Video Pastorale Giovanile – IV Domenica

Cari amici, sperando di fare cosa gradita, ogni domenica vi invierò anche i video della Pastorale Giovanile Diocesana riguardanti una frase del Padre Nostro.  Uno strumento utile per la nostra riflessione.

Siria, dieci anni di guerra – Webinar 15 marzo 2021 ore 10.00

Carissime/i,

vi ricordiamo che in occasione dell’importante appuntamento Webinar del 15 marzo 2021 ore 10.00 – 12.00 (CET) dal titolo:

“SIRIA, DIECI ANNI DI GUERRA”

Approfondimento sul decennale della crisi siriana con presentazione dossier

saranno forniti aggiornamenti sulla situazione dei profughi lungo la rotta balcanica, molti dei quali provengono proprio dalla Siria.

Siete caldamente invitati a partecipare.  E a darne ampia diffusione alle reti diocesane della vostra Regione. Grazie!

Per ricevere le istruzioni di accesso su piattaforma Zoom, occorre registrarsi al seguente link (stesso sistema di iscrizione degli eventi in presenza di Caritas Italiana e di altri uffici della CEI):

https://iniziative.chiesacattolica.it/Sira_DieciAnniDiGuerra

In allegato trovate la presentazione dell’evento.

Interverranno:

  • Sua Eccellenza monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei Caldei ed ex presidente di Caritas Siria;
  • padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano;
  • Whael Suleiman, direttore di Caritas Giordania.

Sarà inoltre presentato il nuovo dossier con dati e testimonianze realizzato da Caritas Italiana e disponibile online a partire dal 15 marzo.

Roberta Dragonetti

Ufficio Europa CARITAS ITALIANA

Via Aurelia 796 – Roma

roberta.dragonetti@caritas.it

Lettera del Direttore, avvisi e appuntamenti – settimana dal 5 al 14 marzo

Coronavirus: orientamenti ai Sale dal 6 al 20 marzo

A seguito dell’ordinanza del presidente della regione Piemonte, anche i Sale, in dialogo con il vicario generale della diocesi, stabiliscono che il catechismo dei ragazzi delle elementari e delle medie si farà per queste due settimane a distanza, on line. 
Le celebrazioni delle S. Messe rimangono invariate nell’osservanza delle norme inerenti al distanziamento, all’uso della mascherina che copra bocca e naso, all’evitare assembramenti fuori dalla chiesa, al rispetto del numero massimo di 200 persone.
Domenica 14 marzo, alle 14,30, è confermata la celebrazione delle prime confessioni per i ragazzi di terza elementare.
Il cortile rimarrà aperto per le attività dei ragazzi, a seguito di triage.
Viene sospesa l’attività della Sale Academy.
Per l’attività dell’asd Auxilium seguirà comunicazione da parte del presidente Marco Dutto.
Speriamo che questa nuova restrizione possa chiudersi presto e permetterci di riprendere la nostra vita comunitaria verso la Pasqua.

Accoglienza diffusa dei migranti stagionali

Accoglienza braccianti agricoli e migranti: appello della Caritas diocesana alle parrocchie
Vi invito a leggere la lettera che Enrico Manassero, direttore della Caritas diocesana, ha mandato ai parroci inerente ad una riflessione condivisa sulla possibilità di accogliere, in forma diffusa, nelle nostre comunità, migranti e braccianti agricoli che arriveranno nei prossimi mesi a Cuneo. Cosa ne pensate? Cosa potremmo fare come comunità dei Sale? Chi avesse delle idee me ne parli e le condivida.

Esercizi spirituali universitari e giovani lavoratori

《Che cosa cercate?》 《Venite e vedrete.》

Il weekend scorso, otto giovani dell’oratorio di Cuneo sono stati in ritiro spirituale con altri universitari e giovani lavoratori della provincia, ospitati nella casa salesiana di Fossano.
Lì hanno vissuto dei momenti di predicazione (online), in collegamento con altri centri del Piemonte, preparati da padre Marco, un predicatore, monaco ed eremita cistercense, che li ha stimolati alla riflessione partendo dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni, nel quale vengono raccontati i momenti di incontro tra Gesù e gli apostoli.
Molto interessante è stato il concetto che è grazie alle relazioni, che si incontra Dio e si raggiunge la salvezza, se si è disposti a cambiare la propria vita per aiutare chi abbiamo accanto.
Nelle giornate non sono mancati i momenti di gioco e i lunghi momenti di oasi e riflessione sui temi trattati.

Gioele Tiraboschi

Un anno a Goma, dieci anni dopo

L’11 maggio 2020 mi trovai a postare una foto sui miei profili social: è la foto di un vulcano attivo fumante, che si staglia nel grigiore del cielo; solo in un secondo momento lo sguardo scorge, sotto di lui, in primo piano, dei capannoni (poco più che ammassi di lamiere) e il muso di un vecchio camion su cui si può intravedere la scritta “Don Bosco”. La scarsa didascalia che in fretta elaborai diceva: “Dieci anni fa partivo per Goma. E niente, ci sarebbe troppo da dire.” Come per dire: ricordo bene quel giorno e i mesi successivi, ma non è il caso di rimestare il passato.

In effetti, di ritorno dal Congo (circa un anno dopo), poche volte mi sono trovato a raccontare di Goma, e col passare degli anni sempre di meno. Un po’ per pigrizia, un po’ per introversione, un po’ per la consapevolezza che era difficile per me spiegare e per gli altri capire…

Al di là di questi “viaggi mentali”, l’uccisione di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, avvenuta lo scorso 22 febbraio non lontano da Goma, ha nuovamente sbloccato in me quei ricordi.

Fui mandato a Goma, presso il Centro Don Bosco Ngangi, a 25 anni appena compiuti, spinto (anzi, chiamato) dagli interrogativi che non mi lasciavano stare dopo una breve esperienza missionaria in Burundi, un paio di anni prima (“I poveri non ci lasceranno dormire”, scrisse padre Zanotelli). Arrivare a Goma significa atterrare a Kigali, capitale del Ruanda, farsi qualche ora di macchina su strade perfette tra verdi colline e poi sbattere il muso contro una realtà totalmente diversa una volta superata la frontiera: terreno roccioso e nero di lava, strade dissestate, case che sono poco più che baracche, confusione e miseria. Giungere al Don Bosco, dall’altra parte della città, è poi un’impresa per rallisti esperti.

Il Centro Don Bosco Ngangi, che dà le spalle alla foresta e alla natura selvaggia, è un’opera di bene immensa, un faro di speranza in questa terra martoriata, fin nella sua storia più recente, da povertà, fame, eruzioni vulcaniche, epidemie, e poi guerre, guerre, guerre. Le strutture dei Salesiani hanno ospitato e ospitano giorno e notte bambini e ragazzi orfani o “tolti alla strada”, ragazze madri, bambini soldato, senza dimenticare la mole della proposta scolastica, che va dalla scuola materna alla formazione personale, accogliendo migliaia di studenti.

Io mi cimentavo in quello che mi veniva meglio, che era l’animazione d’oratorio (“fare il pagliaccio” mi riesce a ogni latitudine), e nel mentre osservavo, imparavo, domandavo, tentavo (spesso invano) di capire. Vivevo. E gli interrogativi, che ancora si moltiplicavano e non ricevevano risposta, partivano (da fresco laureato in Relazioni Internazionali) dalla ricerca delle ragioni dell’ultimo scontro tra gruppi armati appena fuori città (e credetemi, non bastano libri per sapere cosa stia davvero capitando nel Nord Kivu), per arrivare a “ma Dio dov’è in tutto questo?”.

E devo dire che

la mia fede ha subito delle belle botte, tra le varie testimonianze e controtestimonianze che le persone e la realtà intorno mi offrivano. Ma devo dire che, per la prima volta, sono andato all’essenza della mia fede, che si è spogliata degli inutili orpelli di cui l’avevo abbellita in gioventù, ed è rimasta legata a piccoli ma significativi gesti, mai più persi da allora.

Alcuni ricordi sparsi, così come me li offre la memoria: l’ascesa al vulcano Nyiragongo con la scorta armata, i mondiali di calcio in Sudafrica, la mia casetta, l’acqua che c’è e non c’è, la corrente che c’è e non c’è, Skype (ma la connessione…), colleghi sequestrati e rapinati, mi mangiano uno dei cani, i vetri della macchina spaccati, i giri in moto su e giù, i carri armati della missione ONU, furti, le partite a basket, vite spezzate, il lago Kivu, una proposta di matrimonio, le piantagioni di banane e caffè, solitudine, arbitro di calcio in giro per la provincia, amici che non ci sono più, i chukudù (veicoli di legno a due ruote tipici della zona), polenta e fagioli, spari, la stagione delle piogge e la stagione secca, le gite con gli animatori, i tentativi fallimentari con lo swahili, i “veri” missionari, la vita in comunità, viaggi della speranza, le lacrime, l’oratorio, restare, tornare.

Don Bosco, che aveva già segnato la mia vita fino ad allora, la segnò ancora più profondamente a Goma. Non immaginavo che lo avrebbe fatto ancora di più negli anni a venire: quell’esperienza fu davvero forte, ma ne tornai lo stesso con una sensazione di incompletezza. Mi sposai, e con mia moglie ripartii alla volta di Freetown, Sierra Leone. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.

Giorgio D’Aniello Joy

 

 

Salviamo la Casa per Ferie a San Giacomo di Entracque

In questo periodo di chiusura delle attività per via della pandemia in corso, ci stiamo impegnando per accogliervi di nuovo in completa sicurezza presso la Casa per Ferie di San Giacomo ad Entracque. Grazie ad una serie di interventi necessari per adeguare la struttura alle normative vigenti riguardanti l’ospitalità, potremo continuare a vivere le attività dell’Oratorio. Abbiamo già ottenuto l’autorizzazione agli scarichi e siamo intervenuti, come richiesto dai Vigili del Fuoco, per aumentare la resistenza al fuoco dei solai con la stesura di una particolare pittura protettiva detta “intumescente” con relativa protezione dell’impiantistica passante tra il piano terra e il piano primo.

Stiamo ora proseguendo con l’aggiornamento del sistema antincendio. Tale aggiornamento comporta la realizzazione di un nuovo sistema a potenziamento di quello esistente. Esso sarà costituito da un gruppo pompe con serbatoio per portare la pressione dell’acqua ai livelli richiesti dalla normativa antincendio. Il nuovo sistema troverà spazio nella vecchia costruzione, un tempo realizzata per il deposito del bombolone GPL e posta nel cortile retrostante al fabbricato principale. Con questa intenzione stiamo predisponendo le pratiche edilizie in questa particolare area vincolata sia a livello paesaggistico sia a livello monumentale. Una volta ottenute tutte le autorizzazioni, realizzeremo i lavori impiantistici ed edilizi alla riapertura della strada per San Giacomo. Il locale tecnico in questione verrà quindi modificato per accogliere la nuova impiantistica. Procederemo poi con il successivo aggiornamento catastale dei fabbricati.

Detto ciò, le spese non mancano! A oggi abbiamo già speso circa € 25.000,00 nel 2020 per i primi interventi. Ne dovremo spendere ancora circa € 26.000,00 per i lavori di adeguamento alla normativa di prevenzione incendi (allestimento pompa, serbatoio acqua, pratiche e manodopera). Se questi lavori non verranno fatti, la Casa non potrà più riaprire perché non otterrebbe il certificato di prevenzione incendi.

Per aiutarci nell’impresa puoi contribuire attraverso una donazione sul seguente conto corrente bancario

IBAN dell’Oratorio Salesiano don BoscoIT86X0306909606100000112484  causale: offerta lavori prevenzione incendi oppure con offerte in busta chiusa con scritto “per San Giacomo”.

E’ anche possibile donare utilizzando Satispay; basta collegarsi (con pc o cellulare) al link indicato di seguito e seguire le istruzioni:

https://tag.satispay.com/dk_zGfeJbpDgRrrhfnIeHTh

Nella schermata che appare, inserire l’iporto che si vuole donare e il proprio numero di telefono.

Aprire l’app Satispay sul cellulare e confermare la donazione.

L’importo raggiunto alla data 25 febbraio è di  € 22.306,72

(mancano ancora € 3.693,28 per arrivare a 26.000,00)

Per tutti i dettagli puoi rivolgerti a don Mauro, parroco, o all’arch. Valerio Graffino.

Ultime da San Giacomo

Ciao a tutti, siamo stati a prendere un poco di aria buona a San Giacomo, covid free.

La casa sembra in buone condizioni, anche lei emozionata di vederci come noi di vedere lei. Ci ha chiesto tante cose , che aria tira in basso, se vediamo ancora il sole, se speriamo ancora di salire d’estate, ma soprattutto ha chiesto dei suoi ragazzi, dei tanti bimbi, ragazzi e ragazze che son passati e hanno soggiornato sotto il suo tetto.

Preoccupata, ansiosa, non ha più sentito da tantissimo le risate, i canti, le grida e le preghiere di quelle voci giovani, i profumi che dalla finestra della cucina arrivavano a stuzzicare il tanto appetito di quei vacanzieri in erba desiderosi di crescere, di raccontare a tutti le cose belle che si fanno a San Giacu, e poi ha bisogno di sentire di essere ancora utile, utile alla loro crescita.

Ha pensato e tremato al pensiero che l’avessimo abbandonata, che i suoi giovani non la ricordassero più! Allora, l’abbiamo rassicurata, accarezzando i suoi steccati, facendoci un bel selfie, togliendoci gli scarponi sotto il suo portico ricordandole il profumo di gorgonzola che si diffonde nei corridoi degli stanzoni dopo le gite in montagna e non solo, ma soprattutto le abbiamo promesso che avremmo portato il suo appello a tutti i giovani, ragazzi, ragazze, bambini e bambine che hanno goduto della sua disponibilità, così vera, sana e preziosa.

Nessuno l’ha dimenticata, anzi la vogliamo ancora più bella e più vera che mai, per poter accogliere altri giovani, desiderosi di crescere come quelli di prima, e così via via si cresce, ma quando ci si ritrova davanti a lei si diventa tutto di un tratto quei ragazzi, ragazze che hanno gridato almeno una volta nella vita… evviva San Giacomo, evviva i Salesiani!!!!

Pierpaolo Rosa (Pippi)