Messaggio di don Taras, salesiano ucraino di Leopoli

Sono a Leopoli in comunità, il nostro paese adesso è più tranquillo, però non è sereno. Ogni tanto dobbiamo nasconderci sotto terra, perché possono esserci le bombe. Viviamo nella paura, tutto chiuso… Pero dall’altra parte dell’Ukraina ci sono tanti morti, bambini, ragazzi, gente, militari… Tutto rovinato, non posso crederci. Tutti piangono… Tanti morti.. la Russia in TV dice solo le bugie, non guardate niente dalla Russia… Guardatevi i nostri telegiornali, sono reali e veri.

La gente scappa in Polonia, Slovacchia… Di solito sono famiglie senza padri, perché gli uomini devono restare qui per difendere il paese. Anche qui a Leopoli nel nostro Oratorio vivono i ragazzi che provengono da ovest. Sono orfani, sono rimasti senza il tetto. Non possono più tornare, perché non hanno la loro casa, non hanno il loro paesino perché tutto è rovinato.

Le bombe cadono e cadono, gli aerei mettono sulla gente le bombe, tutto quasi rovinato… Paura, morte, sangue… Non riesco a pensarci. E quindi questi ragazzi e le altre famiglie vivono da noi nell’oratorio. La nostra parrocchia ha organizzato un punto per fare rete per i militari, ogni giorno vengono tanti volontari per farlo, per aiutarli… Abbiamo bisogno di tanto aiuto… Siamo molto uniti come nazione, siamo come sorelle e fratelli, lavoriamo insieme, mangiamo insieme, piangiamo insieme e vinceremo insieme.

Il cortile si veste di nuovo!!

Finalmente!!!
dopo mesi di progettazione, disegni, modifiche, intoppi, attese….

Eccolo!

Il nuovo murales che dà un tocco di freschezza e di spirito salesiano al nostro amato cortile!

 

 

 

 

Un doveroso ringraziamento a Fabry e Vytas per averlo pensato e messo su carta, ai ragazzi del cortile che hanno trattato il legno per renderlo impermeabile, a tutti gli animatori e i ragazzi che si sono sporcati le mani per dipingerlo e a Aldo e Miche che con pazienza e cura hanno ultimato i trattamenti per l’impermeabilizzazione e lo hanno fissato a parete.

 

 

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Come partecipare alla solidarietà per il popolo dell’Ucraina

La Caritas diocesana raccoglie fondi e organizza l’accoglienza dei profughi in rete con gli enti locali e altri soggetti del territorio

A seguito delle indicazioni di Caritas italiana e del Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, il Direttore della Caritas Diocesana di Cuneo, Enrico Manassero, ha comunicato quanto segue in merito all’emergenza Ucraina.

  1. Caritas diocesana al momento non si occupa direttamente di raccolte di materiali (cibo, farmaci o vestiti) in quanto molto complicato e dispendioso dal punto di vista logistico, economico ed organizzativo;
  2. Caritas diocesana promuove invece una campagna di raccolta fondi che verranno poi inoltrati alle Caritas ucraine, polacche e rumene per aiutare al meglio gli aiuti umanitari in loco. Le donazioni possono essere fatte utilizzando l’IBAN di Caritas italiana che si trova sul sito www.caritas.it oppure direttamente sul conto di Fondazione Opere Diocesane Cuneesi – Caritas Cuneo IT96N0306910200100000075579 indicando la causale “solidarietà con il popolo ucraino”; ad oggi sono già stati raccolti oltre 50.000 euro da persone singole e dalle collette parrocchiali.
  3. Caritas diocesana ha dato piena disponibilità a collaborare alla creazione di una rete di accoglienza per i profughi ucraini che arriveranno sul territorio della Diocesi. Il sistema prevede una stretta collaborazione tra Prefettura, Comune di Cuneo, Caritas diocesana e parrocchiali, Croce Rossa Italiana, Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese, Consiglio Centrale San Vincenzo de’ Paoli, Punto Meet e Cooperative Sociali responsabili del sistema di accoglienze del SAI – Sistema Accoglienza Integrazione, e dell’ASL CN1. Il protocollo verrà siglato tra Prefettura e Comune di Cuneo. Quest’ultimo procederà poi a stipulare le dovute convenzioni ed accordi con i diversi enti della rete. Al momento l’organizzazione sta definendo tutte le procedure al fine di garantire un accompagnamento da tutti i punti di vista delle persone accolte. I posti disponibili della rete della Caritas diocesana di Cuneo sono già 50 (con alloggi di proprietà o gestione ecclesiastica a Cuneo nel Vescovado vecchio di via Roma, in via Meucci e nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, a Madonna delle Grazie di Cuneo e a Peveragno) a cui se ne aggiungeranno presto altri 50, oltre ai 7 posti nella casa parrocchiale di Limone gestiti dal Comune di Limone Piemonte. Nell’organizzazione generale, Caritas si occuperà nello specifico dell’accoglienza negli alloggi, in particolare vitto, alloggio e supporto quotidiano. Sarà compito degli altri soggetti della rete invece garantire il supporto per le pratiche amministrative e legali, il supporto sanitario, l’accompagnamento sociale in caso di presenza di minori o anziani, corsi di base di lingua italiana, eventuale successivo inserimento a scuola dei minori. Attualmente si conta un cospicuo gruppo di volontari di diverse parrocchie che si sono dati disponibili a piccoli gruppi per seguire le singole abitazioni ed accogliere i fratelli ucraini.
  4. Per dare la propria disponibilità ad ospitare o a fare il volontario la Caritas diocesana di Cuneo da lunedì 14 marzo rimanda direttamente alla rete costituita insieme al Comune di Cuneo: è possibile contattare l’Info Ucraina, presso il polo “.Meet”, in via Leutrum 7  a Cuneo, al numero 0171444547  o all’email polo.meet@comune.cuneo.it.
  5. L’intento è quello di avere non solo le case, ma anche gruppi di cittadini disponibili a coordinarsi per seguire le persone in qualità di volontari. È un segno forte d’impegno per la Pace attraverso il gesto concreto dell’accoglienza.

Un fine settimana per migliorare la comunicazione e la relazione tra sposi

La proposta nei mesi di marzo, maggio, settembre e novembre, a Villanova d’Asti

Dedicare un fine settimana alla propria vita in coppia: questa la proposta del Weekend Sposi promosso dal gruppo Incontro Matrimoniale, sostenuta dall’Ufficio diocesano per la famiglia.

“Il Weekend Sposi ti propone di uscire sulla soglia e dialogare, accettare l’incontro, esporti al dialogo, porre le tue certezze nelle mani dell’altro e lasciarti contaminare dal suo ragionamento anche se la pensa in modo opposto al tuo”, scrivono gli organizzatori. “Non vuole cambiarti ma cercare di farti vedere i soliti luoghi in modo nuovo e afferrare possibilità nuove pur nella ripetizione quotidiana”. Affrontando anche i sentimenti di delusione, insofferenza per piccoli problemi non affrontati, rabbia o frustrazione dopo un litigio per qualche sciocchezza, “sono sentimenti e situazioni che talvolta iniziano ad abitare nella vita di una coppia, ma anche del consacrato nella propria comunità. Dov’è finito l’amore intenso e convinto dei primi tempi? Sei capace ad accettare la critica, ascoltare e meditare su altri punti di vista? Provi a capire le ragioni dell’altro? Accetti di spiegare le tue posizioni e riconoscere i punti deboli del tuo ragionamento?”.

I partecipanti sono invitati a riflettere sulle proprie esperienze di relazione, stimolati dalle testimonianze di vita concreta, presentate da un team di animatori.

Le date dei Weekend Sposi sono:

  • dal 25 al 27 marzo 2022 a Villanova d’Asti
  • dal 20 al 22 maggio 2022 a Villanova d’Asti
  • dal 23 al 25 settembre 2022 a Villanova d’Asti
  • dal 18 al 20 novembre 2022 a Villanova d’Asti

Per maggiori informazioni telefonare a Livio e Laura 3315021215.

Uno strumento per accompagnare i genitori che chiedono il battesimo dei figli

Riflessione sull’evento della nascita e schede operative per accompagnare i bambini 3-6 anni anche nel tempo di Quaresima

È stato pubblicato il primo numero dell’anno de “Il Nido”, opuscolo curato dal gruppo guidato da don Alberto Aimar che anima la pastorale prima e dopo il battesimo dei bambini, nell’ambito dell’Ufficio catechistico delle Diocesi di Cuneo e di Fossano. La pubblicazione tratta del tema “La nascita… l’inizio di tutto”. All’interno si trova un breve articolo di presentazione del tema “Alla sorgente della parola vivente” approfondito da Anna Peiretti, caporedattore de La Giostra e autrice di numerosi libri per bambini, impegnata nella promozione della lettura per i bambini da zero a sei anni e nell’accessibilità ai testi per i bambini con disabilità. Il tema era stato trattato lo scorso anno in occasione del corso di formazione. È possibile anche rivedere la registrazione dell’incontro. Inoltre è presente la presentazione di una scheda tratta dal sussidio “Silenzio, parla Dio…” della terza fase del progetto “L’albero dove i piccoli trovano il nido”. Completano il foglio, la breve recensione del libro “Il popolo dei bambini. Ripensare la civiltà dell’infanzia” di Margherita Rita e la proposta del cammino quaresimale di quest’anno: “Occhi di Pasqua” che si rivolge anche ai bambini nella fascia di età 3-6 anni.

Inalberiamoci: ciclo di incontri e di riflessioni spirituali sul creato

Cinque appuntamenti sulla biodiversità e il valore degli alberi da marzo a maggio a Fossano, promossi dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro

In questi tempi così bui parlare di biodiversità e di alberi? Direi proprio che ha un suo senso profondo. Ormai abbiamo capito che “tutto è connesso” e che viviamo non due crisi, ma una crisi sola, socio-ambientale. L’educazione al rispetto della Madre Terra è allo stesso tempo cammino verso una vera fraternità e un mondo “in pace”. Fa parte di quell’impegno ineludibile a non rassegnarsi al male, all’ineluttabile, al potere delle bombe, alla crudeltà insensata della guerra. Papa Francesco durante un viaggio nel cuore dell’Africa disse: “piantare un albero ci provoca a continuare ad avere fiducia, a sperare e soprattutto a impegnarci concretamente per trasformare tutte le situazioni di ingiustizia e di degrado che oggi soffriamo”.

Forse non ci rendiamo conto che senza gli alberi la vita sulla Terra sarebbe impossibile. Le specie vegetali forniscono l’ossigeno fondamentale alla nostra esistenza e sono al contempo una parte essenziale della catena alimentare e di sostentamento per le specie del nostro pianeta. Non solo: grazie ai loro processi di respirazione e fotosintesi, gli alberi aiutano a combattere il riscaldamento climatico assorbendo l’anidride carbonica e contribuiscono alla pulizia dell’aria, incamerando inquinanti come ozono, ossidi di nitrogeno e biossidi di zolfo. Gli alberi hanno un potere immenso sulla nostra salute, fisica, psichica, mentale e spirituale. Quanti profughi a causa della distruzione della biodiversità, della desertificazione e della mancanza di condizione minime per una vita decente nella propria terra nativa!

Per questo come Comunità Laudato Sì’ di Fossano, con la collaborazione degli Amici del Creato e della Pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, custodia del creato abbiamo pensato a un percorso di informazione, riflessione ed azione a riguardo della biodiversità e, in particolare, degli alberi nel nostro territorio, tenendo insieme l’ambiente e la vita concreta delle persone.

Non si può amare ciò che non si conosce. Ecco allora tre incontri con persone speciali, che la ricchezza del mondo vegetale del nostro territorio la conoscono bene e la difendono per una vita buona per tutti. Con l’impegno a fare la nostra parte partecipando al progetto “Inalberiamoci”, risposta concreta all’appello “#Unalberoinpiù #Tipianto”.

Per chi poi desidera, come ormai è abituale da alcuni anni, due momenti di spiritualità, di lode al Dio Creatore, presso i Boschetti, spazio prezioso che chiamiamo “Tempio del Creato”.

Eccovi il programma completo. Vi aspettiamo.

don Flavio Luciano – Vicario episcopale per la Carità e l’impegno sociale

 

Serata di riflessione su separati, divorziati e credenti

Mercoledì 23 marzo alle ore 20.45 presso il Seminario di Fossano, per riscoprire la qualità autenticamente umana della fede cristiana

“L’esperienza della separazione dal coniuge è ogni volta una ferita profonda, sia per chi la vive in prima persona e sia per chi, familiare o amico, ne resta inevitabilmente coinvolto”, dice il diacono Paolo Tassinari, Direttore in solidum dell’Ufficio per la famiglia delle diocesi di Cuneo e di Fossano. “Come vediamo, nella storia della crisi di una coppia, si passa dal fulmine a ciel sereno come quando, quasi improvvisamente, il rapporto si incrina e si spezza, fino alla scelta di separarsi che viene condivisa, o perlomeno presagita, tra i due ex. Scelta che, sovente, è accompagnata da sentimenti opposti che oscillano dall’estremo della rabbia e della frustrazione a quello della liberazione e della rinascita”.

Il ventaglio delle situazioni è molto ampio. “A fronte del fallimento di un matrimonio, gli equilibri delle persone coinvolte cambiano. Ultimamente mi è capitato di ascoltare un amico che si chiedeva: Come posso vivere la mia fede e il mio rapporto con Dio ora che sono separato? Il mio essere credente è diverso dopo la separazione, non è più quello di prima; sento gli uomini e le donne di Chiesa come giudici della mia storia, anche se non la conoscono, e mi pesa. Vado a Messa sempre di meno, perché non mi sento nel mio posto; da sposato, credere in Dio era più facile, si avevano più certezze”.

Prendendo sul serio queste sollecitazioni, mercoledì 23 marzo alle ore 20.45 nell’Aula Magna del Seminario Interdiocesano di Fossano, viale Mellano 1, viene proposta una serata condotta dal biblista Angelo Fracchia sul tema “Separati, divorziati e credenti. Quale fede può sopravvivere quando un amore muore? Tracce di spiritualità cristiana”, a cura dell’Ufficio per la famiglia delle Diocesi di Cuneo e di Fossano, nell’ambito del programma “L’anello perduto”: un incontro aperto a tutti per riscoprire, da separato e divorziato o in qualunque altra situazione, la qualità autenticamente umana della fede cristiana.

II Domenica di Quaresima – Luca 9, 28-36

II Domenica di Quaresima – Luca 9, 28-36 – Anno C

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Il racconto evangelico della trasfigurazione, (Lc 9,28-36) vuole essere una rivelazione rivolta ai discepoli: il suo oggetto è il significato profondo e nascosto della persona di Gesù e della sua opera.

La nube, la voce, e la presenza di Mosè ci pongono in direzione della grande teofania del Sinai, modello di tutte le teofanie bibliche. Con questo si afferma che Gesù è il nuovo Mosè, il profeta definitivo, e che in Lui giungono a compimento l’Alleanza e la legge. Altri tratti, come le vesti candide e il volto splendente, ci dicono che Gesù, incamminato verso la Croce, è in realtà il Signore. È proprio in questo Gesù incamminato verso la Croce che troviamo il compimento dell’Alleanza e della legge.

Ma dobbiamo essere più precisi, la trasfigurazione non intende semplicemente rivelare il futuro che attende Gesù, ma anche manifestare il significato profondo che la realtà di Gesù già ora possiede. In altre parole, la trasfigurazione non è soltanto la rivelazione in anticipo della futura risurrezione di Gesù, ma è una rivelazione di ciò che Gesù è già: il Figlio di Dio. Di più: la trasfigurazione non è soltanto una rivelazione dell’identità profonda di Gesù e della via della Croce. È nel contempo una rivelazione dell’identità del discepolo. La via del discepolo è come quella del Maestro, ugualmente incamminata verso la Croce e verso la risurrezione. E anche per il discepolo la risurrezione non è una realtà semplicemente futura, ma è già una realtà presente e anticipata. La comunione con Dio è già operante. E di tanto in tanto questa realtà profonda e pasquale, normalmente nascosta, affiora. Nel viaggio della fede non mancano momento chiari, momenti gioiosi all’interno della fatica dell’esistenza cristiana. Occorre saperli scorgere e saperli leggere. Il loro carattere è però fugace e provvisorio, e il discepolo deve imparare ad accontentarsi. Pietro desiderava eternizzare quell’improvvisa chiara visione, quella gioiosa esperienza: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». È un desiderio che rivela un’incomprensione dell’avvenimento («Egli non sapeva quel che diceva»). I momenti gioiosi e chiari disseminati nella vita di fede non sono il definitivo, ma soltanto una sua pregustazione: non sono la meta, ma soltanto un annuncio profetico di essa. La strada del discepolo è quella della Croce. Dio offre un’anticipazione, ma poi bisogna fargli credito, senza limiti. Come ha fatto Abramo (prima lettura), che si è fidato della promessa di Dio giocando su di essa tutta la propria esistenza. (Bruno Maggioni, biblista)

 

Avviso per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina

Dal Comune di Cuneo
La Regione #Piemonte ha avviato una ricognizione su tutto il territorio delle famiglie e dei singoli disponibili ad accogliere temporaneamente nuclei famigliari provenienti dall’#Ucraina, composti in gran parte da donne (mamme, nonne, e zie) con figli anche minori al seguito, in fuga dalle zone di conflitto.
Il testo dell’avviso e la modulistica sono su https://www.regione.piemonte.it/…/emergenza-umanitaria…
In stretto raccordo con Anci, le autonomie locali, gli enti e le associazioni preposti e d’intesa con le Prefetture, la Regione raccoglierà le disponibilità e successivamente chi ha manifestato la propria disponibilità potrà essere contattato per l’attivazione dell’accoglienza e degli eventuali percorsi di accompagnamento necessari per l’inserimento delle persone nel nuovo contesto.