineare la gratuità dell’amore.

Le motivazioni che giustificano l’amore al nemico sono due: distinguersi dai peccatori ed essere figli dell’Altissimo. Si tratta di comportarsi come il proprio Dio, «benevolo verso gli ingrati e i cattivi». L’aggettivo «benevolo» in greco dice l’amore attento, accogliente, mite, che non fa pesare ciò che dona. E «ingrato» (sempre in greco) sottolinea una volta di più l’assenza di ogni pretesa di reciprocità. Non si ama il lontano perché si avvicini. Lo si ama perché si vuole prolungare sino a lui la benevolenza di Dio.

Sono convinto di dire cose sorprendentemente paradossali. Ma si tratta del Vangelo. E poi, se si guardano le cose più attentamente, si può anche intuire che il perdono è paradossale, ma anche necessario per la convivenza, a ogni livello: nelle relazioni familiari, nelle relazioni amicali, nella società. Addirittura nelle relazioni fra i popoli. Senza un minimo di riconciliazione il mondo non sta in piedi. Un vecchio rabbino soleva dire che quando Dio creò il mondo, non riusciva a farlo stare in piedi. Poi creò il perdono, e il mondo stette in piedi. (B. Maggioni, biblista)

#CarnevaleaiSale2022

…anche se le sfilate di gruppi e carri non si potranno ancora fare, qui ai sale non ci si tira indietro di fronte al Carnevale!

…e per questo eccovi il calendario delle succulenti proposte!

 



Un ENORME GRAZIE

al progetto La BOA Donatello/Gramsci e alla Casa del Quartiere per la collaborazione!!!

Apostolato di Peghiera

l’Apostolato di preghiera è un’ Associazione che unisce i fedeli nella preghiera quotidiana di offerta, formando una rete mondiale di Preghiera del Papa.  È una devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Ho ereditato l’ Apostolato di Preghiera nel 2018 dalla ormai defunta Sig.a Elsa Berardi che lo portò avanti dal 2005 al 2017 anno in cui cessò per motivi di salute del marito.
Facciamo capo al Segretariato Nazionale dell’ A.P. che tramite distributori regionali propone l’acquisto di vari prodotti cartacei e precisamente:
1) Lodare e Servire (12 numeri annui costo € 23)
2) Messaggio del Cuore di Gesù (12 numeri annui costo € 18)
3) serie di 12 estratti del Messaggio (rotolo da 12 manifesti mensili costo € 12)
4) biglietti mensili (n. 10 blocchetti con all’interno i biglietti validi un mese per il primo semestre. Nel mese di maggio ne vengono consegnati altrettanti per il secondo semestre al costo di € 8 al blocchetto per un totale di € 80 annui)
La Parrocchia dei Salesiani ha  finora aderito all’acquisto di cui ai punti 3 e 4).
Negli scorsi anni erano molti i distributori ai quali venivano consegnati I blocchettini semestrali della preghiera e intenzioni che vengono sempre lette a fine Messa o qualora lo si ritenga opportuno leggerle.
Con gli anni il numero dei  distributori (tutti volontari della Parrocchia) si è  assottigliato per anzianità, malattia o decesso.
A tutt’oggi siamo in 7 che distribuiamo a persone devote  queste preghiere ricevendo a volte offerte, a volte niente.
Nel mese di febbraio contatto i distributori e raccolgo quanto hanno ricevuto o hanno offerto volontariamente. Da quanto ricevo detraggo  le spese di acquisto del materiale che anticipo pari a € 92 e verso all’ufficio parrocchiale € 120 per 12 messe annuali per i defunti dell’apostolato di Preghiera.  Quello che avanza viene consegnato al Parroco Don Mauro.
La cifra raccolta per i 2022 è di € 270. Detratti € 92 di acquisto materiale e dati 120€ per Messe annuali ho ancora consegnato € 58 arrotondati a 60€ a Don Mauro.
La Segretaria
Mirella Massa

Dalla Liberia ci scrive don Riccardo Castellino

Tappita, 8 Febbraio 2022

Cari Amici,

Alle 19.00 del 21 Gennaio scorso posavo il piede nella Missione di Tappita, impolverato e “saccagnato” dopo il viaggio di 400 km dalla capitale. Ero stato via per più di 6 mesi …

La gioia di essere ritornato a casa era offuscata da una grande amarezza nel rivedere la realtà che mi circondava. Il primo impatto è sempre shoccante … non importa quanto a lungo sei vissuto in Africa! Avevo negli occhi e nella mente le immagini del mondo che avevo lasciato poche ore prima. Per tutto il viaggio in dissolvenza si alternavano e soprapponevano le immagini delle strade, i mezzi di trasporto, le abitazioni, le attività commerciali ed agricole del nostro mondo e quanto scorreva sotto i miei occhi!!! … Quale differenza e quanta ingiustizia. Com’è possibile che nello stesso mondo convivano situazioni così opposte!!! Non voglio essere semplicistico (o peggio ancora un semplicione!); non ignoro tutti i problemi che travagliano il mondo che mi sono lasciato alle spalle, ciò nonostante non riesco a capacitarmi come sia possibile!

Le prime impressioni dopo questo tempo di assenza?  Anzitutto l’assenza è stata solamente “fisica” … perché il pensiero e la mente non si erano mai assentati da Tappita!

L’aspetto più immediato è stato il passaggio dai -4⁰ di Torino Caselle ai +32⁰ di Roberts International Airport – Monrovia. Ero partito in piena stagione delle piogge; l’ultimo tratto di strada era percorribile solo in motocicletta con l’arrivo inzaccherato di fango; mi ritrovo in piena stagione secca con arrivo in una maschera di polvere! Per di più l’harmattan che soffia dal Nord, rende l’atmosfera estremamente secca e polverosa e spinge la temperatura fino a 36⁰ di giorno per poi scendere fino a 20⁰ di notte. Un po’ fuori del normale … effetto cambiamento climatico?

Molto più stridente è stato il contrasto nel passaggio da un mondo in cui per 6 mesi non ho sentito parlare di altro che di mascherine, distanza sociale, green pass, statistiche di ricoveri, infezioni, morti, anti-vax, quarantene, isolamento, zone bianche, gialle, rosse … a un mondo dove la vita scorre normale, qualche mascherina qua e là come misura precauzionale in ambienti particolari, più consigliata che imposta. Ti sembra di essere uscito da un incubo, di esserti svegliato dopo un brutto sogno e di respirare! Spero e prego che questa situazione duri per sempre!

Non ho potuto che apprezzare gli sforzi dei miei confratelli, che ingranando una marcia in più hanno continuato a seguire le attività nei vari settori della Missione. Li ho trovati stanchi ma sereni. Ho anche trovato la Comunità cresciuta: è arrivato un nuovo confratello, il Diacono Roman Portukai (Ucraino). Adesso siamo in 5, ma ancora e sempre più una comunità 100% internazionale!

FESTA DI DON BOSCO

Sono arrivato in tempo per le celebrazioni della Festa di Don Bosco. Parlo di “celebrazioni” al plurale, perché i vari settori della Missione l’ha celebrata con un tocco particolare. Tutto era già stato programmato e io mi sono limitato a godermi la festa!

La SCUOLA ha preso due giorni e l’ha abbinata alla celebrazione del Santo Patrono (Francesco d’Assisi), che cade all’inizio dell’anno scolastico quando l’ambiente non è ancora pronto. Il primo giorno è cominciato con la Messa di Don Bosco, seguito da attività sportive di vario genere. Tutti gli allievi, divisi in 4 gruppi (colori), hanno gareggiato fra di loro. Ogni gruppo si è cucinato il proprio pranzo e lo ha condiviso. Ai piccoli di “Mama Tullia” hanno provveduto le insegnanti.

Il secondo giorno la Scuola ha ricevuto la visita di un’ottantina di studenti di un’altra Scuola Cattolica. Hanno viaggiato su un vecchio camion, 120 km su strada sterrata, dissestata e polverosa. Avrebbero dovuto arrivare alla sera, ma a causa di un guasto sono arrivati alle 3.00 del mattino!  Le due Scuole hanno vissuto una giornata insieme con un programma educativo-ricreativo: dibattito su un tema di attualità, sfide sportive (… sempre molto accese e combattute!), serata sociale con recite e performance di vario genere.

L’ORATORIO/CENTRO GIOVANILE, che raggiunge una platea più vasta a minoranza cattolica, ha fatto un programma di carattere più ricreativo, ma sempre a scopo educativo. Spicca fra tutte la tradizionale “Maratona Don Bosco”. Tra una attività e l’altra non sono mancati messaggi di carattere religioso, come semi gettati in attesa che germoglino.

La PARROCCHIA si è limitata alla Messa Solenne del Santo. Il grande momento celebrativo per la Parrocchia è la Festa Patronale: San Francesco d’Assisi. Uno dei villaggi, che ha la chiesetta dedicata a Don Bosco, ha avuto la visita del Parroco e una celebrazione tutta speciale.

NUOVI SVILUPPI

L’unico lavoro in corso per il momento è la costruzione degli Uffici Parrocchiali. Non è una grande struttura, ma procede a rilento e richiederà del tempo, perché è affidata totalmente alla responsabilità dei Parrocchiani … e noi sappiamo bene qual è la loro situazione finanziaria e la capacità di contribuire a questo progetto. Ma prima o poi ce la faranno.

Il Luglio scorso è stata posta la prima pietra o, come si usa qui, è stata data la prima picconata. Durante la stagione delle piogge non si è fatto niente per la difficoltà di reperire il cemento e per il suo costo esorbitante. Con l’arrivo della stagione secca i lavori sono iniziati e sono in corso.

Speriamo presto di iniziare la seconda fase dell’asilo “Mama Tullia”. Servono delle aule e servizi igienici in più.

Cari Amici,

Durante tutto il tempo che sono stato in Italia ho ricevuto grande attenzione da tantissime persone: confratelli, famigliari, amici … In molti casi questa attenzione si è anche tradotta in gesti di solidarietà a sostegno della Missione. Non ho parole per ringraziarvi, e per quante parole usassi non credo riuscirei ad esprimere tutta la mia riconoscenza. Io credo ancora nel valore della preghiera. E tante volte mi son sentito dire anche da voi … “solo una preghiera”. Qualcuno di voi mi ha anche confidato problemi e preoccupazioni che sembrano non avere soluzioni senza un intervento speciale del Signore. Altri mi hanno chiesto di celebrare Sante Messe in suffragio dei loro cari. Vi assicuro che non mancherò di soddisfare tutte queste vostre richieste.

Ogni giorno la comunità salesiana prega per i suoi benefattori. Personalmente non mi limito a questo. Mi sono fatto una lunga lista di persone/famiglie che ho incontrato e ogni giorno prego per una di loro in particolare. Se qualcuno si accorge che qualcosa di bello “inaspettatamente” si verifica nella propria vita o nella sua famiglia … chissà che non sia anche per questa mia povera preghiera!!!

Io sto molto bene.

Vi saluto tutti caramente.

Don Riccardo, sdb.

 Il mio indirizzo E.mail:  riccardocastellino0@gmail.com

Il mio numero in WhatsApp: +231 778 418251

Parte operazione cucina

La cucina dei Sale ha rappresentato per generazioni un centro di incontri, quanti genitori hanno “spadellato” in allegria.

E’ una piccola cucina che ad oggi non risponde alle richieste normative in materia.

Ora si è presentata la possibilità di ampliarla e di conseguenza poter attuare gli adeguamenti alle normative vigenti, che come ben sapete sono molto stringenti.

Seguendo le indicazioni dei vari uffici competenti sono stati predisposti vari interventi di muratura e di impiantistica, a questi si aggiungono la fornitura di apparecchiature da ristorazione.

E’ prevista la realizzazione di un servizio igienico da ricavarsi in una parte del locale “deposito”, i servizi esistenti saranno a disposizione del personale di cucina.

Mediante la demolizione di tramezzi e la definizione dello spazio dispensa la cucina si allargherà nel locale ex cantina raggiungendo i 30 mq di superficie disponibile. Saranno posati nuovi pavimenti con piastrelle antiscivolo e rivestimenti in ceramica h 2,00 e tutti gli impianti sottotraccia: elettrico, idrico e gas.

Un piano cottura a quattro fuochi (del tipo da ristorazione) sostituirà l’attuale piano cottura a sei fuochi per rientrare in una normativa di più facile applicazione, un nuovo forno elettrico e finalmente la lavastoviglie (quanti piatti lavati a mano!!).

La posizione delle attività prevede la preparazione e cottura dei cibi nella ex cantina, mentre nella cucina attuale il servizio di distribuzione (”inpiattamento”) e il lavaggio.

La parte più impegnativa e costosa è rappresentata dall’impianto di ricambio aria automatico e dalla realizzazione della canna di espulsione fumi che sfocia sul tetto.

Si stima che il tempo previsto per la realizzazione sia di circa un mese, salvo le difficoltà di approvvigionamento dei materiali e delle apparecchiature. L’obiettivo è quello di essere pronti per l’estate ragazzi.

La cucina potrà diventare anche sede per dei laboratori di formazione per persone in difficoltà.

Completa l’intervento la sostituzione degli aerotermi del refettorio.

La spesa prevista è di € 47.000 oltre l’iva, per una spesa complessiva di € 57.340,00.

Sono già state avanzate richieste di contributo a due fondazioni. Una, la fondazione Magnetto stanzia € 20.000,00; per un’altra siamo in attesa di risposta, il resto alla vostra generosità, in particolare dei vari gruppi che periodicamente ne fanno uso.

E’ possibile contribuire con offerta in denaro da consegnare in busta chiusa con scritto “per la cucina” oppure con bonifico bancario intestato a Oratorio Salesiano don Bosco IT86X0306909606100000112484

 

ESTATE RAGAZZI: al via la Formazione per animatori!

…sembra lontana…

ma in men che non si dica, il cortile si animerà di centinaia di bambini e ragazzi pronti a divertirsi insieme!

E’ necessario farsi trovare preparati: con questi 3 incontri approfondiremo diversi aspetti dell’animazione, prima di dare vita alla programmazione dell’estate ragazzi 2022.

Vi aspettiamo!

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 11 al 20 febbraio 2022

VI Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 17. 20-26

VI Domenica del Tempo Ordinario – Luca 6, 17. 20-26 – Anno C

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. 24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. 25Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. 26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

 

Il quadro introduttivo (Lc 6,17) è molto solenne e preciso: Gesù scende dalla montagna in un luogo pianeggiante e pronuncia il suo discorso circondato dai discepoli e dalla folla. Una folla venuta da ogni dove, persino dalle contrade pagane di Tiro e di Sidone. Il confronto con le beatitudini di Matteo (5,3-12) ci offre il modo di notare tre particolarità proprie della narrazione lucana. Il tono di Luca, ad esempio è più personale di quello di Matteo, più rude e coinvolge direttamente l’ascoltatore («Beati voi poveri»). Inoltre Luca parla di poveri, di piangenti, di affamati, di perseguitati, e tralascia le precisazioni di Matteo (poveri nello spirito, affamati di giustizia). Infine Luca elenca tre guai, che imprimono al discorso un tono quanto mai drastico e radicale (6,24-26).

I profeti hanno descritto il tempo messianico come il tempo in cui Dio si sarebbe preso cura dei poveri, degli affamati, dei perseguitati. Gesù proclama che questo tempo è arrivato. Per i profeti le beatitudini erano al futuro, una speranza: «Verrà un tempo in cui i poveri saranno beati». Per Gesù è un presente: oggi i poveri sono beati. La ragione è una sola, fondamentale: la gioia del Regno arrivato. È alla luce del Regno arrivato – Regno che ha capovolto i valori comuni – che si giustifica la paradossalità di queste parole di Gesù.

Luca si accontenta di quattro beatitudini (Matteo ne ha invece il doppio): i poveri, i piangenti, gli affamati, i perseguitati. Nella sua accezione teologica povero non significa semplicemente chi è privo di mezzi, ma indica la situazione del mendicante trascurato, povero accanto a gente ricca, deriso: i piangenti e gli affamati sono sostanzialmente una ripetizione dei poveri. Più che a delle virtù (come invece Matteo) Luca sembra pensare a delle situazioni di fatto, cioè alla moltitudine dei poveri che non hanno cercato la loro povertà e tuttavia sono chiamati a viverla. La quarta (i perseguitati) è la beatitudine del discepolo, di colui che ha scelto di seguire Gesù, trovandosi coinvolto nel suo destino di persecuzione. Da queste osservazioni emerge un severo giudizio sul mondo ricco: un giudizio che si rafforza se si leggono i quattro guai: «Guai a voi ricchi, guai a voi che siete sazi, guai a voi che ora ridete, guai a voi che ora siete applauditi». Nell’interesse della comunità per la quale scrive (Luca scrive per delle comunità che vivono in seno al mondo pagano, in città ricche di benessere) egli stigmatizza il mondo dei ricchi, dei gaudenti, degli arrivati, e lo giudica dall’alto delle esigenze di Gesù. O forse giudica anche alcuni compromessi mondani che la sua stessa comunità era tentata di fare.

La Società dell’Allegria

Proprio come Giovanni Bosco e i suoi amici