180 anni fa nasceva l’oratorio di don Bosco

In tutto il mondo si festeggia l’8 dicembre e anche a Cuneo con il convegno della famiglia salesiana

Cuneo – Esattamente 180 anni fa, l’8 dicembre  del 1841 con un incontro tra un prete e un ragazzo nasceva l’Oratorio. Il prete era don Giovanni Bosco il ragazzo era il sedicenne orfano Bartolomeo Garelli e il luogo dell’incontro era la sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi a Torino. Don Bosco era in attesa di celebrare la messa della festa dell’Immacolata. E da quell’incontro nasce l’invenzione più geniale di un santo geniale come don Bosco:  casa che accoglie, chiesa che evangelizza, ambiente che educa, cortile per incontrarsi.

In tutti gli oratori sparsi nei 133 paesi del mondo dove sono presenti i Salesiani, oggi festeggiano quell’incontro speciale. Anche a Cuneo sarà così con una mattinata nella Sala della comunità con il primo convegno insieme della Famiglia Salesiana di Cuneo, cioè salesiani cooperatori, ex allievi ed exallieve insieme con una riflessione sul “Renditi umile, forte e robusto: diventarlo oggi” guidato da Davide Sacchetto, seguita dalla messa presieduta da don Giorgio Gramaglia, e dal cerchio mariano, la preghiera insieme, che avviene in contemporanea in tutto il mondo, di quell’Ave Maria recitata da don Bosco con Bartolomeo Garelli e con cui è iniziata un’avventura educativa che dura a distanza di 180 anni. Proprio don Bosco dirà ai suoi salesiani 45 anni dopo quell’incontro “Tutte le benedizioni piovuteci dal Cielo sono frutto di quella prima Ave Maria detta con fervore e retta intenzione”.

Don Michele Ferrero, auguri di Natale da Pechino

Pechino, Natale 2021

 Buon Natale da Pechino, Cina.

Qui il Natale e’ simile al primo Natale di nostro Signore Gesu’ Cristo.

Allora Erode era geloso e sospettoso verso quel bambino.

Oggi qui c’e’ un’ esplicita diffidenza verso il Cristianesimo.

Ci sono numerose restrizioni. I programmi per la promozione dell’ateismo nelle scuole sono ufficiali e messi rigorosamente in pratica. I ragazzi sotto i 18 anni non possono entrare in chiesa. Una strage delle anime innocenti.

Allora san Giuseppe era stordito e confuso dagli eventi.

Ogni tanto un angelo gli diceva cosa fare.

Oggi qui i pochi cristiani cinesi sono perfettamente consapevoli che il mistero dell’Incarnazione e’ qualcosa che ci supera tutti infinitamente.

Ma sono confusi: cosa fare?

Le chiese sono chiuse spesso, per la prevenzione del covid – dicono. La cattedrale del sud e’ chiusa dal 2018 per lavori che non sono ancora cominciati.

Allora Maria la madre di Gesu’ viveva gli eventi in silenzio

Oggi qui il silenzio e’ a volte scelto, piu’ spesso imposto.

Le canzoni di Natale non sono ufficialmente proibite ma sono fortemente sconsigliate. Lo stesso per addobbi natalizi, alberi o feste.

Simeone aveva detto a Maria Santissima Immacolata: questo bambino e’ per la salvezza o la rovina di molti.

Qui ci sono alcuni che digrignano i denti e ripetono: “Gesu’ di Nazareth! Sappiamo chi sei! Sei venuto a rovinarci!”.

Allora la Sacra Famiglia era incerta sul futuro.

Oggi noi siamo incerti sui contagi che avremo prima delle Olimpiadi invernali.

Basta poco a bloccarci. E’ tutto digitale. Per entrare in universita’ c’e’ una telecamera che mi legge la faccia. E’ come avere il green pass tatuato sul volto.

Devo rimuovere la mascherina perche’ la telecamera possa decidere se posso entrare. Per ora nessuno ci costringe anche a sorridere.

Il Natale non e’ una favola o una leggenda.

O un giocattolo per far ridere i bimbi mentre i grandi parlano di cose serie.

Noi pochi cristiani lo festeggiamo tra noi. Non e’ una perla da gettare ai porci.

Il Natale e’ l’unica luce in questa tenebra abissale.

Per questo gli antichi scelsero di festeggiarlo quando il sole ricomincia a crescere.

Per questo, anche quest’anno, sussurriamo, solo tra noi, sotto voce, quasi fosse un gran segreto:

“Buon Natale!”.

Don Michele Ferrero

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 3 al 12 dicembre

II Domenica di Avvento – Luca 3, 1-6

Dal vangelo  secondo Luca 3, 1-6 – Anno C

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Avvenne che la Parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto» (Lc 3,2). Questo evento – apparentemente semplice – è collocato da Luca non solo all’interno della storia ebraica, ma anche all’interno della storia universale. Secondo la Bibbia – e per la fede – l’arrivo della Parola di Dio comporta sempre svolte radicali. Ma è anche vero che i risvolti della Parola di Dio sono sempre all’inizio visibili soltanto alla fede: il mondo non se ne accorge neppure. I grandi personaggi che Luca ha elencato non hanno dato importanza alla predicazione del Battista nel deserto e alle folle che accorrevano da lui. C’è già da imparare: il discepolo impari a puntare gli occhi sui germi ricchi di sviluppo, non invece sulle cose clamorose già morte.

La Parola di Dio va riconosciuta (ai più, infatti, appare deludente e insignificante), e occorre saperla accogliere, e per questo occorrono delle condizioni. Luca non dimentica che ci sono condizioni morali indispensabili. Già Isaia parlava di «preparare la strada» e «raddrizzare i sentieri». Giovanni Battista parla di «conversione» e di «perdono dei peccati». È questo che occorre: la conversione comporta un cambiamento.

La conversione, parola che significa cambiamento di rotta, è l’atteggiamento che l’uomo deve assumere nei confronti della Parola di Dio che lo raggiunge, si tratti della predicazione del Battista (come qui), o della predicazione di Gesù (come nel Vangelo) o della predicazione della Chiesa (come oggi). Conversione non indica un cambiamento parziale, ma un cambiamento totale, sia nella mentalità che nel comportamento pratico.

Luca è attento a sottolineare anche una seconda dimensione della Parola: essa risuona in un luogo particolare della storia, in una regione determinata e si rivolge – immediatamente – a uomini determinati. E tuttavia questa Parola così storica (al punto che si direbbe prigioniera di un tempo e di un luogo) è universale, rompe lo spazio in cui è risuonata e si rivolge agli uomini di ogni tempo: «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio».

La Parola di Dio, che è Gesù, è al centro della storia e ha un significato non solo per gli ebrei ma per tutti i popoli.

La prima pagina della Bibbia racconta che la Parola del Signore scese sul caos e impresse al disordine un senso e una direzione, e ordinò all’uomo di continuare in questa impresa.

Ora la Parola del Signore giunge di nuovo, e imprime una svolta all’intera storia umana, tanto che i cristiani sentirono il bisogno di dividere la storia in due, iniziando una nuova numerazione: prima di Cristo, dopo Cristo. (B. Maggioni, biblista)

Solennità della Immacolata Concezione – Luca 1, 26-38

Dal vangelo  secondo Luca 1, 26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

L’angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell’altare del profumo» (Lc 1,11), è volato via dall’incredulità di Zaccaria, via dall’immensa spianata del tempio, verso una casetta qualunque, un monolocale di povera gente. Straordinario e sorprendente viaggio: dal sacerdote anziano a una ragazza, dalla Città di Dio a un paesino senza storia della meticcia Galilea, dal sacro al profano.

Il cristianesimo non inizia al tempio, ma in una casa. La prima parola dell’angelo, il primo “Vangelo” che apre il vangelo, è: rallegrati, gioisci, sii felice. Apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio è qui, ti stringe in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a lei, senza condizioni. E dice “sì” a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta. Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Quel suo nome, “Amata-per-sempre” è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi, tutti continuamente riempiti di cielo. Il Signore è con te. Quando nella Bibbia Dio dice a qualcuno “io sono con te” gli sta consegnando un futuro bellissimo e arduo (R. Virgili).

Lo convoca a diventare partner della storia più grande. Darai alla luce un bimbo, che sarà figlio della terra e figlio del cielo, figlio tuo e figlio dell’Altissimo, e siederà sul trono di David per sempre. La prima parola di Maria non è il “sì” che ci saremmo aspettati, ma la sospensione di una domanda: come avverrà questo? Matura e intelligente, vuole capire per quali vie si colmerà la distanza tra lei e l’affresco che l’angelo dipinge, con parole mai udite… Porre domande a Dio non è mancare di fede, anzi è voler crescere nella consapevolezza.

La risposta dell’angelo ha i toni del libro dell’Esodo, di una nube oscura e luminosa insieme, che copre la tenda, la riempie di presenza. Ma vi risuona anche la voce cara del libro della vita e degli affetti: è il sesto mese della cugina Elisabetta. Maria è afferrata da quel turbinio di vita, ne è coinvolta: ecco la serva del Signore. Nella Bibbia la serva non è “la domestica, la donna di servizio”. Serva del re è la regina, la seconda dopo il re: il tuo progetto sarà il mio, la tua storia la mia storia, Tu sei il Dio dell’alleanza, e io tua alleata. Sono la serva, e dice: sono l’alleata del Signore delle alleanze.

Come quello di Maria, anche il nostro “eccomi!” può cambiare la storia. Con il loro “sì” o il loro “no” al progetto di Dio, tutti possono incidere nascite e alleanze sul calendario della vita. (p. Ermes Ronchi)

Festa della Famiglia Salesiana

Primo Convegno Famiglia Salesiana

“Che cosa dobbiamo fare? Accordiamoci!” 2^ sett. Avvento 2021

GRIDATE

Cammino di Avvento 2021 predisposto dagli uffici del Settore Evangelizzazione e Sacramenti delle diocesi di Cuneo e di Fossano sul tema della sinodalità a partire dalla Parola di Dio e dall’immagine

Video testimonianza ragazzi e famiglie

Video Bambini 7-10 anni

Concluso il progetto finanziato da Caritas Diocesana di Cuneo

Un saluto a tutti Voi a nome mio e di tutto il gruppo Caritas salesiani. Volevo aggiornarvi sul progetto CASSA CENTRALE BANCHE che ci ha visti impegnati dal mese di aprile.

Abbiamo raggiunto 13 nuclei famigliari in particolare condizioni di fragilità. Cinque donne sole con figli a carico, quattro famiglie numerose, due uomini soli con problemi di salute e due ragazzi giovani disoccupati.

Tre di loro hanno conseguito la patente di guida mentre ad altri abbiamo fatto interventi specifici per la salute.

La cifra che avevamo ottenuto era di €12.000,00 e sono stati spesi €11.996,62.

Nel progetto abbiamo anche inserito le borse lavoro per l’orto.

È stata una esperienza faticosa ma molto arricchente che ha potuto permettere una maggiore conoscenza di alcune persone e dei loro problemi Speriamo di poter avere altre belle opportunità anche nell’anno prossimo. Vi ricordo anche la tradizionale iniziativa della raccolta del cibo in parrocchia durante l’avvento.

Certi della Vostra sensibilità e delle vostre preghiere Vi faccio l’augurio di un Natale autentico.

Paola e il gruppo Caritas

Amoris laetitia: fragilità in famiglia, la Chiesa si fa prossima

​Ogni mese, per 10 puntate, un video con le riflessioni del Papa e testimonianze di famiglie di ogni parte del mondo – realizzato in collaborazione tra il Dicastero Laici Famiglia e Vita e Vatican News – aiuta a rileggere l’Esortazione apostolica, con il contributo di un sussidio scaricabile per l’approfondimento personale e comunitario. Perché essere famiglia, ricorda Francesco, è sempre “principalmente un’opportunità”…

ACCOMPAGNARE, DISCERNERE E INTEGRARE LA FRAGILITÀ

291. I Padri sinodali hanno affermato che, nonostante la Chiesa ritenga che ogni rottura del vincolo matrimoniale «è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli». Illuminata dallo sguardo di Cristo, «la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio per compiere il bene, per prendersi cura con amore l’uno dell’altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano».

Vatican News