Rosario mese di maggio

Eccoci ad iniziare insieme il mese di maggio, dedicato alla Vergine Maria con la preghiera del Santo Rosario recitato insieme, come comunità.

Sarà l’occasione ogni sera alle 21, salvo qualche eccezione, per conoscere tutti i gruppi dei Sale, pregare con loro e per le persone che incontrano nel loro servizio.

Avremo anche delle serate in cui pregheremo nei cortili dei condomini e nei parchi dei nostri quartieri. Sarà un bel segno, dopo due anni, di vicinanza a tutti soprattutto agli anziani e agli ammalati.
Ecco qui in allegato il calendario degli incontri serali per il rosario. Potranno subire variazioni tra i gruppi, ma verrà garantito ogni sera. In caso di pioggia si farà in chiesa parrocchiale.

Per vivere la festa del lavoro alla luce del Vangelo

Sabato 30 aprile alle ore 18.30 Eucaristia presso il Santuario di Cussanio di Fossano

“La vera ricchezza sono le persone: senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore”, ha ricordato papa Francesco ricevendo in udienza l’Associazione nazionale dei costruttori edili (20 gennaio 2022). A questo pensiero del Papa si ispira la Celebrazione eucaristica che si tiene nel Santuario Madre della Divina Provvidenza in Cussanio di Fossano sabato 30 aprile alle ore 18.30: un’Eucaristia per il mondo del lavoro, promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro delle Diocesi di Cuneo e di Fossano, in collaborazione con le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani di Cuneo, l’UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti di Cuneo e l’Associazione Papa Giovanni XXIII.

Verrà portata all’attenzione anche la testimonianza dell’Associazione Culturale Gabriele Alladio, che ha lo scopo di promuovere la cultura della sicurezza agricola, sensibilizzando in particolare i giovani. Gabriele Alladio aveva 18 anni quando perse la vita in un incidente di lavoro nell’azienda familiare, a Genola, pochi anni fa. Il 26 marzo 2022, nella sala consiliare del Comune di Marene, l’associazione ha iniziato una serie di incontri e dialoghi tra agricoltori e allevatori con l’aiuto di Maura Anfossi e del collega Andrea Pascale.

“Viviamo una stagione complessa, segnata ancora dagli effetti della pandemia e dalla guerra in Ucraina, in cui il lavoro continua a preoccupare la società civile e le famiglie, e impegna ad un discernimento che si traduca in proposte di solidarietà e di tutela delle situazioni di maggiore precarietà”, scrivono i vescovi italiani. “Le conseguenze della crisi economica gravano sulle spalle dei giovani, delle donne, dei disoccupati, dei precari, in un contesto in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro. La Chiesa che è in Italia non può distogliere lo sguardo dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno. È in discussione il valore dell’umano, l’unico capitale che sia vera ricchezza”.


Incontro degli adolescenti con il Papa a Roma

Energia ed entusiasmo allo stato puro: Papa Francesco incontra gli adolescenti di Italia a Roma.

C’eravamo anche noi!

Dopo 9 ore di viaggio notturno in pullman con i coetanei di Marene, i ragazzi del biennio dei Salesiani di Cuneo sono arrivati a Roma stanchi ma carichi per iniziare questa avventura speciale.

Il gruppo è stato ospite dell’Istituto Salesiano Pio XI che ha accolto più di mille giovani organizzando colazione, pranzo al sacco e cena. La mattina del primo giorno (lunedì 18 aprile) abbiamo visitato senza sosta alcuni dei monumenti più significativi della capitale e al pomeriggio abbiamo atteso Papa Francesco negli spazi transennati di piazza San Pietro. Tre ore intense, inaugurate con le performance di diversi artisti per arrivare poi al momento più spirituale, con alcune testimonianze di giovani e di profonda preghiera insieme ad altri 70 mila giovani lì riuniti.

Una piazza che per due anni è rimasta vuota, ma finalmente adesso così piena di adolescenti, ha emozionato il Papa e ha emozionato noi. Il Pontefice ci ha invitato a non perdere il “fiuto” della verità e del bene che permette di trovare il Signore grazie al nostro sguardo incondizionato… esattamente come Giovanni, il più giovane degli apostoli, che ha subito riconosciuto Cristo sulle sponde del lago.

Inoltre, le parole del Papa hanno portato coraggio e speranza: non aver paura della vita perché è un dono da mettere a disposizione degli altri, ma di “aver paura della morte dell’anima e della morte del futuro e della chiusura del cuore”. Non è mancato un invito a condividere e mettere alla luce le proprie paure, ad essere coraggiosi… proprio come Pietro che si butta in acqua per abbracciare il Signore.

Dopo aver ascoltato il saluto del Santo Padre siamo tornati all’Istituto per cenare, riposare e qualche chiacchiera prima della nanna… Il giorno successivo il gruppo delle superiori si è aggregato ai compagni di terza media della diocesi di Cuneo, per rinnovare insieme le promesse battesimali nel battistero del Laterano e visitare le catacombe di san Callisto.

Siamo rientrati in tarda notte a Cuneo e la stanchezza ha iniziato a pesare, ma la gioia ha vinto sulla fatica.

A cosa abbiamo pensato prima di addormentarci nei nostri letti a casa? Alla bellezza di queste due giornate vissute insieme e quanto sia grandioso il progetto di donare la propria vita agli altri, senza paura e facendosi guidare dal Signore.

Un piccolo miracolo: nessun ferito o disperso.

 

Si continuano ad usare le mascherine nelle chiese e per ogni incontro in luoghi chiusi

Cessate le Norme per le celebrazioni con il popolo in tempo di pandemia rimangono anche alcune raccomandazioni per un prudente ritorno alla normalità

In linea con le recenti disposizioni normative delle autorità secolari, l’uso della mascherina che copre naso e bocca continua ad essere obbligatorio in ogni celebrazione ed incontro che si svolge dentro le chiese o in altri luoghi chiusi, almeno fino al 15 giugno 2022.

Cessate dal 1 aprile 2022 le norme che il vescovo Piero Delbosco aveva fissato l’11 maggio 2020 in linea con il protocollo sottoscritto il 7 maggio 2020 tra il Governo Italiano e la Conferenza Episcopale Italiana, oltre all’uso obbligatorio delle mascherine è importante seguire le altre raccomandazioni che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato, al fine di evitare imprudenze in questa fase di progressivo ritorno alla normalità:

  1. il distanziamento di un metro non è più obbligatorio ma si deve predisporre quanto necessario per evitare assembramenti inopportuni in particolare all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi;
  2. rimane opportuna l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso, mettendo a disposizione quanto necessario;
  3. è meglio tenere ancora vuote le acquasantiere;
  4. per l’igiene degli ambienti si devono ovviamente mantenere le buone pratiche di pulizia periodica delle superfici con idonei igienizzanti, non necessariamente dopo ogni celebrazione, e gli accorgimenti che favoriscono il ricambio dell’aria, anche lasciando aperta o almeno socchiusa qualche porta o finestra, se possibile;
  5. ricordando che lo scambio di pace nella celebrazione dell’Eucaristia è sempre facoltativo, è opportuno ancora evitare la stretta di mano o l’abbraccio;
  6. per la distribuzione della comunione, preferibilmente sulla mano ma anche in bocca, con le dovute attenzioni, ai fedeli che vanno in processione all’altare per riceverla, è meglio che i ministri, indossata la mascherina come tutti, igienizzino le mani; allo stesso modo, per gli altri sacramenti che prevedono un contatto fisico è opportuno adottare idonee precauzioni igieniche;
  7. non ci sono limitazioni per le processioni, cercando di evitare assembramenti eccessivi rischiosi;
  8. secondo le indicazioni delle autorità secolari, chi ha sintomi influenzali non deve partecipare alle celebrazioni o ad altri incontri in presenza, soprattutto chi è sottoposto a isolamento perché positivo al Covid-19.

II Domenica di Pasqua – Giovanni 20, 19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Venne Gesù a porte chiuse. In quella stanza, dove si respirava paura, alcuni non ce l’hanno fatta a restare rinchiusi: Maria di Magdala e le donne, Tommaso e i due di Emmaus. A loro, che respirano libertà, sono riservati gli incontri più belli e più intensi.

Otto giorni dopo Gesù è ancora lì: l’abbandonato ritorna da quelli che sanno solo abbandonare; li ha inviati per le strade, e li ritrova chiusi in quella stanza; eppure non si stanca di accompagnarli con delicatezza infinita. Si rivolge a Tommaso che lui stesso aveva educato alla libertà interiore, a dissentire, ad essere rigoroso e coraggioso, vivo e umano. Non si impone, si propone: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco.

Gesù rispetta la fatica e i dubbi; rispetta i tempi di ciascuno e la complessità del credere; non si scandalizza, si ripropone. Che bello se anche noi fossimo formati, come nel cenacolo, più all’approfondimento della fede che all’ubbidienza; più alla ricerca che al consenso!

Quante energie e quanta maturità sarebbero liberate! Gesù si espone a Tommaso con tutte le ferite aperte. Offre due mani piagate dove poter riposare e riprendere il fiato del coraggio. Pensavamo che la risurrezione avrebbe cancellato la passione, richiusi i fori dei chiodi, rimarginato le piaghe. Invece no: esse sono il racconto dell’amore scritto sul corpo di Gesù con l’alfabeto delle ferite, incancellabili ormai come l’amore stesso.

La Croce non è un semplice incidente di percorso da superare con la Pasqua, è il perché, il senso. Metti, tendi, tocca. Il Vangelo non dice che Tommaso l’abbia fatto, che abbia toccato quel corpo. Che bisogno c’era? Che inganno può nascondere chi è inchiodato al legno per te? Non le ha toccate, lui le ha baciate quelle ferite, diventate feritoie di luce. Mio Signore e mio Dio.

La fede se non contiene questo aggettivo mio non è vera fede, sarà religione, catechismo, paura. Mio dev’essere il Signore, come dice l’amata del Cantico; mio non di possesso ma di appartenenza: il mio amato è mio e io sono per lui. Mio, come lo è il cuore e, senza, non sarei. Mio come il respiro e, senza, non vivrei. Tommaso, beati piuttosto quelli che non hanno visto e hanno creduto! Una beatitudine alla mia portata: io che tento di credere, io apprendista credente, non ho visto e non ho toccato mai nulla del corpo assente del Signore. I cristiani solo accettando di non vedere, non sapere, non toccare, possono accostarsi a quella alternativa totale, alla vita totalmente altra che nasce nel buio lucente di Pasqua. (P. E. Ronchi)

 

 

 

Prime Comunioni

Domenica 24 aprile alle ore 10,30 vivranno la loro prima comunione accompagnati dalla catechista Franca Salerno:

Galdi Alice

Pergioni Aron

Rizzolio Caterina

Shestani Sara

Zappino Matteo

 

Alle ore 16 vivranno la loro prima comunione, accompagnati dalle catechiste Barbara Parola e Nives Torta:

Alaimo Valerio

Barbero Anna

Basile Leonardo

Dutto Davide

Furino Maria

Gallarato Simone

Grosso Sara

Grosso Marta

Peano Luca

Pisano Viola

Plutino Alessandro

Sbrescia Penelope

Solaro Liliana Lucia

Tilotta Aurora Elisa (con il sacramento del battesimo)

Bellone Noemi

Bertaina Luca

Biarese Elia

Campoverde Kristel

Castellino Gabriele

Cozzolino Diletta

Graneris Andrea

Lusso Luca

MGS DAY in arrivo! – 24 aprile 2022

AMATI PER NOME

Con grande attesa, è in arrivo l’appuntamento MGS DAY a Torino-Valdocco previsto per domenica 24 aprile 2022!

L’evento vedrà la presenza della Madre Generale, Madre Chiara Cazzuola – 10° Successora di Maria Domenica Mazzarello, in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni di fondazione delle FMA.

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Don Rino Pistellato sulla guerra in Ucraina

Ex direttore dell’istituto Elvetico di Lugano, don Rino Pistellato ha trascorso dieci anni prima a Gatchina (Russia), poi altrettanti a Leopoli nell’Ucraina. Un prete con due cuori, mobilitato adesso per aiutare il popolo invaso e assediato. Ha educato gli studenti del dopo – URSS a respirare e vivere “la pace e la libertà”. E ora si chiede “da che parte staranno”. Coraggiosa la condanna di Putin e dei ritardi della diplomazia nel prevenire la messa in atto dell’aggressione di Mosca. E conclude: ” Personalmente sento l’Ucraina come la mia terra promessa e Leopoli città della mia gioia”.

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