Proposte di canti: DOMENICA 05 luglio 2020 – 1a messa Don Alessandro Basso

Inizio: INVOCHIAMO LA TUA PRESENZA

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor. Invochiamo la tua presenza, scendi su di noi.
Vieni consolatore, dona pace ed umiltà, acqua viva d’amore questo cuore apriamo a te.

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi. Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi.
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito. Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi.
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi. scendi su di noi.

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor. Invochiamo la tua presenza, scendi su di noi.
Vieni luce dei cuori, dona forza e fedeltà, fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te.

 

GLORIA

Gloria, gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama,
agli uomini da sempre amati.

 D: Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, ti glorifichiamo,
U: Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.
T: Signore Gesù Cristo, figlio del Padre.

U: Tu che togli i peccati del mondo, D: Tu che siedi alla destra del Padre
T: abbi pietà di noi, accogli la nostra supplica.

U: Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu che vivi con lo Spirito Santo.
Nella gloria del Padre, per tutti i secoli.
Rit + Amen

(D: Gloria a Dio nell’alto dei cieli… Gloria al Signore nei secoli, amen. Amen.)

 

PERCHE’ TU SEI CON ME

Solo tu sei il mio pastore: niente mai mi mancherà.
Solo tu sei il mio pastore, o Signore.

 Mi conduci dietro Te sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli lassù,
dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare.

Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro, io non temo alcun male perché
Tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro.

Siedo alla tua tavola che mi hai preparato ed il calice è colmo per me
di quella linfa di felicità che per amore hai versato.

Sempre mi accompagnano, lungo estati e inverni, la tua grazia, la tua fedeltà.
Nella tua casa io abiterò Fino alla fine dei giorni.

 

ALLELUIA LODE COSMICA

Alleluia, alleluia! Alleluia, alleluia!
Alleluia, alleluia! Alleluia, alleluia!

Lodino il Signore i Cieli, lodino il Signor le Terre,
Lodino il suo nome in eterno perché è sublime.

 

Offertorio: IL SEME DEL TUO CAMPO

Per ogni volta che ci doni la Parola di luce, noi offriremo la pace.
Per ogni volta che ci nutre il tuo Pane di vita, noi sazieremo la fame.
Per ogni volta che ci allieta il tuo Vino di gioia, noi guariremo ferite.

Offriamo a Te, sinceramente, la vita. Benediciamo la tua pace fra noi.
Saremo l’eco del tuo canto, il seme del tuo campo,
il lievito del tuo perdono, il lievito del tuo perdono.

Non ci separa dalla fede l’incertezza del cuore, quando ci parli, Signore.
Non ci separa dall’amore la potenza del male, quando rimani con noi.
Non ci separa dall’attesa del tuo giorno la morte, quando ci tieni per mano.

 

RESTO CON TE

Seme gettato nel mondo, Figlio donato alla terra, il tuo silenzio custodirò.
In ciò che vive e che muore vedo il tuo volto d’amore: sei il mio Signore e sei il mio Dio.

Io lo so che Tu sfidi la mia morte. Io lo so che Tu abiti il mio buio
nell’attesa del giorno che verrà, resto con Te.

Nube di mandorlo in fiore dentro gli inverni del cuore, è questo pane che Tu ci dai.
Vena di cielo profondo dentro le notti del mondo, è questo vino che Tu ci dai.

Io lo so che Tu sfidi la mia morte. Io lo so che Tu abiti il mio buio
nell’attesa del giorno che verrà, resto con Te.
Tu sei Re di stellate immensità e sei Tu il futuro che verrà
sei l’amore che muove ogni realtà e Tu sei qui…
Resto con Te.

 

DELL’AURORA TU SORGI PIU’ BELLA

Dell’aurora tu sorgi più bella coi tuoi raggi a far lieta la terra
e fra gli astri che il cielo rinserra non v’è stella come te.
Gli occhi tuoi son più fondi del mare la tua fronte ha il profumo del giglio
il tuo viso ricorda tuo figlio. Suoi tuoi passi nascon fiori.

Bella tu sei qual sole, bianca più della luna e le stelle più belle non son belle come te.
E le stelle più belle non son belle come te.

 Ti coronano tutte le stelle al tuo canto risponderà il vento
della luna si curva l’argento si rivolge verso te.
Quando tutto d’intorno è rovina e la voce del pianto non tace
il tuo sguardo riporta la pace la concordia in fondo ai cuori.

 

MEDLEY A DON BOSCO

Padre, di molte genti padre, il nostro grido ascolta, è il canto della vita
Quella perenne giovinezza che tu portavi in cuore perché non doni a noi?
Padre, maestro e amico, noi giovani del mondo guardiamo ancora a te!
Apri il nostro cuore a Cristo, sostieni il nostro impegno in questa società.

Oh oh oh,       oh oh oh                          Oh oh oh,      oh oh oh

Ciao amico in che piazza vai?     (giù dai colli…)
Spazi immensi, libero ora sei.    (sei venuto…)
Perché le strade oggi siano meno vuote.
Perché il sorriso tuo / resti a noi sempre.

Le tue mani stringono ancora mani.
La tua vita è forte dentro noi.
Profumo di cielo aveva il pane con te mangiato
e l’infinito in terra ha con te giocato.

E tu resta ancora qui Giovanni, resta, vivi con noi per sempre,
resta nei cuori, resta tra la gente. E tu giovani orizzonti vai nel mondo libero…

Musica

Sul tuo prato è cresciuto un nero asfalto
Ma nei cortili il tuo nome risuona ancora
Nella tua Dora scorre il fango e cresce il fumo
Ma il tuo tempio parla sempre di primavera

E come dimenticare i giorni della tua festa?
E come dimenticarti?  Non andare, resta!

Il tuo amore, il tuo sorriso, ali giovani ai tuoi occhi. Tu sei vivo per le strade,
tu sei festa nella gente. Tu in cerca di futuro canta ancora libertà.  (x 2)

U: Calzoni colore del prato, un ginocchio ammaccato per un salto in più.
D: Due piante e un filo tirato, la mela sul naso e gli amici giù.
Un pezzo di pane e una fetta di cielo, sapore di festa e tu:
Giovanni dei Becchi giullare dei campi regalo alla gioventù.

Siete tutti ladri ragazzi miei, non ho più il mio cuore ce lo avete voi,
ma non mi interessa da quest’oggi in poi ogni mio respiro sarà per voi.
Siete tutti ladri ragazzi miei, non ho più il mio cuore ce lo avete voi,
ma non mi interessa da quest’oggi in poi ogni mio respiro sarà per voi…

… Io ti direi,    con cento mille ragazzi di certo ti griderei

“Rimani accanto a noi, e se vorrai, nel mio domani Don Bosco Don Bosco rimani!”

Musica

Hai immaginato la gioia di mille cortili,
reti di cuori che ancora si stringono a te!
Hai visto tutto in un sogno, però non capivi,
ma ora se guardi lontano quel sogno vola, vola ancora

Guarda che, guarda che
che sterminato mare di mani c’è!
Saranno i figli tuoi, don Bosco,
quelli che hai chiamato con te!
Basta che, basta che
diventi luce quel Mistero ch’è in te,
saremo frecce verso il cielo nell’arco del tempo!

Siamo le mani che tu aprivi,
siamo il respiro che ci dai,
siamo le frecce verso il cielo nell’arco del tempo!

Musica

Guarda che…

Saremo frecce verso il cielo nell’arco del tempo!

Io sto con Don Bosco!

XIV Domenica del Tempo Ordinario – Matteo 11, 25-35

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Venite a me, affaticati e oppressi: il verbo venire indica la sequela ed esprime un invito pressante e gioioso. È anche un invito a rompere con tutti gli altri maestri per affidarsi al solo vero Maestro. «Affaticati e oppressi»: il primo termine evoca l’immagine di un uomo che lavora duro; il secondo l’uomo che cammina curvo, schiacciato sotto un carico troppo pesante. Ma quale fatica? Quale carico? Qualche autore ha pensato semplicemente alla fatica di vivere. Gesù si rivolgerebbe a tutti coloro che conducono una vita difficile e penosa. Ma la maggioranza degli interpreti pensa invece che Gesù si sia rivolto alla gente del popolo che penava sotto il peso del legalismo giudaico. «Mite e umile» sono due termini che Gesù applica a se stesso. E giustamente, perché indicano il suo atteggiamento verso Dio e verso gli uomini. Verso Dio un atteggiamento di confidenza, obbedienza e docilità. Verso gli uomini un atteggiamento di accoglienza, pazienza, discrezione, disponibilità e perdono, addirittura il servizio. E anche l’aggiunta «di cuore» non è senza importanza. Indica che le disposizioni di Gesù – verso il Padre e verso i fratelli – si radicano nella sua interiorità e coinvolgono tutta la sua Persona. «Portare il giogo» era un’espressione corrente. L’immagine suggerisce che l’uomo tutto intero deve impegnarsi nell’obbedienza al Signore, come uno schiavo è tutto impegnato nel suo lavoro. Gesù può dire «il mio giogo», perché l’ha portato personalmente per primo, a differenza dei falsi maestri che invece lo impongono agli altri senza personalmente muovere un dito. Ma se Gesù dice il mio giogo, è anche per un motivo più profondo. Si parlava del giogo del regno dei cieli, della legge, dei comandamenti. Gesù dice semplicemente il mio giogo. Prendere il giogo di Gesù non significa prendere su di sé una serie di precetti, ma subisce il fascino di una persona. Anche le esigenze di Gesù sono radicali e impegnative: come può allora dire che il suo giogo è «leggero»? Almeno per tre motivi. Gesù non ha abolito la legge, però l’ha ricondotta al suo centro, cioè alla carità, liberandola da tutta una precettistica complicata: un centro chiaro, lineare e ricco di movimenti. La legge di Gesù è impegnativa, ma è semplice. E poi un secondo motivo: Gesù non fa precedere la legge, ma la grazia, la gioia della notizia del Regno. È questa la novità di Gesù: prima lo stupore del Regno, e dopo, solo dopo – dunque come gioiosa risposta -, la legge morale. E infine una terza ragione: il giogo di Gesù è leggero perché Egli non è un maestro che insegna e poi abbandona a se stesso il proprio discepolo. (don B. Maggioni, biblista)

Proposte di canti della S. Messa: XIII Domenica del T.O

Inizio: ROCCIA DI FEDELTA’

Hai ascoltato, o Dio, il grido di chi soffre e spera, fonte di ogni bene, hai liberato il cuore.
Tu l’acqua viva sei, quando il deserto è intorno a noi, sempre noi loderemo il tuo Nome.

Grande sei tu, Signor, roccia di fedeltà, tu sei con noi, non ci abbandoni mai.
All’ombra del tuo amor su questa terra camminiam,
forti con te verso l’eternità, roccia di fedeltà.

 Hai riscattato o Dio, la vita di chi in te confida, difesa da ogni male, tu sciogli le catene.
Nella tempesta sei, la mano che ci salverà, sempre noi loderemo il tuo Nome.

 

GLORIA

Gloria a Dio, nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore.
Ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo e ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa.

Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente,
Signore, Figlio unigenito Gesù Cristo (Gesù Cristo..)

Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre abbi pietà di noi (pietà di noi..)

Perché tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre (di Dio Padre…)

Finale: A – men, a – men, amen

 

Salmo: LAUDATE OMNES GENTES

Laudate omnes gentes, laudate Dominum.
Laudate omnes gentes, laudate Dominum.

 

ALLELUIA PASSERANNO I CIELI

Alle-alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.

 Passeranno i cieli e passerà la terra, la tua Parola non passerà, alleluia alleluia.

 

Offertorio: ECCO QUEL CHE ABBIAMO

Ecco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai.
Ecco i frutti della terra, che Tu moltiplicherai.
Ecco queste mani, puoi usarle, se lo vuoi,
per dividere nel mondo il pane che Tu hai dato a noi.

Solo una goccia hai messo fra le mani mie, solo una goccia che tu ora chiedi a me…
Una goccia che in mano a Te, una pioggia diventerà… e la terra feconderà.

 

Comunione: TE AL CENTRO DEL MIO CUORE

Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare te, di stare insieme a te:
unico riferimento del mio andare, unica ragione tu, unico sostegno tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo, e quella Stella la.
La Stella polare è fissa ed è la sola, la Stella polare tu, la Stella sicura tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.

Tutto ruota attorno a te, in funzione di te
E poi non importa il “come”, il “dove” e il “se”.

 Che tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai tu,
quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno tu, la Stella polare tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.

 

E LA STRADA SI APRE

Raggio che buca le nubi ed è già cielo aperto.
Acqua che scende decisa scavando da sé l’argine per la vita
La traiettoria di un volo che, sull’orizzonte di sera,
tutto di questa natura ha una strada per sé.

Attimo che segue attimo un salto nel tempo.
Passi di un mondo che tende oramai all’unità, che non è più domani
Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nel cuore
Solo scegliendo l’amore il mondo vedrà….

Che la strada si apre, passo dopo passo, ora su questa strada noi.
E si spalanca un cielo, un mondo che rinasce e si può vivere per l’unità.. (x2)

XIII Domenica del Tempo Ordinario – Matteo 10, 37-42

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
a
Il passo evangelico presentato in questa domenica è la conclusione del grande discorso missionario di Matteo. Queste ultime parole, però, non sono più rivolte ai missionari, ma a coloro che li accolgono. È come accogliere Gesù stesso. Di più: è come accogliere il Padre. Nel concetto di accoglienza è in primo piano l’aspetto di ascolto, di accettazione del messaggio che i missionari portano. Questo significa, appunto, accogliere un profeta come profeta. Non è una cosa facile, perché l’annuncio che il profeta porta provoca divisioni: la scelta pro o contro Cristo – una scelta che non tollera compromessi – divide l’umanità, la famiglia e il cuore di ciascuno. Spesso vorremmo che i profeti ci aiutassero ad aggiustare i nostri compromessi e che giustificassero i nostri falsi pacifismi. Ma il profeta su questo è intollerante. Ecco perché accogliere i profeti è difficile quasi come fare il profeta! Ed ambedue avranno lo stesso premio.
Ma l’accoglienza ha anche una seconda direzione: «Chi darà da bere anche solo un bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli…»: il tema dell’accoglienza dei piccoli è per l’evangelista un tema di primaria importanza tanto da farne la chiave della grande parabola del giudizio (25,31-46). Ma c’è ancor prima un altro tema: l’affermazione del primato assoluto del Regno di Dio. Ho detto «regno di Dio», ma l’espressione è qui impropria: Gesù parla infatti della sua persona («chi ama il padre più di me»). L’attaccamento a Gesù deve superare ogni altro legame. Il primato di Gesù non va solo affermato e riconosciuto a parole, ma concretamente nella sequela: «Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me». La via della Croce è un modo nuovo di vedere le cose e di agire, di valutare e di scegliere: la via della Croce è la via del dono di sé, della solidarietà, della rinuncia a fare della propria persona il centro attorno a cui tutto deve ruotare. Ma nessuna paura: questa logica, così diversa da quella abituale, non è generatrice di morte, ma di vita: «Chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà». Nessun dualismo, né antropologico né escatologico, nel modo di intendere quest’ultima affermazione. Non si tratta di perdere la vita «materiale» a vantaggio di quella «spirituale», né si tratta di perdere la vita in questo mondo per trovarla nell’altro. Si tratta, piuttosto, di una vita che raggiunge l’uomo di qua e di là: un modo di vivere meglio nel mondo, una vita buona, che è tanto forte da vincere anche la morte.

Proposte di canti della S. Messa: XII Domenica del T.O

Inizio: POPOLI TUTTI

Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. ora e per sempre, voglio lodare il tuo grande amor per noi.
Mia roccia, Tu sei, pace e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò.

Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re,
mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome o Signore.
Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore, con Te resterò
non cè promessa, non c’è fedeltà che in te.

 

GLORIA (Mariano)

Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama. (x2)

Noi Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, ti glorifichiamo,
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre Onnipotente, Figlio unigenito, Cristo Gesù.

Signore Dio, Agnello di Dio, figlio del Padre Onnipotente.
Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Tu che togli i peccati del mondo, accogli benigno la nostra preghiera.
Tu che siedi alla destra del Padre abbi pietà di noi.

Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu l’Altissimo Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.

 

Salmo: IL SIGNORE E’ LA MIA FORZA

Il Signore è la mia forza, e io spero in Lui. Il Signore è il Salvatore,
in Lui confido, non ho timor, in Lui confido, non ho timor.

 

ALLELUIA DIO HA VISITATO IL SUO POPOLO

Alleluia, Alleluia. Alleluia, alleluia. Dio ha visitato il Suo popolo,
ha fatto meraviglie per noi. Alleluia.

 Gli occhi dei ciechi vedono la luce, gli orecchi dei sordi odono la voce.
Dio ha fatto meraviglie per noi, Dio ha fatto meraviglie per noi.

 

Offertorio: VOI SIETE DI DIO

Tutte le stelle della notte, le nebulose, le comete
il sole su una ragnatela è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le rose della vita, il grano, i prati, i fili d’erba
il mare, i fiumi, le montagne è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le musiche e le danze i grattacieli, le astronavi,
i quadri, i libri, le culture, è tutto vostro e voi siete di Dio.

Tutte le volte che perdòno, quando sorrido e quando piango,
quando mi accorgo di chi sono, è tutto vostro e voi siete di Dio,
è tutto nostro e noi siamo di Dio.

 

Comunione: COME TU MI VUOI

Eccomi Signor, vengo a te mio Re, che si compia in me la tua volontà.
Eccomi Signor, vengo a te mio Dio, plasma il cuore mio, e di te vivrò.
Se tu lo vuoi, Signore, manda me, e il tuo nome annuncerò.

Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò.
Questa vita io voglio donarla a te per dar gloria al tuo nome, mio Re.
Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò.
Se mi guida il tuo amore paura non ho, per sempre io sarò…
come tu mi vuoi.

Eccomi Signor, vengo a te mio Re, che si compia in me la tua volontà.
Eccomi Signor, vengo a te mio Dio, plasma il cuore mio, e di te vivrò.
Tra le tue mani mai più vacillerò e strumento tuo sarò.

 

PACE SIA PACE A VOI

“Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà sulla terra com’è nei cieli.
“Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà gioia nei nostri occhi, nei cuori.
“Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà luce limpida nei pensieri.
“Pace sia, pace a voi”: la tua pace sarà una casa per tutti.

“Pace a voi”: sia il tuo dono visibile “Pace a voi”: la tua eredità
“Pace a voi”: come un canto all’unisono che sale dalle nostre città.

XII Domenica del Tempo Ordinario – Matteo 10, 26-33

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «26Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri.
a
ll mondo ha odiato Cristo e continua ad odiarlo nei suoi discepoli. Le ragioni del suo odio sono sempre le stesse, ragioni che il mondo tenta di nascondere dietro falsi pretesti: l’ordine religioso e civile, il bene comune. Ma la vera ragione è sempre un’altra: «a causa del nome di Gesù». L’annuncio del discepolo è un annuncio che inquieta il mondo. Il Cristo è venuto, senza tanti riguardi, a fare irruzione nella tranquillità del mondo. Il mondo ama solo ciò che è suo, ciò che non turba la sua pace e non smaschera le sue pretese. Il mondo odia i discepoli di Cristo (quelli veri) perché con la loro esistenza lo pongono in questione.
Il Vangelo di questa domenica, invita il discepolo ad avere coraggio. L’espressione «non temere» ricorre tre volte e scandisce tutta quanta la pericope. E vengono indicate alcune forme in cui il coraggio deve concretamente manifestarsi: il coraggio nella persecuzione, il coraggio di parlar chiaro, il coraggio di non aver mai vergogna di Cristo di fronte agli uomini. E alle forme di coraggio si aggiungono i motivi che devono sostenerlo: la certezza di essere nelle mani del Padre e, anche, la certezza che gli uomini nulla possono fare per toglierci la vera vita. È un coraggio – come si vede – che nasce dalla fede e dalla libertà: la condizione è di amare Cristo al di sopra di ogni altra cosa. Solo così il discepolo è libero da se stesso, e non ha più nulla da difendere, quindi non è più ricattabile.
Mi si permetta un’insistenza. La paura è un sentimento che ogni uomo prova. Generalmente la paura viene da pericoli esterni, dalla calunnia o dalla violenza, ma se può entrare nel cuore dell’uomo turbandolo è unicamente perché vi trova un punto di appoggio. La paura entra nel profondo se si è ricattabili, se qualcosa ci importa più della causa di Gesù. E questo qualcosa può essere la vita, anche se, più spesso, si ha paura per molto meno. Ma ora che il Signore è risorto non c’è più ragione di avere alcuna paura. Persino la morte è vinta: di che cosa allora avere paura? Neppure della forza del peccato, che pure è profondo. Ce lo dice Paolo nella seconda lettura: «Se per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini» (Rom 5,15). Il peccato è grande e pervasivo, sembra dominare ogni cosa, ma la grazia di Dio è più forte dello stesso peccato. (don Bruno Maggioni, biblista)

Proposte di canti della S. Messa: Corpus Domini

Inizio: CIELI NUOVI E TERRA NUOVA

1. Cieli nuovi e terra nuova, è il destino dell’umanità
Viene il tempo, arriva il tempo, che ogni realtà si trasfigurerà.
E in cieli nuovi e terra nuova, il nostro anelito si placherà.
La tua casa, la tua dimora, su tutti i popoli si estenderà.

È il pane del cielo che ci fa vivere, che chiama a vivere e andare nel mondo.
È il pane del cielo che ci fa vivere, che chiama a vivere e andare a portare il tuo dono.

2. Cieli nuovi e terra nuova, la speranza non inganna mai.
E tu risorto, ci fai risorti, tutto il creato un canto diverrà.
E in cieli nuovi e terra nuova, c’è il disegno che hai affidato a noi.
Gerusalemme, dal cielo scende, Gerusalemme in terra troverà.

È il pane del cielo che ci fa vivere, che chiama a vivere e andare nel mondo.
È il pane del cielo che ci fa vivere, che chiama a vivere e andare a portare il tuo dono.

3. Cieli nuovi e terra nuova, è il destino dell’umanità.
Viene il tempo, arriva il tempo, che ogni realtà si trasfigurerà.

 

GLORIA

Gloria a Dio, nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore.
Ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo e ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.

1. Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente,
Signore, Figlio unigenito Gesù Cristo (Gesù Cristo..)

2. Tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre abbi pietà di noi (pietà di noi..)

3. Perché tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre (di Dio Padre…)

Finale: A – men, a – men, amen

 

Salmo

 

LODI DI DIO ALTISSIMO

Tu sei santo, Signore Dio, fai cose grandi, meravigliose!
Tu sei il bene, il sommo bene, Tu sei il Signore Onnipotente!

 

ALLELUIA CHI ASCOLTA

Alleluia, alleluia, alleluia. Alleluia, alleluia, alleluia. (x2)

Chi ascolta la Parola è come uno che attinge acqua alla sorgente che lo disseterà.

 

Offertorio: ANTICA ETERNA DANZA

Spighe d’oro al vento, antica eterna danza, per fare un solo pane, spezzato sulla mensa.
Grappoli dai colli, profumo di letizia, per fare un solo vino, bevanda della grazia.

Con il pane e il vino, Signore Ti doniamo le nostre gioie pure, le attese e le paure.
Frutti del lavoro e fede nel futuro, la voglia di cambiare e di ricominciare.

Dio della speranza, sorgente di ogni dono, accogli questa offerta che insieme Ti portiamo.
Dio dell’universo raccogli chi è disperso e facci tutti Chiesa, una cosa in Te.

 

Comunione: PANE DI VITA

1. Pane di vita sei, spezzato per tutti noi. chi ne mangia per sempre in te vivrà.
Veniamo al tuo santo altare, mensa del tuo amore, come pane vieni in mezzo a noi.

 Il tuo Corpo ci sazierà, il tuo Sangue ci salverà
perché Signor, tu sei morto per amor e ti offri oggi per noi.
Il tuo Corpo ci sazierà, il tuo Sangue ci salverà
perché Signor, tu sei morto per amor e ti offri oggi per noi.

2. Fonte di vita sei, immensa carità. Il tuo Sangue ci dona eternità.
Veniamo al tuo santo altare, mensa del tuo amore, come pane vieni in mezzo a noi.

 

Finale: INSIEME NELLA GIOIA

Insieme nella gioia verso il futuro, protagonisti insieme a Dio.
La fede nella sua Resurrezione darà un senso al nostro andare.

1. Beati voi, perché siete poveri.
Beati voi, vostro è il Regno dei Cieli.
Beati voi, perché siete afflitti.
Beati voi, sarete consolati. Beati voi!

2. Beati voi, perché siete miti.
Beati voi, la terra sarà vostra.
Beati voi, che avete fame di giustizia.
Beati voi, perché sarete saziati. Beati voi!

Solennità del Corpus Domini – Giovanni 6, 51-58

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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Nella festa del Corpo e del sangue del Signore la liturgia propone un breve passo del Vangelo di Giovanni (6, 51-58), ritagliato dal capitolo 6, un lungo capitolo che non narra l’istituzione dell’Eucaristia, ma che può essere considerato un ottimo esempio di predicazione eucaristica. L’originalità del modo con cui Giovanni comprende l’eucaristia lo si può cogliere già da alcuni particolari, presenti nel breve testo liturgico, ma soprattutto lo si coglie nel contesto dell’intero capitolo. Giovanni anziché il termine «corpo», preferisce il termine «carne». Probabilmente vuole sottolineare il realismo dell’incarnazione contro tendenze che cercavano, al contrario, di negare al Figlio di Dio la possibilità di assumere una vera e piena umanità.
Si noti, poi, la dimensione universale: per la vita del mondo. Infine c’è una insistenza che non è casuale: mangiare la carne e bere il sangue è indispensabile per avere la vita. Ma è soprattutto dall’intero discorso che si comprende.
Costruendo la sua omelia eucaristica, Giovanni non pensa soltanto all’Eucaristia-sacramento, ma all’intera esistenza di Gesù e, nel contempo, al progetto di vita del discepolo. L’Eucaristia è rivelatrice della verità di Gesù in tutta la sua interezza. Ed è insieme la rivelazione della verità del discepolo. Gesù viene dal cielo, Gesù è colui che si offre per la vita del mondo. Sono questi i due aspetti che definiscono Gesù nella sua persona e nella sua missione. E il discepolo è colui che mangia e beve la carne e il sangue di Gesù. In altre parole, è colui che riconosce l’origine di Gesù e il suo significato di salvezza e, di conseguenza, l’accoglie e la condivide.
Ma tutto questo è un discorso duro per più motivi, tanto da indurre anche molti discepoli a tirarsi indietro. E la prima ragione di questa durezza è che il pane che è Gesù, va oltre il pane che le folle cercano, oltre la misura di salvezza che l’uomo pretenderebbe per sé. La seconda ragione è che la presenza di Dio e la ricchezza del suo dono sono nascoste sotto apparenze comuni e quotidiane: Gesù è il figlio di Giuseppe (e, nell’Eucaristia, si nasconde sotto le apparenze del pane e del vino). La terza ragione, infine, è la paura che l’uomo prova di fronte all’invito di «mangiare la sua carne e bere il suo sangue», cioè la paura di fronte a un progetto di vita che riproduce quello di Gesù (un’esistenza per la salvezza di tutti). Difatti «mangiare e bere» non soltanto significa accogliere la presenza di Gesù nel suo dono, ma porsi in sintonia con il suo dono e prolungarlo. Indica in altre parole un modo di vivere alla sequela del Signore. (don B. Maggioni, biblista)

Proposte di canti della S. Messa: Ss. Trinità

Inizio: E’ BELLO LODARTI 

È bello cantare il tuo amore, è bello lodare il tuo nome.
È bello cantare il tuo amore, è bello lodarti Signore, è bello cantare a te.

1. Tu che sei l’amore infinito che neppure il cielo può contenere,
Ti sei fatto uomo, Tu sei venuto qui ad abitare in mezzo a noi, allora.

2. Tu che conti tutte le stelle e le chiami ad una ad una per nome,
da mille sentieri ci hai radunati qui, ci hai chiamati figli tuoi allora.

 

GLORIA (Mariano) 

Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama. (x2) 

1. Noi Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti adoriamo, ti glorifichiamo,
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa.
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre Onnipotente, Figlio unigenito, Cristo Gesù. 

2. Signore Dio, Agnello di Dio, figlio del Padre Onnipotente.
Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Tu che togli i peccati del mondo, accogli benigno la nostra preghiera.
Tu che siedi alla destra del Padre abbi pietà di noi. 

3. Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu l’Altissimo Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.

 

Salmo: LAUDATE OMNES GENTES

Laudate omnes gentes, laudate Dominum. Laudate omnes gentes, laudate Dominum.

 

ALLELUIA PASSERANNO I CIELI

Alle-alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.

Passeranno i cieli e passerà la terra, la tua Parola non passerà, alleluia alleluia. 

 

Offertorio: GRANDI COSE

Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare i fiori fra le rocce.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha riportati liberi alla nostra terra.
Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare l’amore che Dio ha versato su noi.

Tu che sai strappare dalla morte, hai sollevato il nostro viso dalla polvere.
Tu che hai sentito il nostro pianto, nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.

 

Comunione: PERCHE’ TU SEI CON ME

Solo tu sei il mio pastore: niente mai mi mancherà.
Solo tu sei il mio pastore, o Signore.

1. Mi conduci dietro Te sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli lassù,
dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare.

2. Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro, io non temo alcun male perché
Tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro.

3. Siedo alla tua tavola che mi hai preparato ed il calice è colmo per me
di quella linfa di felicità che per amore hai versato.

4. Sempre mi accompagnano, lungo estati e inverni, la tua grazia, la tua fedeltà.
Nella tua casa io abiterò Fino alla fine dei giorni.

 

Finale: RESTA ACCANTO A ME

Ora vado sulla mia strada con l’amore tuo che mi guida,
o Signore ovunque io vada, resta accanto a me!
Io ti prego stammi vicino ogni passo del mio cammino,
ogni notte, ogni mattino, resta accanto a me.

1. Il tuo sguardo puro sia luce per me, e la tua Parola sia voce per me,
che io trovi il senso del mio andare solo in Te, nel tuo fedele amare il mio perché.

2. Fa’ che chi mi guarda non veda che Te, fa’ che chi mi ascolta non senta che Te,
e chi pensa a me fa che nel cuore pensi a Te e trovi quell’amore che hai dato a me.

 

Altre proposte

GIOVANE DONNA

1. Giovane donna, attesa dall’umanità; un desiderio d’amore è pura libertà.
Il Dio lontano è qui vicino a te voce e silenzio, annuncio di novità. 

A – ve Mari – a (2volte) 

2. Dio t’ha prescelta qual Madre piena di bellezza e il suo amore t’avvolgerà nella sua ombra.
Grembo per Dio venuto sulla terra, Tu sarai Madre di un uomo nuovo. 

3. Ecco l’ancella che vive della tua Parola libero il cuore perché l’amore trovi casa.
Ora l’attesa è densa di preghiera, e l’uomo nuovo è qui, in mezzo a noi.

 

ALLELUIA PASSERANNO I CIELI 

Alle-alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia. 

Passeranno i cieli e passerà la terra, la tua Parola non passerà, alleluia alleluia.

 

NOI CANTEREMO GLORIA A TE

Noi canteremo gloria a te, Padre che dai la vita, Dio d’immensa carità Trinità infinita.

Tutto il creato vive in Te, segno della tua gloria, tutta la storia ti darà onore e vittoria.

La tua parola venne a noi, annuncio del tuo dono: la Tua promessa porterà salvezza e perdono.

 

PASSA QUESTO MONDO

1. Noi annunciamo la parola eterna: Dio è Amore.
Questa è la voce che ha varcato i tempi: Dio è carità.

Passa questo mondo, passano i secoli, solo chi ama non passerà mai.

2. Dio è luce e in Lui non c’è la notte: Dio è Amore.
Noi camminiamo lungo il suo sentiero: Dio è carità.

3. Noi ci amiamo perché Lui ci ama: Dio è amore.
Egli per primo diede a noi la vita: Dio è carità.

4. Giovani forti, avete vinto il male: Dio è amore.
In voi dimora la parola eterna: Dio è carità.

 

RESTA CON NOI SIGNORE LA SERA 

1. Resta con noi, signore, la sera. Resta con noi che avremo la pace.

Resta con noi, non ci lasciar. La notte mai più scenderà.
Resta con noi. Non ci lasciar. Nelle vie del mondo, Signor.

2. Ti porteremo ai nostri fratelli. Ti porteremo lungo le strade.

3. Voglio donarti queste mie mani. Voglio donarti questo mio cuore

 

TE LODIAMO TRINITA’

1. Te lodiamo, Trinità, nostro Dio, ti adoriamo; Padre dell’umanità, la tua gloria proclamiamo.

Te lodiamo, Trinità, per l’immensa tua bontà.

2. Tutto il mondo annuncia te: tu lo hai fatto come un segno. Ogni uomo porta in sé il sigillo del tuo regno.

3. Noi crediamo solo in te, nostro Padre e Creatore; noi speriamo solo in te, Gesù Cristo, Salvatore.

4. Infinita carità, Santo Spirito d’amore, luce, pace e verità, regna sempre nel mio cuore.

 

OLTRE LA MEMORIA

Oltre la memoria del tempo che ho vissuto, oltre la speranza che serve al mio domani,
oltre il desiderio di vivere il presente, anch’io confesso ho chiesto: che cosa è verità?

E tu, come un desiderio che non ha memorie, Padre buono,
come una speranza che non ha confini, come un tempo eterno sei per me.

Io so quanto amore chiede questa lunga attesa del tuo giorno, o Dio;
luce in ogni cosa io non vedo ancora, ma la tua parola mi rischiarerà.

Quando le parole non bastano all’amore, quando il mio fratello domanda più del pane,
quando l’illusione promette un mondo nuovo, anch’io rimango incerto nel mezzo del cammino.

E Tu, Figlio tanto amato, verità dell’uomo, mio Signore;
come la promessa di un perdono eterno, libertà infinita sei per me.

Chiedo alla mia mente coraggio di cercare, chiedo alle mie mani la forza di donare,
chiedo al cuore incerto passione per la vita e chiedo a Te, fratello, di credere con me.

E Tu, forza della vita, Spirito d’amore, dolce Iddio;
grembo d’ogni cosa, tenerezza immensa, verità del mondo sei per me.

Solennità della Santissima Trinità – Giovanni 3,16-18

Dal vangelo secondo Giovanni 3,16-18
«16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Nella festa della SS. Trinità l’evangelista Giovanni ci invita a vedere in Gesù, concretamente nel suo farsi uomo, nella sua vita e, soprattutto, nella sua Croce (questo è il senso pregnante dell’espressione «dare il Figlio») la sorprendente profondità e gratuità dell’amore del Padre. Il verbo «dare» significa spesso in Giovanni «donare». Si noti la sottolineatura: «il Figlio unigenito». Il Padre ci ha fatto dono del suo Figlio amato. E si noti anche l’universalità della destinazione del dono: il mondo intero.
L’evangelista prosegue poi dicendoci che Dio ha mandato il Figlio per salvare il mondo, non per giudicarlo. Ma ciò non toglie che la presenza del dono determini una crisi: il dono del Padre può essere accolto o rifiutato. Nel giudizio Giovanni vede non tanto l’evento futuro, rimandato alla fine, quanto una realtà attuale, già presente e operante dentro la storia e l’uomo. E si direbbe che non sia tanto Dio a giudicare, quanto l’uomo stesso col proprio atteggiamento. Col suo rifiuto o con la sua accettazione dell’amore apparso in Gesù (credere significa, appunto, riconoscere e accogliere il dono di Dio nella propria vita), l’uomo si costruisce luce o tenebra.
Nonostante l’importanza che la Trinità riveste per la fede cristiana, si ha a volte l’impressione che per molti essa sia niente più di una verità da credere, un mistero del tutto incomprensibile.
In realtà è un mistero luminoso. Di fronte alla rivelazione della Trinità non ci è richiesto soltanto il silenzio, ma anche lo stupore e la gioia, perché si tratta sì di una realtà inaccessibile, infinitamente più grande di noi, ma si tratta anche nel contempo di una realtà luminosa: l’uomo stesso ne viene tutto rischiarato.
Conoscendo il Padre, il Figlio e lo Spirito, noi intravediamo che Dio è nel suo intimo più profondo un dialogo di amore tra tre Persone. Nella sua natura più nascosta (nessun uomo l’avrebbe scoperta, se Gesù non ce ne avesse parlato) Dio è una realtà di comunione, quasi una famiglia. È questa l’originalità della concezione cristiana di Dio, ed è qui che l’uomo trova la spiegazione più vera di se stesso. L’uomo sente insopprimibile la nostalgia della comunità, della solidarietà e del dialogo; ne ha bisogno per vivere e per crescere, ne ha bisogno più dell’aria che respira. Ma è soltanto alla luce della Trinità che questa constatazione acquista un’insospettabile profondità: siamo fatti per incontrarci, per dialogare e amare, perché siamo «immagine di Dio», e Dio è, appunto – per quanto ci è dato capire – una comunità di amore. La vocazione alla comunità è la traccia della Trinità nell’uomo.