Festeggiamenti dedicati a San Giovanni Bosco per il mese di gennaio 2022

Segnaliamo il programma dei festeggiamenti dedicati a San Giovanni Bosco per il mese di gennaio 2022 che si terranno presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco e  presso la Basilica di San Giovanni Bosco del Colle Don Bosco fino alla solennità del Santo, il 31 gennaio 2022.

Calendari delle principali celebrazioni

Il Sinodo diocesano si avvia verso l’Assemblea conclusiva

Il vescovo Piero Delbosco nominerà i membri del Gruppo di attuazione del Sinodo che lo accompagneranno nella stesura del Libro Sinodale

La quinta sessione del Sinodo diocesano di Cuneo e di Fossano sul Ruolo dei laici nella Chiesa si è tenuta venerdì 21 gennaio nella chiesa di Sant’Antonio in Fossano. Alla Segreteria del Sinodo spetta ora di rielaborare quanto emerso per proporre una ri-scrittura delle proposizioni per l’Assemblea conclusiva che si tiene venerdì 18 febbraio nella chiesa di San Paolo in Cuneo.

Durante la quinta sessione è stata proposta l’idea di votare un Gruppo di attuazione del Sinodo con lo scopo di accompagnare nel passaggio dalle proposizioni al Libro Sinodale. Primo scopo è aiutare il Vescovo nella ricerca di percorsi concreti per attuare gli orientamenti emersi. Secondo è mantenersi fedeli, nella stesura del Libro sinodale, a quanto lo Spirito ha suscitato. Dalla prima richiesta di persone disposte a candidarsi sono giunti pochi nominativi. Si chiede pertanto se l’assemblea intenda procedere per la costituzione del Gruppo e per votare i nominativi. Risultano 36 voti contrari e 32 favorevoli. Il Vescovo, preso atto della votazione, ribadisce la sua intenzione di nominare un gruppo che lo possa accompagnare verso la stesura del Libro Sinodale. Procederà pertanto con sua libera scelta a contattare persone disponibili.

La riflessione sui laici, che segue a quelle sui cambiamenti, sulla parrocchia, sulla fede e sul prete, è stata sollecitata dalla base e accolta dalla Segreteria del Sinodo.

È emerso il principio fondamentale del Concilio Vaticano II sul tema del laicato, ossia la priorità dell’impegno di testimonianza nel mondo: essere luce e sale per il mondo attraverso la vita professionale, l’impegno sociale e politico, la vita di famiglia, lo studio, la ricerca e tutto quanto fa parte della vita sociale e culturale. Da qui deriva l’esigenza di formazione culturale e teologica all’altezza del tempo, ampia e capace di coinvolgere lo spirito delle persone, la loro coscienza, senza limitarsi ad offrire competenze pragmatiche. Il ruolo attivo dei fedeli non deve uniformarsi all’attivismo della società contemporanea.

È stata ribadita la necessità di laici che svolgano servizi pastorali all’interno della comunità e sul piano dell’educazione e animazione sociale, in continuità con la tradizione locale di parrocchie e diocesi, ma senza cadere nella spirale dell’attivismo presente nella società contemporanea. Anche su questo fronte viene ribadita la necessità di formazione specifica. Si è richiamato il ruolo delle associazioni laicali presenti, ma anche le difficoltà a superare l’autoreferenzialità. Il tema della remunerazione economica degli operatori ha suscitato visioni complementari: necessaria per avere operatori qualificati e disponibili nel tempo, ma anche da vigilare per non perdere lo spirito di gratuità. Resta la domanda su quanti sono usciti dalla Chiesa e su quei fedeli che non hanno particolare visibilità. Qual è il loro ruolo per la testimonianza del Vangelo?

Per il resoconto completo delle precedenti sessioni clicca qui.

Convegno in memoria di Gaetano Pagliari, storico presidente del Centro Sportivo Italiano di Cuneo

Ad un anno dalla morte, a Cuneo, nel Salone d’Onore del Municipio e nella Cattedrale, si ricorda l’impegno cristiano e civile di un uomo buono.

Sabato 5 febbraio dalle ore 15.30, presso il Salone d’Onore del Municipio di Cuneo, con ingresso a invito, si terrà il convegno dal titolo “Gaetano Pagliari, una vita tra sport e fede: l’eredità di un uomo buono”, organizzato dal CSI – Centro Sportivo Italiano Comitato territoriale di Cuneo, in occasione del primo anniversario della scomparsa dello storico presidente onorario del Csi di Cuneo.
Per partecipare occorre prenotarsi al CSI di Cuneo telefonando al numero 3346876274 o scrivendo un’email a segreteria@csicuneo.it. Le adesioni saranno accettate fino all’esaurimento dei posti nel Salone d’Onore.

All’appuntamento interverranno: Vittorio Bosio, presidente nazionale del CSI; don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del CSI; Mauro Tomatis, presidente del CSI di Cuneo; don Gian Michele Gazzola, sacerdote della Diocesi di Cuneo. Modera Ezio Bernardi, direttore responsabile del settimanale La Guida.

In occasione dell’incontro sarà distribuita la pubblicazione “Gaetano Pagliari. Uomo buono, di profonda fede, paladino dello sport per tutti”. A seguire, alle ore 18, nella Cattedrale di Cuneo il vescovo Piero Delbosco celebrerà la Messa nel primo anniversario della morte alla presenza di familiari, amici e conoscenti di Gaetano.

“Ricordo ancora quella telefonata del 2 febbraio 2021 in cui mi veniva data notizia che il nostro storico presidente Gaetano Pagliari ci aveva salutato per sempre”, dice Mauro Tomatis, presidente del CSI di Cuneo. “Se ripenso a lui, il mio ricordo va ai momenti in cui lo sentivo parlare. L’arte dell’uso corretto ed essenziale della parola: questo credo sia stato il miglior talento di Gaetano, un grande comunicatore, in grado di rendere semplice qualsiasi suo pensiero anche complesso, acuto e raffinato. È stato capace di arrivare efficacemente all’essenza del concetto, sia quando incontrava bambini e ragazzi, sia quando si confrontava con personalità importanti nel mondo della Chiesa, della politica o della cultura. La sua figura ci ha accompagnati per tanti anni ed è stato per tutti noi una guida unica, forse irripetibile”.

“Il valore della memoria è fondamentale per la vita di un’associazione come il CSI”, dice don Gabriele Mecca, assistente ecclesiastico del CSI di Cuneo. “Aiuta a radicarsi in un passato per vivere con passione il presente guardando con fiducia e prospettiva al futuro. Per questo ci è sembrato prezioso metterci al lavoro per raccogliere e offrire alla riflessione di tutti il percorso di vita di Gaetano, un uomo che ha segnato la vita di tanti sportivi e giovani col suo stile umile, appassionato e positivo”.

Gaetano Pagliari era nato a Torino il 4 gennaio 1931, figlio di Palmiro Pagliari e Ancella Busin. I genitori, durante il periodo della seconda guerra mondiale, si stabilirono inizialmente a Torino, prima di trasferirsi in pianta stabile a Cuneo. Dopo aver prestato servizio negli anni cinquanta nella Marina Militare, divenne figura di riferimento dello sport educativo e dell’impegno laico nell’Azione Cattolica nella Chiesa cuneese. Ma il suo mondo era lo sport, o meglio tutte le iniziative mirate all’educazione tramite lo sport, in particolare all’interno del Centro Sportivo Italiano, dove divenne il paladino dello “sport per tutti”. Un lungo legame quello di Gaetano con il CSI, iniziato nel 1947, quando divenne uno dei primissimi tesserati dell’ente, nato solo due anni prima, nel 1945. La sua stretta collaborazione con il CSI di Cuneo prese ufficialmente avvio nel 1956, quando entrò a far parte del Consiglio provinciale in qualità di responsabile dell’attività ragazzi. Fu l’inizio di un percorso unico, quasi irripetibile, che portò Gaetano, il 3 marzo 1980, ad essere eletto Presidente provinciale, incarico che mantenne fino al 1991. Nel 1994 il CSI ha insignito Pagliari del Discobolo d’Oro al merito CSI, massimo riconoscimento del Consiglio nazionale e nel 2016, quale presidente onorario del CSI di Cuneo, in una delle ultime apparizioni pubbliche, Gaetano ha ricevuto dalla Città di Cuneo il premio “Cuneo Vive lo Sport”.

All’incontro in Comune interverranno familiari, amici e conoscenti di Pagliari. Molti di essi hanno lasciato un personale ricordo di Gaetano sulle pagine della pubblicazione “Gaetano Pagliari. Uomo buono, di profonda fede, paladino dello sport per tutti”, realizzata dal CSI di Cuneo proprio per ricordare lo storico presidente, per non dimenticare quanto ha saputo compiere con le sue opere e, ancora di più, con i suoi insegnamenti sul campo, quale uomo buono, di fede e paladino dello “sport per tutti”.

Conclude Mauro Tomatis: “il libro racconta Gaetano come persona nel senso più intimo del termine, come uomo di fede che ha trovato il suo naturale ambiente di testimonianza all’interno dell’Azione Cattolica e come sportivo, faro per decenni del Centro Sportivo Italiano; lui ci ha indicato la via, a noi il compito di continuare a tracciarla”.

Oggi sono tesserati presso il CSI di Cuneo oltre diecimila atleti, appartenenti a 140 diverse società sportive affiliate. Sono circa 450 le squadre che giocano nei campionati organizzati dall’ente.

San Francesco di Sales, ispiratore di don Bosco e patrono dei giornalisti

Nel quarto centenario della morte del vescovo di Ginevra il rettor maggiore dei Salesiani don Angel Fernandez Artime trae la sua Strenna 2022, il messaggio a tutta la famiglia salesiana del mondo

“Fate tutto per amore, nulla per forza”. Citando San Francesco di Sales nel quarto centenario della sua morte, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, ha intitolato la sua Strenna 2022, il messaggio annuale che da sempre i successori di San Giovanni Bosco lanciano come proposta di riflessione ma anche di azione diretta e tema ispiratore dell’anno pastorale a tutta la Famiglia Salesiana del mondo. Un invito a guardare nella stessa direzione sui passi di Don Bosco, verso le necessità dei giovani e della società odierna.
Questa Strenna 2022 è particolare perché incentrata sulla spiritualità di San Francesco di Sales, nell’anno in cui si celebra il IV centenario dell’anniversario della sua morte (1622-2022), sorgente dello spirito salesiano di don Bosco, che da essa attinge per definire lo stile educativo ed evangelizzatore della nascente Congregazione Salesiana: “Ci chiameremo Salesiani” scrisse don Bosco. Ma San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, nato nel 1567 in Savoia da famiglia aristocratica, vive i tempi complessi per la Chiesa della diffusione del calvinismo, opera il riavvicinamento all’ortodossia cattolica di molti calvinisti della regione del Chablais, territorio franco-svizzero e diffonde i propri scritti anche infilandoli sotto le porte delle abitazioni dei cittadini, è diventato patrono dei giornalisti e degli autori. Proprio il 24 gennaio dio un anno dopo la morte il suo corpo venne traslato nell’abbazia di Annecy.

“Sappiamo che Don Bosco rimase profondamente colpito dalla straordinaria figura di questo Santo. Era per lui un’autentica ispirazione, soprattutto perché era un vero pastore, un maestro di carità, un instancabile lavoratore per la salvezza delle anime”, ha scritto proprio il Rettor Maggiore introducendo il suo messaggio. Soffermandosi sulla “grandezza dell’essere umano”, sul “suo valore come persona”, don Artime ha sottolineato che “si manifesta in modo speciale nella libertà, che rende la persona responsabile”. “Per il santo umanista Francesco di Sales, la libertà è l’elemento più prezioso della persona, perché è la vita del cuore. E ha così grande valore e dignità che Dio stesso, che ce l’ha concessa, non la pretende con la forza e, quando ce la richiede, vuole che sia sinceramente e volentieri”. Nelle sue parole la consapevolezza che “l’intervento di Dio, la sua grazia, non si attua mai senza il nostro consenso”. “Dio agisce con forza, non per costringere, ma per attirare il cuore, non per violare, ma per rendere amorosa la nostra libertà. La libertà donata da Dio alla persona umana è sempre rispettata. Dio ci attira a sé; talvolta come una vocazione o un appello; come una ‘prevenzione’, perché egli ci anticipa sempre; come la voce d’un amico; come un’illuminazione; come un’ispirazione o un invito. Dio non si impone: bussa alla nostra porta e aspetta che gli apriamo”.
Tutto questo ci parla della passione educativa ed evangelizzatrice di Don Bosco che si esprime al massino nella vita dell’Oratorio, in mezzo ai suoi ragazzi. Ma non solo Francesco di Sales, ricorda il Rettor Maggiore, è anche maestro di comunicazione, e non a caso è patrono dei giornalisti.
“Vale la pena – scrive don Artime – di cogliere il suo carisma come comunicatore, dove c’è uno splendido accordo tra, da un lato, l’amore e l’interesse per la riflessione, la cultura, l’umanesimo nelle sue espressioni più belle, da promuovere, incoraggiare, armonizzare creando e favorendo il dialogo tra chi è più capace e più ricco in questi campi e, dall’altro lato Francesco di Sales è un maestro di comunicazione per tutti, un grande divulgatore per i mezzi e le condizioni in cui viveva. Anche in questo abbiamo in don Bosco un discepolo che segue lo zelo del maestro, con i nuovi mezzi a sua disposizione. E allo stesso tempo è per noi un messaggio di massima attualità e una vera sfida, nel mondo d’oggi dove la comunicazione è al centro della realtà”.

Novena a don Bosco 2022

22 – 30 gennaio – Nove consigli di don Bosco a un giovane
Per ogni giorno è proposto un breve consiglio di don Bosco, che troviamo ancora attuale per un giovane di oggi. Ad esso farà eco un pensiero di San Francesco di Sales, modello e protettore scelto dal Santo dei giovani per la sua famiglia.

 

Al termine della lettura, si reciti ogni sera, per tre volte:

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria;

Sia lodato e ringraziato in ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; Salve Regina;

Preghiera a San Giovanni Bosco

O Padre e Maestro della gioventù, San Giovanni Bosco che hai tanto lavorato per la salvezza dei giovani,

sii nostra guida nel cercare il vero bene della nostra vita e nel metterci a servizio del prossimo.

Aiutaci a vincere il male che minaccia la nostra giovinezza,

e a compiere ogni giorno il nostro dovere con onestà e responsabilità.

Insegnaci ad amare Gesù e Maria Ausiliatrice, ad essere sempre fedeli alla Chiesa e al Papa, testimoniando con coerenza la fede cristiana.

E fa’ che al termine della vita terrena, con una buona morte, ti possiamo raggiungere in Paradiso.

Le disposizioni d’animo per cui la novena sia efficace sono secondo don Bosco le seguenti:

  • Non avere nessuna speranza nelle capacità degli uomini: fede in Dio! La domanda si appoggi totalmente a Gesù e a
  • In ogni caso porre la condizione del “Sia fatta la Tua volontà, non la mia”, e se è bene per l’anima di colui per cui
  • Accostarsi ai Sacramenti della Riconciliazione e all’Eucaristia.
  • Ravvivare la fede in Gesù Eucaristia e la devozione a Maria
  • Fare un’offerta (del proprio tempo, del proprio lavoro…) per il bene degli altri, specialmente per i giovani più bisognosi.

Il 23 gennaio è la Domenica della Parola di Dio

Per il terzo anno si celebra la giornata che promuove la centralità della Bibbia nella vita della Chiesa.

Voluta da papa Francesco, la Domenica della Parola di Dio è stata istituita con il Motu Proprio Aperuit Illis il 30 settembre 2019, che stabilisce di dedicare la III domenica del Tempo Ordinario “alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio” per far crescere “la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture”. La ricorrenza, spiega un comunicato del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, “vuole porre in risalto la presenza del Signore nella vita dell’uomo … attraverso la Parola”, come mette in risalto il logo giornata ispirato alla vicenda biblica dei discepoli di Emmaus, “in cammino, per ripercorrere con il Signore la Scrittura, lasciandosi ammaestrare e illuminare”

Nell’Eucaristia che papa Francesco presiede domenica 23 gennaio a Roma nella Basilica di san Pietro, per la prima volta viene conferito, con un atto liturgico, il ministero del Lettorato e dell’Accolitato anche a donne e uomini laici. Come disposto da Francesco con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Spiritus Domini e con la Lettera al prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede il 10 gennaio dello scorso anno, i due ministeri sono stati aperti ai laici “in forma stabile e istituzionalizzata con un apposito mandato”. In precedenza il ministero del Lettorato e dell’Accolitato era riservato agli uomini perché veniva considerato propedeutico a un eventuale accesso all’ordine sacro. Una consolidata prassi nella Chiesa, però, ha confermato come i ministeri laicali, essendo basati sul sacramento del Battesimo, possono essere affidati a tutti i fedeli che risultino idonei, di sesso maschile o femminile, secondo quanto già implicitamente previsto dal can. 230 del Codice di Diritto Canonico, che il Papa ha appositamente modificato.

L’altro importante momento è il conferimento, da parte del Papa, del ministero di Catechista, istituito con la pubblicazione della Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Antiquum Ministerium, il 10 maggio del 2021. Anche in questo caso i candidati sono uomini e donne. Attraverso quest’ultimo rito, la liturgia di domenica vuole dare risalto alla innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno contribuito alla diffusione del Vangelo attraverso l’insegnamento catechistico.

Tutte le comunità cristiane delle nostre Diocesi sono invitate a celebrare questa Domenica della Parola di Dio utilizzando i sussidi disponibili qui sotto.

Festa di don Bosco ai Sale

31 gennaio solennità di San Giovanni Bosco

Solennità di San Giovanni Bosco: verso il 31 gennaio 2022 presso la basilica di Maria Ausiliatrice

Ormai prossimi alla Solennità di San Giovanni Bosco, si segnalano i calendari delle principali celebrazioni previste fino al 31 gennaio 2022 presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco e presso la Basilica di San Giovanni Bosco al Colle Don Bosco.

Calendari delle principali celebrazioni

Il vescovo Piero scrive al clero e ai religiosi per la Giornata del Seminario di domenica 30 gennaio

Sono cinque i giovani che nel Seminario Interdiocesano Cuneese stanno percorrendo il cammino di formazione.

“Vorrei che a questa giornata venga data la giusta importanza. I giovani si interrogano sul loro futuro; tante volte coltivano sogni grandi e importanti. Hanno bisogno dell’attenzione e della cura di veri educatori. Mi piacerebbe che, almeno una volta nella vita, provassero a pensare all’ipotesi di una scelta radicale per Dio, non escludendo la strada del sacerdozio ministeriale. Sta a noi dare testimonianza della bellezza e della convinzione d’aver ricevuto da Dio la Grazia della chiamata a seguirlo. Diciamolo apertamente che siamo contenti d’aver intrapreso questa strada, di aver scelto di donare la nostra vita a Dio e al suo progetto, al suo Regno”.

Con queste parole il vescovo Piero Delbosco scrive al clero e ai religiosi di Cuneo e di Fossano per invitare ad una celebrazione sentita della Giornata del Seminario: qui si può scaricare e leggere la lettera.

Qui sotto pubblichiamo il messaggio del Rettore del Seminario Interdiocesano Cuneese, don Andrea Adamo.

Siamo abituati, ormai, alla logica delle giornate: sono un modo con cui nel nostro tempo proviamo a dare rilievo ad alcuni tratti importanti della vita, ad alcune situazioni particolari, ad alcune emergenze sociali o sanitarie. Le Nazioni Unite, la Chiesa universale e quella italiana propongono molte giornate durante l’anno. Senza dubbio le giornate hanno la nobile funzione di portare all’attenzione e di evidenziare qualcosa, molto spesso qualcuno; non si può dimenticare che quanto è celebrato nella giornata, per alcuni è semplicemente il quotidiano della propria vita. La Giornata del Seminario per le diocesi della provincia di Cuneo non fa eccezione a questo: le comunità cristiane e le parrocchie rivolgono una volta l’anno la propria attenzione e spesso la loro preghiera a quei giovani – al momento nel Seminario Interdiocesano Cuneese che ha sede a Fossano sono cinque (leggi l’intervista) – che stanno vivendo il tempo del seminario per prepararsi a servire come presbiteri nelle loro diocesi. Non si può dimenticare l’ovvio, ovvero che questi giovani sono seminaristi per tutto l’anno e per molti anni, non soltanto una domenica all’anno.

Le statistiche storiche rivelano una decrescita – tutt’altro che felice – del numero dei seminaristi in Italia e in termini ancora più drastici in Piemonte e la provincia di Cuneo non fa eccezione. Nel profondo cambiamento culturale e sociale che stiamo vivendo, il cattolicesimo italiano si vede investito e a volte si percepisce travolto da quanto sta accadendo. Non può essere il tempo della nostalgia dei bei tempi passati e nemmeno il tempo dell’amarezza di chi si sente sconfitto dalla storia e neppure il tempo di chi ostinatamente va controcorrente. È un tempo di fatica e di stanchezza per le nostre comunità cristiane, ma se diventasse il tempo della resa ne usciremo tutti sconfitti. Può diventare l’occasione per cercare le vie per inculturare il Vangelo oggi; non è compito semplice, come non lo è mai stato nella storia. È saggio evitare di complicare ulteriormente le cose con rivendicazioni e accuse reciproche. Se si impara a guardare con un po’ di equilibrato ottimismo, si può ripartire dalla comune fede in Gesù che accomuna tutti laici e presbiteri. È fede condivisa che si rafforza con la testimonianza reciproca: si apprende gli uni dagli altri. Al presbitero spetta la missione di animare la comunità, annunciando il Vangelo e celebrando i sacramenti, curando le relazioni e preoccupandosi di chi fatica, per mille ragioni, nella vita. È evidente che non può fare tutto questo da solo, come è altrettanto evidente che non possa farlo soltanto per sé. Lo farà sempre con i suoi limiti e con le sue qualità.

Gli anni di seminario sono per i giovani in formazione la palestra per prepararsi a questo compito nella consapevolezza della fatica del tempo presente, ma anche nella fiducia. Non renderanno perfette le persone e nemmeno capaci di affrontare qualsiasi sfida pastorale. È tempo per formarsi ad essere uomini che sappiano abitare e interpretare il proprio tempo, sappiano annunciare oggi il Vangelo, consapevoli della situazione complicata di oggi tra desiderio di Dio e indifferenza alla vita. La scelta del versetto del profeta Geremia “Ti ho stabilito profeta per le nazioni” sottolinea la disponibilità da parte delle comunità cristiane e dei presbiteri all’annuncio a tutti del Vangelo, senza costringere nessuno. Potrà emergere il volto missionario della Chiesa, che non è un volto meno perfetto di Chiesa, ma è la condizione per annunciare ad ogni generazione il Vangelo.

don Andrea Adamo
Rettore del Seminario Interdiocesano Cuneese

Clicca qui per leggere la riflessione sulla figura del prete di don Sebastiano Carlo Vallati, padre spirituale del Seminario.


Servizio Civile con i Salesiani 2022: pubblicato il bando di selezione

Domanda entro mercoledì 26 gennaio

Bando di selezione