I Salesiani Cooperatori – Rinnovo della Promessa

Don Bosco (1815-1888), che impegnò tutte le sue energie in un vasto progetto apostolico per l’educazione, umana e cristiana, dei giovani, fondò oratori, scuole, laboratori; trovò lavoro per i giovani e stipulò contratti che ne tutelassero i diritti; produsse e diffuse buona stampa cattolica; si impegnò per l’evangelizzazione dei ceti popolari e per le missioni.
Per realizzare il suo progetto apostolico, non solo fondò una Congregazione religiosa (i Salesiani di Don Bosco) e un Istituto di suore (le Figlie di Maria Ausiliatrice) ma coinvolse, sin dall’inizio della sua opera, anche tanti laici, uomini e donne, che volle partecipi della sua missione e del suo spirito e stabilmente uniti in una associazione: 
i Salesiani Cooperatori.

Secondo il pensiero di Don Bosco il Salesiano Cooperatore realizza il suo apostolato, in primo luogo, negli impegni quotidiani. Per questo tende ad attuare, nelle ordinarie condizioni di vita, l’ideale evangelico dell’amore a Dio e al prossimo. I Salesiani Cooperatori sono animati dallo spirito salesiano ossia cercano ovunque un’attenzione privilegiata alla gioventù bisognosa rimanendo legati in modo particolare ad alcuni valori del Vangelo quali la carità pastorale, il dinamismo giovanile, il senso della Chiesa, lo spirito di famiglia, l’ottimismo e la gioia.

Il Salesiano Cooperatore cerca di improntare la sua educazione per i giovani, a partire dai propri figli, sul metodo educativo: il metodo della bontà (o sistema preventivo), fondato sulla pedagogia dell’amore, della ragione e sulla fiducia in Dio e in Maria Ausiliatrice.

Dopo un ricco cammino di formazione ed approfondimento, le Salesiane Cooperatrici ed i Salesiani Cooperatori giungono sino alla loro PROMESSA di appartenenza all’Associazione; della nostra parrocchiale le ultime otto promesse risalgono al 31 gennaio 2017!

I Salesiani Cooperatori del Centro Locale di Cuneo sono una trentina: variamente attivi nella vita dell’Oratorio, della Parrocchia e della Comunità tutta. Oggi, nella Messa di domenica 27 settembre, sono chiamati a rinnovare la loro PROMESSA di appartenenza all’Associazione dei Salesiani Cooperatori perchè mossi da questa vocazione specifica possano, come singoli e insieme come Associazione, chiedere a Dio Padre il dono e la forza di rimanere ancorati al Vangelo vivendo secondo il carisma salesiano.

In questa Santa Messa si vuole anche presentare a tutta la comunità una nostra nuova aspirante Yuvana che nel mese di Ottobre inizierà il cammino da aspirante in attesa di poter effettuare la Promessa nel Novembre 2021. A lei rivolgiamo le nostre preghiere perché possa crescere come cristiana innamorata di don Bosco.

Dal Michele Rua di Torino ai Sale di Cuneo

Ciao! Sono Simone Baldi, un giovane animatore di 19 anni dell’oratorio salesiano Michele Rua di Torino. Sono arrivato a Cuneo l’8 settembre ed è possibile che in questi giorni ci siamo già incontrati qui ai sale! In ogni caso, avremo modo di conoscerci.

Frequento i salesiani da molto tempo, ma il mio cammino di crescita all’interno di questo ambiente è iniziato circa 2 anni e mezzo fa, al termine della terza superiore. Sono stati anni intensi in cui ho sentito un forte desiderio di prendere tutto il buono e il bello che questa realtà poteva offrirmi, frequentando gruppi formativi durante l’anno, vivendo l’esperienza dei campi e incontri ispettoriali e molto altro. Fra le tante cose, confrontandomi, ho deciso di fare questa esperienza per uscire di “casa”, vedere realtà diverse rispetto a quelle che vedo quotidianamente per allargare gli orizzonti, conoscere. Nel tempo ho compreso che non basta ricevere per crescere, è necessario cominciare a toccare la realtà attraverso esperienze concrete di servizio, in ogni ambito e contesto della vita (oratorio, scuola, famiglia…) e lo stare qui può aiutarmi ad entrare meglio in quest’ottica.

Ringrazio per l’accoglienza ricevuta in queste prime settimane, Don Bosco c’è e si sente!

Un pasto al giorno

Anche quest’anno la nostra comunità accoglie le comunità papa Giovanni XXIII di San Rocco Castagneretta per raccogliere fondi a favore dei poveri che seguono. Qui di seguito potete conoscere tutto il servizio che questa associazione ecclesiale offre alle persone più fragili. I volontari della papa Giovanni saranno con noi al termine delle messe festive di sabato 25 e domenica 26 settembre.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito:
a

Quando inizia il catechismo quest’anno? Come si svolgerà?

Sono le domande che diversi genitori ci stanno facendo. Con i catechisti ci siamo incontrati e, dopo aver sentito le indicazioni del nostro Vescovo Piero, abbiamo deciso di incontrarci una seconda volta per programmare il cammino di quest’anno. Ai primi di ottobre faremo conoscere a tutta la comunità le modalità e i tempi di quest’anno. Ancora un po’ di pazienza.
Nel frattempo facciamo un appello per cercare nuovi volontari per formarsi a diventare catechisti. Qui di seguito trovate alcune indicazioni che descrivono l’identità del buon catechista.

UNA CUCINA ….DIVINA! Indicazioni per un buon servizio
INGREDIENTI:
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale della terra
5 pani e due pesci
1 otre di vino nuovo
Una manciata di entusiasmo per i ragazzi
Una buona dose di pazienza
1 Kg di capacità di collaborare
10 g di gratuità
Guarnite tutto con le Parole del Vangelo, testimoniando con l’esempio l’amore di Dio per ognuno di noi.
Attendere senza fretta che lo Spirito Santo illumini le menti e scaldi i cuori dei ragazzi.
Mentre si è all’opera, dialogare costantemente con il Signore, il vostro Masterchef.
Al termine gioire e ringraziare per aver potuto portare il lieto annuncio del Vangelo ai più piccoli, contribuendo a sfamare di Dio tanti ragazzi.

Vuoi far parte anche tu della brigata di cucina della nostra parrocchia? TI APETTIAMO COME CATECHISTA  per il nuovo anno pastorale.

Il cammino catechistico  prevede 2 incontri per i genitori contemporaneamente a due incontri per i ragazzi tra ottobre e Dicembre, dedicati a laboratori di riflessione e discernimento sul come valorizzare l’esperienza, seppur critica, che stiamo vivendo per leggerla con gli occhi del Vangelo e in un’ottica ecclesiale. L’obiettivo è anche quello di individuare nuove modalità di vivere e comunicare la fede cristiana nel mondo attuale.

Dopo Natale si riprenderanno, se possibile, i percorsi di catechesi dello scorso anno e sono previsti 10 incontri per i bambini/ragazzi e la Celebrazione del Sacramento, nei gruppi dove è prevista, e due incontri per i genitori

Settembriadi 2020 e Ripresa delle attività oratoriane

Bella, divertente e profonda. Ecco come potrebbe essere descritta l’esperienza di queste Settembriadi 2020!

L’oratorio salesiano ha riaperto i battenti lunedì 31 agosto per accogliere gli oltre 120 iscritti di quest’anno. I ragazzi hanno potuto affrontare tematiche importanti di riflessione attraverso lo spunto fornito da due film da cui i giovani spettatori hanno saputo trarre degli insegnamenti di vita importanti. I momenti di gioco sono stati vissuti con entusiasmo e le sfide sono state condotte con una sana sportività incentrata sul valore della squadra prima ancora che del singolo. Sono state consegnate più di 120 medaglie!

L’uscita in piscina a Le Cupole Lido di Venerdì 4 è stata molto apprezzata ed è coincisa con l’unico giorno veramente caldo di settembre, grazie don Bosco! E la pioggia di questo venerdì, nonostante abbia fatto annullare la gita in montagna, non impedirà il regolare svolgimento dell’attività ai Sale. Proprio oggi vivremo il momento della Messa finale con il ringraziamento al Signore per questi giorni vissuti insieme e la premiazione delle squadre vincitrici delle Settembriadi 2020.

Il grazie doveroso, ancora una volta, va a tutti i volontari che hanno reso possibile ogni singola attività di questi giorni. L’impegno, la dedizione, l’allegria e la serietà con cui gli animatori hanno condotto queste due settimane ci fa onore ed incontra ogni giorno l’approvazione e la soddisfazione delle famiglie coinvolte.

E ora? Finite le Settembriadi potrà riaprire l’oratorio?

Probabilmente sì! È ciò che ci auguriamo. Sappiamo che dovrebbe uscire una direttiva regionale riguardo alle attività oratoriane in Piemonte. Noi ci faremo trovare pronti per iniziare il prima possibile. Continuate a seguire il sito, la pagina facebook e il profilo instagram, lì vi aggiorneremo costantemente sull’evolversi della situazione.

Vi aspettiamo Domenica a messa alle 10.30 per ringraziare il Signore e affidare l’inizio del nuovo anno scolastico.

A presto!

Lo staff

Pellegrinaggio a sant’Anna 2020: testimonianza di Elvis Younfaa SDB

Ecco una breve intervista a Elvis Younfaa, Salesiano di Don Bosco di trentatre anni originario del Ghana, da gennaio in servizio all’oratorio salesiano don Bosco di Cuneo.

Caro Elvis, ti facciamo alcune domande chiedendoti di condividere la tua esperienza del cammino di sant’Anna vissuta quest’estate. Grazie per la tua disponibilità!
Raccontaci, come sei venuto a conoscenza del Cammino di Sant’Anna?

Beh, onestamente in Ghana non ho mai sentito parlare di un pellegrinaggio dedicato a sant’Anna, non so se esista. L’ho sentito per la prima volta qui in oratorio, ai Sale, a Cuneo e sono rimasto colpito di questa devozione. Poi ho ascoltato diverse testimonianze di persone che avevano fatto in precedenza questo cammino e mi sono convinto a partecipare.

Quando avete fatto il pellegrinaggio?

Abbiamo avuto il dono di fare il pellegrinaggio a fine luglio, proprio il giorno di sant’Anna che quest’anno cadeva di Domenica con i ragazzi-animatori dell’oratorio salesiano don Bosco di Cuneo.

Una quindicina di noi è partita proprio da davanti all’oratorio e un’altra quindicina si è aggiunta da Pratolungo.

Come è andato il pellegrinaggio?

Tutto è andato bene! Quando mi hanno chiesto se avessi avuto intenzione di partecipare ho detto subito di sì perché sentivo il desiderio di affidare alcune intenzioni di preghiera a sant’Anna, attraverso la sua intercessione volevo portare alcune situazioni a Dio, è la prima volta che faccio una cosa così! “Sant’Anna intercederà per me”, questo pensiero mi ha guidato passo dopo passo. Posso dire che è stato un cammino spirituale molto bello.

La tua testimonianza ci ha colpito perché probabilmente sei il primo pellegrino che compie tutti questi Kilomentri calzando ai piedi delle ciabatte. Come mai hai deciso di affrontare così il pellegrinaggio? È per te una cosa normale e abitudinaria o c’è un significato particolare?

Quando mi sono presentato alla partenza in ciabatte tutti sono rimasti stupiti e mi hanno consigliato di cambiare calzatura, di mettere almeno le scarpe. Nessuno di loro aveva mai visto qualcuno intraprendere una camminata così lunga in ciabatte.

Io invece ero convinto di affrontare così il pellegrinaggio, per me era una cosa normale. Avevo delle intenzioni grandi da portare a sant’Anna e volevo effettuare il cammino con ai piedi qualcosa di comodo, che non mi desse fastidio e così ho indossato le ciabatte. Per me non è una cosa strana, per me sono le cose più comode che possiedo e così ero libero di pregare e camminare senza darmi pensiero per i piedi. Poi nello zaino ho portato delle scarpe, ma più che altro per rassicurare gli altri del gruppo!

In passato avevi già fatto dei pellegrinaggi?

Sì, durante i miei anni di tirocinio in Nigeria ho vissuto l’esperienza di un pellegrinaggio di due giorni, però è stato molto diverso. Facevo parte dell’organizzazione e quindi avevo dovuto compiere alcuni tratti in macchina per organizzare i punti ristoro e altri momenti simili. Qui invece, partendo da casa a piedi, ero libero di concentrarmi sul cammino, sulla preghiera e sulla condivisione con gli altri del gruppo.

Cosa hai provato all’arrivo al santuario di Sant’Anna di Vinadio?

Quando sono arrivato mi ha colpito molto vedere tanta gente così presto al mattino e in un posto così difficile da raggiungere. Ero emozionato. Vedere le persone pregare intensamente e affidarsi con slancio a sant’Anna mi ha aiutato a vivere il mio affidamento con profondità.

Consiglieresti questo pellegrinaggio ad altre persone?

Io sono da poco in Italia e non ho idea di come sono percepiti i pellegrinaggi dalla gente. Quando si vuole vivere un’esperienza di questo tipo secondo me è utile scegliere prima cosa pensare, cosa riflettere e per chi pregare durante il cammino. È fondamentale associare il cammino esteriore al cammino interiore. Il pellegrinaggio non è una scampagnata, ma è seguire la voce interiore che mi chiede di mettermi in movimento. Questo è quello che dà profondità al camminare, altrimenti si corre il rischio di vivere semplicemente alcune ore di attività fisica, niente di più. Per me è stata un’esperienza spirituale molto intensa, che mi ha fatto crescere, quindi la consiglierei a tutti, ma con questa attenzione.

Grazie della disponibilità Elvis e delle parole che hai condiviso con noi.

I Sale mettono a disposizione vari ambienti per le lezioni del Liceo artistico

Articolo da “La Guida” di giovedì 10 settembre

I Salesiani mettono a disposizione gli spazi parrocchiali. Lezioni del serale “condivise” per quattro istituti
Studenti del Liceo artistico musicale a lezione in cortile e in oratorio, ma per il momento niente laboratori

Cuneo – (gga). Una scuola organizzata su diverse sedi per garantire agli studenti e ai professori di tornare a scuola in sicurezza e nel pieno rispetto della normativa anti Covid. Succede al Liceo artistico musicale di Cuneo dove la mancanza di spazi già sofferta negli scorsi anni, a lungo “tamponata” grazie alla rotazione di studenti e insegnanti, è stata risolta con il dislocamento delle classi in altri locali, grazie alla collaborazione tra gli istituti superiori cittadini, la disponibilità dimostrata dai Salesiani e l’impegno della Provincia per trovare a tutti un posto in cui poter fare lezione.
“Abbiamo fatto del nostro meglio per sfruttare al massimo le potenzialità offerte dalla normativa in tema di ripartenza della scuola – spiega il dirigente scolastico dell’Istituto Bianchi-Virginio Carlo Garavagno -. Nel cortile del Liceo Ego Bianchi è in corso un cantiere che dovrebbe concludersi ad ottobre con la realizzazione di un fabbricato in edilizia leggera rialzato di 38 centimetri che ospiterà quattro aule di 60 mq. Altre quattro classi, inizialmente del Liceo musicale, faranno invece lezione nei locali messi a disposizione dall’oratorio Salesiano. A medio termine poi altri studenti si sposteranno in via Schiaparelli, ma solo quando le classi del Liceo scientifico che attualmente utilizzano l’edificio si sposteranno in via Massimo d’Azeglio. Gli studenti che non potranno usufruire della palestra scolastica faranno invece lezione alla Cuneese Tennis per un totale di 20 ore settimanali spalmate sulla mattina. Bloccati per ora i laboratori artistici che partiranno più avanti, una volta conclusi i lavori di adeguamento delle aule. Per gestire e presidiare tutti gli spazi abbiamo inoltre fatto richiesta del cosiddetto organico Covid e previsto sette varchi per l’ingresso. All’Istituto tecnico Geometri (parte insieme al Liceo Artistico Musicale dell’Istituto Bianchi-Virginio) non abbiamo invece incontrato particolari criticità in quanto la maggiore disponibilità di spazio ci ha permesso di organizzare la ripartenza in modo più semplice. Sicuramente per organizzare questo nuovo e un po’ speciale anno scolastico la sinergia e la rete con le altre scuole è stata fondamentale. Per quanto riguarda il serale, gli studenti di Geometri, Bonelli, Agraria e Alberghiero faranno tutti lezione nella sede del Bonelli, un modo per risparmiare sulle bollette e condividere, oltre che alcune ore di lezione, anche le spese per il personale Ata”.
“L’accordo tra Salesiani e Provincia è stato firmato in questi giorni e nei locali sono già stati portati i banchi per i circa 90 allievi che faranno lezione nei nostri spazi – spiega il parroco dei Salesiani don Mauro Mergola -. Alle quattro aule concesse ad uso degli studenti se ne aggiunge una per i professori oltre agli spazi esterni come terrazzo e campetti che abbiamo messo a disposizione qualora dovessero servire. Accogliere gli studenti è per noi un grande impegno oltre che una responsabilità ma in questa situazione di emergenza abbiamo comunque voluto partecipare e dare una mano anche se ciò ha inevitabilmente comportato alcuni interventi di manutenzione e la messa in sicurezza delle aree. La scuola è prioritaria, oggi più che mai, e noi vogliamo contribuire a costruire quei valori aggiunti che essa sa e deve dare ai giovani. La speranza è che questa nuova esperienza non si limiti all’utilizzo degli spazi ma che sia ponte e stimolo per costruire una rete di collaborazione tra scuola e oratorio anche a carattere culturale, educativo e formativo.”

DOPOSCUOLA 2020-2021

Si riparte!!!!
Questa è la notizia certa che possiamo darvi per quanto riguarda il doposcuola.

Questo servizio, dopo i mesi di chiusura dovuti all’emergenza Covid, è pronto per ripartire per l’ottavo anno.
Le aule del doposcuola saranno utilizzate anche la mattina da alcune classi del Liceo Artistico “Ego Bianchi”, dunque la disposizione dei banchi è conforme alle norme igienico-didattiche vigenti.
I locali quindi sono in regola; siamo in attesa delle direttive per la gestione pratica dell’attività.

Al momento non sappiamo pertanto dare ulteriori informazioni; ci attiveremo appena possibile per iscrizioni, costi e modalità di accesso al servizio. Tenete d’occhio il sito per rimanere aggiornati sugli sviluppi.

Nel ringraziare Joy per il suo prezioso lavoro di questi anni, augurandogli che il nuovo incarico presso il CNOSFAP di Fossano possa dargli nuovi stimoli e tante soddisfazioni, diamo il benvenuto a Cristian, il nuovo educatore che lavorerà in cortile e al doposcuola.

Vi aspettiamo presto in oratorio.

Staff

Incontro di riflessione e confronto sulla situazione dei migranti sul nostro territorio

La lunga fila di persone che tutte le sere attende, a pochi metri dalla nostra chiesa, di trovare un posto per dormire è un fatto che ci interroga come cittadini e come cristiani.

Con questa presenza dei “senza dimora” che cosa ci chiede il Signore? Cosa chiede a noi, realtà parrocchiale, tratto di Chiesa in cammino nel mondo?

Poiché, come ricorda spesso Papa Francesco, il bene va fatto bene, occorre innanzitutto conoscere la realtà, poi interpretarla (capire quali sfide ci propone) e, quindi, decidere il da farsi.

E’ con queste premesse che don Mauro ha presentato l’iniziativa.

Le poche righe che seguono non sono una cronaca di questa prima riunione ma solo alcune impressioni e riflessioni suggerite dalle informazioni ricevute e dalle testimonianze raccolte, proprio per conoscere un po’ meglio questa situazione.

Chi sono queste persone?  Migranti, giovani, in gran parte lavoratori stagionali che raccolgono in estate la frutta qui, nel cuneese, per poi correre in Sicilia e raccoglierla lì nella stagione invernale.

Dal Nord al Sud, da una terra all’altra, ma senza una loro terra, senza un lavoro dignitoso, senza un tetto sotto cui riposare. Tierra, trabajo y tienda (terra, lavoro e casa) dovrebbero essere dei diritti per tutti, insiste il Papa. Ma chi risponde a questo appello?  Il contributo del volontariato è importante ma non sufficiente. E quello della Chiesa, delle sue strutture, del suo popolo? Una domanda, mi pare, che merita ancora risposte.

E’ stato opportunamente osservato che non è solo un problema di accoglienza ma un problema di giustizia sociale. Quale risposta danno, in proposito, le istituzioni? Fanno come possono o come vogliono? La domanda non è banale se, ad esempio, le iniziative di un Comune sono considerate “facoltative” e dettate dalla preoccupazione di non infastidire gli elettori.

E’ stato autorevolmente affermato che c’è bisogno di “intenerire il cuore” di tanti consiglieri comunali e che sarebbe utile, a tal fine, portare proprio nel consiglio comunale le esperienze raccolte nel corso della serata.

Esperienze veramente belle e forti, raccontate con parole semplici e toccanti dalle voci giovani che frequentano il dormitorio, assistendo e dialogando con i migranti.

Ho lasciato l’incontro convinto che la complessità della situazione richiede, per dare risposte adeguate, altre conoscenze ma che i nostri doveri di cittadinanza e di fede possono suggerirci, intanto, iniziative urgenti e, perché no, un po’ provocatorie, per iniziare a scuotere l’indifferenza e scalfire i pregiudizi presenti anche tra non pochi nostri parrocchiani. Una è stata suggerita. Avrà un seguito?

RIFLESSIONI SUI MIGRANTI – 02 settembre 2020 Verbale dell’incontro

Don Mauro: questa sera vogliamo interrogarci sul tema dei migranti non come farebbe una cooperativa o una ONG, bensì chiedendoci cosa possiamo fare come comunità, come possiamo contribuire alla venuta del Regno di Dio su questo nostro territorio.
Non abbiamo la pretesa di avere la soluzione in tasca, ma ci lasciamo suggerire tre passaggi dal Papa.
Conoscenza: innanzitutto è necessario conoscere la situazione aldilà dell’opinione pubblica o della corrente di pensiero che va per la maggiore. È necessaria una conoscenza approfondita.
Secondo: Quali sfide? Quali radici di problematicità leggiamo all’interno della situazione conosciuta?
Terzo passaggio: occorre decidere. Quali orientamenti? Quali scelte e quali atteggiamenti possiamo studiare?
Per continuare il nostro processo di discernimento (ha tre fasi: conoscenza, interpretazione, scelta/decisione) in merito all’emergenza migranti senza fissa dimora vi chiedo di integrare la conoscenza con vostre esperienze e riflessioni alla luce della fede provando a  rispondere alla domanda: che cosa il Signore sta chiedendo alla nostra comunità in questa situazione? Cosa sta chiedendo a me?

Elisa, cooperative e terzo settore. Quali passi?
Apertura straordinaria del dormitorio di questa estate arriva in seguito al cammino fatto nei mesi scorsi.
Nella primavera dell’anno scorso è iniziato un dialogo tra terzo settore e amministrazione comunale sul tema dell’immigrazione. Sul territorio diverse cooperative, associazioni e parrocchie sono attive con obiettivi, capacità e competenze diverse. La croce rossa invece da tanti anni fa un servizio di conforto durante i mesi più freddi.
La comunità di Papa Giovanni XXIII ha una buona conoscenza delle persone, distribuisce beni e spesso riesce a girare i casi ad altri enti per un cammino di accompagnamento.
Le persone del dormitorio sono persone molto diverse: alcuni hanno dipendenze, altri disturbi diversi o sono persone che per varie circostanze hanno perso la casa. Associazione Fiocs ha aiutato molto. Sono attivi già da tempo e molto organizzati.
Il Covid, per i senzatetto ha sollevato due problematiche: di tipo giudiziarie, multe e sanzioni, di tipo sanitario, tutela per loro e per gli altri cittadini.
Da più parti si è sollevata questa preoccupazione e in poco tempo si sono trovati i fondi, i luoghi e le persone per far fronte a questa emergenza.
Questo ha fatto aumentare il confronto tra le varie parti ed è aumentata la conoscenza e la fiducia tra pubblico e privato.
L’estate ha visto l’arrivo dei braccianti per la frutta, che sono una tipologia di senzatetto molto diversa da quella intercettata durante l’inverno e la primavera.
Per il Covid, il Pass, che accoglieva queste persone, non ha aperto.
La prefettura ha firmato un protocollo con 8 comuni per evitare assembramenti. Il comune ha convocato le parti per proporre una tendopoli. Anche se sarebbe stata rischiosa. La CRI allora ha deciso di tenere aperto con l’aiuto delle organizzazioni.

((Ad oggi ci sono 12000 persone sul territorio cuneese inserite a lavoro e ospitate)). 150 a Saluzzo. A cuneo 50 trovano sistemazione al dormitorio della Croce Rossa mentre 75 rimangono in giro.

Guido CRI e Tancredi: noi offriamo uno spazio da 50 posti. Diamo semplicemente da dormire e possiamo accogliere solo i primi che arrivano. Le presenze sono abbastanza costanti, anche se esistono delle persone che sono solo di passaggio. Però storici sono pochissimi. Uno o due. (Quindi si rileva una grande mobilità). Molti di loro sono braccianti agricoli.
L’età media è molto bassa, sono pochi gli over 30. La maggior parte sono centrafricani. Purtroppo alcune sere abbiamo dovuto lasciare fuori anche 20 persone. Generalmente una decina non vengono accolte.
Noi apriamo alle 21 e qualcuno è già in coda dalle 19… e quindi alcuni non tentano nemmeno l’inserimento e vanno direttamente alla stazione.
Di positivo c’è che riusciamo a far fronte a 50 persone. Hanno un letto con un distanziamento buono in un ambiente pulito. Generalmente sono tutti sorridenti, hanno una idea di futuro. Ci stanno provando.
Negativo:

  • quelli che non riusciamo ad accogliere.
  • che esista questa necessità. Chiediamo a loro un lavoro, ma non riusciamo a offrire una sistemazione. Secondo la questura i braccianti non legati a una zona sono sotto il 5%, quindi la maggior parte è stanziata sul luogo di lavoro. (Che comunque è più di 1500 persone)

Inoltre abbiamo notato che loro non hanno nessuna intenzione di stabilizzarsi. Adesso sono qui, in autunno inverno andranno in Sicilia a raccogliere altro… loro puntano a lavorare.

“L’accesso libero funziona oppure no?”
Funziona perché il nostro è l’unico così. Esistono altri dormitori che invece hanno una programmazione di due, quattro, otto settimane. È bene che ci siano entrambe le possibilità. Dipende dalle esigenze delle persone.

“Vi pare che loro apprezzino questo servizio?”
È molto difficile rispondere a queste domande. È difficile generalizzare. Coloro che ringraziano e decidono di condividere qualcosa di sé non sono molti

“Cosa manca?”
Un’assistenza legale e la copertura sanitaria per gli anziani non più autosufficienti.

Chiara Galli, Irene Milone e Giacomo Chiaramello
Chiara: Abbiamo curato l’accoglienza con tutti i DPI e abbiamo compilato i moduli richiesti. Offrivamo anche materiale per l’igiene personale e per la notte. Una volta finita l’accoglienza possiamo dedicare del tempo per dialogare con loro, conoscerli e metterci in gioco.
Giacomo: io sono riuscito a fare una sola serata per ora… ed ho trovato la serata più caotica. All’inizio ero un po’ spaesato, ma poi ci siamo messi al nostro posto e abbiamo iniziato ad accogliere. Sono rimasto colpito del dialogo con un ragazzo che aveva più o meno la mia età.
Irene: sembra una cosa banale, e invece sta cambiando la mia vita e sono convinta di fare del bene a loro.
Io sono venuta anche la domenica quando qui in oratorio c’erano i senzatetto per il covid e anche al Movicentro con don Mauro.

Alessandro Spedale e Tiziana Coraglia nel loro ruolo istituzionale
Tiziana: grazie per il confronto di questa serata, secondo me aiuta a comprendere meglio la situazione e a smorzare le tensioni venutesi a creare in quartiere per il numero di accoglienza del dormitorio. Sappiamo che non tutti i comuni hanno deciso di prendere in mano la situazione.
Molta preoccupazione per l’intervento delle forze dell’ordine proprio il giorno prima dell’apertura del dormitorio con la perdita dei bagagli e degli affetti personali di ognuno.
Il provvedimento inizialmente doveva intervenire sulla vendita di alcolici nella zona della stazione per evitare tafferugli e molestie che si sono verificate.
Il DASPO di Cuneo è stato sollecitato principalmente per motivi sanitari e igienici per evitare bivacchi e quant’altro.
Ora potrebbe aprirsi una accoglienza in Roata Rossi.
Alessandro Spedale: grazie per la condivisione e le testimonianze che abbiamo ricevuto. Queste aiutano a leggere la situazione smarcandosi da facili strumentalizzazioni viziate da stringenti ideologie di fondo.

Don Mauro: però per la situazione del Movicentro cosa si può fare?

Tiziana: L’amministrazione ci sta pensando e ci sono dei possibili margini di intervento. Certo che, sapendo che alcuni di loro si sposteranno e migreranno ci aspettiamo che il numero possa diminuire.

Sabina: non è solo una questione di emergenza e di accoglienza, ma c’è una questione di giustizia sociale. Come è possibile che accettiamo tutto questo lavoro nero, lavoro grigio? Non vengono contrattualizzati secondo il minimo sindacabile. Non hanno una accoglienza. Ricevessero lo stipendio giusto forse potrebbero permettersi qualcosa. Ok l’accoglienza sull’emergenza, ma l’emergenza non può diventare la normalità. Si parlava di tutela legale. Dove sono i sindacati? Benissimo l’accoglienza, però il primo passo dovrebbe essere la giustizia sociale.

Massimiliano Cavallo: come cittadini e come amministrazione dovremmo avere uno sguardo più acuto circa l’urbanizzazione della nostra città e mettercela tutta per far sì che essa possa essere abitabile, che essa possa essere riconosciuta in sé e nei suoi quartiere come un “luogo” da vivere e da abitare. Dovremmo essere pi accorti circa i bandi e i progetti che mirano a riqualificare alcune zone cittadine perché il rischio è quello di creare artificialmente dei “non luoghi” che non intercettano la vita ordinaria delle persone e così si prestano come spazio di accoglienza non sociale per situazioni di disagio (vedi Movicentro).

Benvenuta Suor Ivana nella nostra comunità!

Giovedì 27 agosto alle 16,30 ha fatto il suo ingresso suor Ivana Milesi, nuova direttrice della comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Accompagnata da suor Emma Brigandi, nuova ispettrice, da suor Elide Bongiovanni, ex ispettrice e da suor Anna Torre, nuova vicaria dell’Ispettrice e incaricata dei cooperatori, suor Ivana ha iniziato il suo ministero di animatrice con la preghiera e la consegna delle chiavi. Suor Emma, prima, e suor Ivana, dopo, hanno ringraziato la nostra comunità per la bella e inaspettata accoglienza rappresentativa di tutte le realtà del Galimberti e dei Sale. A suor Ivana il nostro benvenuto e Le auguriamo di potersi sentire bene tra noi e di continuare a fare del Galimberti una bella realtà di famiglia salesiana.