La nostra liturgia

Nei giorni feriali:
  • 7.00 S. Messa;
  • 8.00 lodi mattutine trasmesse sul canale YouTube “Sale Cuneo”;
  • 8.30 S. Messa trasmessa su YouTube;
  • 18.00 S. Messa;
  • 19.15 liturgia del vespro e pensiero di buonanotte trasmesso su YouTube
Nei giorni festivi:
  • sabato 18.00 S. Messa con trasmissione su youtube;
  • domenica 8.30 S. Messa;
  • 10.30 S. Messa con trasmissione su YouTube;
  • 18.00 S. Messa con trasmissione su YouTube;
  • 19.10 adorazione eucaristica;
  • 19.35 vespri tutto trasmesso su YouTube.
Continua tutti i giorni il S. Rosario fino al 31 maggio alle ore 21 in cortile. Trasmesso su YouTube.

Chiusa la nostra “cattedrale” di via Coppino

Come avete sentito tra gli avvisi di domenica scorsa, la comunità salesiana e il consiglio pastorale parrocchiale radunato sabato 9 maggio hanno deciso di chiudere definitivamente la chiesa succursale di via Coppino, definita amabilmente da don Mario Cattanea, la “nostra cattedrale”.
Già da alcuni anni il consiglio pastorale ha avviato il discernimento sul tenere o meno questo luogo di preghiera. Ora le nuove indicazioni inerenti alla materia della tutela della salute per la prevenzione del Covid19 hanno accelerato la decisione finale.
Certamente è un pezzo di storia della nostra comunità che si chiude iniziata da don Borello, poi portata avanti da tutti i salesiani che si sono succeduti come don Roggia, don Pietro Pellegrino, don Pomero… Ha aiutato tante persone a crescere nella fede, nella preghiera, nell’attenzione agli anziani e agli ammalati di quella porzione di territorio della nostra parrocchia.
Nella valutazione complessiva, oltre alle norme Covid19, hanno pesato anche questi fattori: il numero esiguo dei partecipanti alle messe feriali, l’età media alta degli stessi, l’onerosa sostenibilità economica (€890,00 al mese di affitto più le utenze) con l’aggiunta delle mancate offerte di questi mesi e la difficile prospettiva di un eventuale tempo di ripresa, l’oggettiva difficoltà di garantire una presenza significativa di noi sacerdoti nei tempi e nei modi che la succursale richiede.
Come consiglio pastorale ci siamo presi l’impegno di riflettere insieme per individuare nuove modalità per andare incontro a chi vive “la periferia geografica o esistenziale” dalla nostra comunità, come gli anziani, gli ammalati, le persone sole, insomma, tutte coloro che non possono o non riescono a sentirsi parte della comunità parrocchiale. Sono bene accolte proposte e suggerimenti. Ringrazio di cuore tutte le persone che dal 1973 hanno dedicato tempo, passione, affetto a questa cappella e alle persone che l’hanno frequentata, in particolare, ringrazio coloro che in questi ultimi tempi hanno condiviso con noi la conduzione di questa realtà pastorale e che ora vivono con maggiore tristezza questa decisione.

Norme da rispettare per l’ingresso nella nostra Chiesa Parrocchiale

  • La capienza massima di questa chiesa è di 200 posti
  • Si possono occupare soltanto i posti indicati con il contrassegno rosso cominciando da quelli più vicini all’altare
  • Quando tutti i posti contrassegnati saranno occupati l’accesso verrà interdetto e si potrà seguire la Messa dall’esterno, in cortile.
  • Durante le celebrazioni non si può stazionare in piedi fuori dei posti indicati
  • Nei giorni feriali vanno occupati i banchi:
    • lato cappella per la S. Messa delle 7.00;
    • lato via Gobetti quella delle 8.30.
    • lato cappella quella delle 18.00.
  • I fedeli che partecipano alle celebrazioni devono indossare la mascherina che copre naso e bocca
  • Non è consentito partecipare alle celebrazioni con sintomi influenzali o con temperatura corporea pari o superiore a 37.5° C
  • Non è consentito partecipare alle celebrazioni a chi sia stato in contatto  con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti
  • La Comunione Eucaristica si riceve rimanendo in piedi al proprio posto, solo sulla mano

Indicazioni della Diocesi per la celebrazione delle Liturgie

Il Vescovo Piero Delbosco ha promulgato un Decreto generale che applica nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano il Protocollo sanitario sottoscritto tra CEI e Governo italiano

Capienza massima per i luoghi di culto, igienizzazione al termine di ogni liturgia, obbligo di mascherina per i fedeli partecipanti, ripresa di tutti i Sacramenti in piena sicurezza sanitaria: ecco le norme perché in ogni chiesa si possa di nuovo celebrare con il popolo. Per mezzo del Decreto generale appena promulgato il Protocollo sanitario sottoscritto il 7 maggio scorso tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo diventa normativo nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano: ogni eventuale altra indicazione data finora, come pure le personali interpretazioni del Protocollo CEI, sono sostituite dalle disposizioni qui contenute.

Spetta ai parroci e ai rettori di chiese verificare l’applicazione di queste norme, riprendendo di conseguenza a celebrare con il popolo a partire da lunedì 18 maggio, con la gradualità che riterranno necessaria, chiarendo eventuali dubbi interpretativi con l’aiuto dei Vicari generali.

Il testo è stato trasmesso per conoscenza anche al Prefetto di Cuneo perché informi in merito le pubbliche autorità del territorio.

In data 7 maggio 2020 il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il Presidente del Consiglio dei ministri, insieme al Ministro dell’Interno, della Repubblica Italiana hanno firmato un Protocollo d’intesa per una ripresa in sicurezza sanitaria delle celebrazioni con il popolo nei luoghi di culto.

Pertanto con il presente Decreto generale, revocando ogni altra disposizione contraria data durante l’emergenza sanitaria nei mesi di marzo e aprile 2020, stabilisco che da lunedì 18 maggio 2020 nelle Diocesi di Cuneo e di Fossano possano riprendere le celebrazioni liturgiche e sacramentali con il popolo nei luoghi di culto, nei modi determinati dai rispettivi legali rappresentanti, con la gradualità che essi riterranno opportuna e nell’osservanza delle seguenti norme.

Norme generali per i legali rappresentanti dei luoghi di culto

  1. I parroci, per le chiese parrocchiali e succursali, i rettori delle altre chiese e comunque chi ha la legale rappresentanza degli enti a cui appartengono i luoghi di culto – d’ora in poi qui tutti indicati come «legali rappresentanti» – sono responsabili della ripresa in sicurezza sanitaria delle celebrazioni sacramentali e liturgiche all’interno di tali luoghi: di conseguenza essi determinano le modalità di questa ripresa, compatibilmente con l’applicazione nei singoli casi delle norme date in questo Decreto.
  2. Nel dubbio sulla corretta applicazione delle norme seguenti, i legali rappresentanti consultino il Vicario generale competente.
  3. È opportuno non utilizzare per le celebrazioni i piccoli luoghi di culto dove l’applicazione delle norme seguenti risulta poco praticabile: in questi casi si può, in alternativa, valutare la celebrazione all’aperto, nelle vicinanze, se le condizioni ambientali permettono una liturgia raccolta.
  4. Il legale rappresentante deve comunicare ai fedeli con appositi cartelli posti all’ingresso dei luoghi di culto le prescrizioni stabilite dalle norme seguenti: in particolare quelle che riguardano il distanziamento sanitario e la capienza massima del luogo di cui all’art. 7, ma soprattutto le norme per i fedeli di cui agli artt. 13-15.
  5. La corretta ed integrale applicazione delle norme di questo Decreto tutela il legale rappresentante nel sostenere le responsabilità civili e penali in materia di sicurezza sanitaria nei luoghi di culto di cui è competente.

Norme per i luoghi di culto

  1. L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio che negli spazi annessi, come per esempio le sacrestie.
  2. Nel rispetto della normativa sul distanziamento sanitario tra le persone, ogni luogo di culto ha una capienza massima, determinata in modo preciso e prudenziale dal legale rappresentante tenendo conto della distanza minima di sicurezza tra i singoli posti di fedeli e ministri che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.
  3. L’accesso ai luoghi di culto è contingentato e regolato, quando necessario, con l’aiuto di collaboratori che, muniti degli opportuni dispositivi di protezione individuale e di un evidente segno di riconoscimento, favoriscono l’entrata e l’uscita, vigilando sul numero massimo di fedeli consentito.
  4. Al fine di garantire quanto stabilito dagli artt. 7 e 8, è opportuno predisporre dei segnaposto non asportabili da apporre sui banchi che indichino la distanza di sicurezza da mantenere, evidenziando i posti da occupare da parte dei fedeli; a titolo di esempio: su un banco di tre metri possono sedersi solo due fedeli, alle estremità, mentre nel banco che precede e che segue solo un fedele al centro; analogamente, dove ci sono sedie, queste vanno distanziate una dall’altra di almeno un metro, sia lateralmente che frontalmente.
  5. Per favorire un accesso ordinato ai luoghi di culto, nel rispetto della distanza di sicurezza sanitaria, si utilizzino gli ingressi disponibili, a seconda dell’afflusso previsto e, quando necessario, distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita; durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.
  6. Per l’igienizzazione dei luoghi di culto non è necessario l’intervento di ditte specializzate, in quanto non è prescritta la sanificazione certificata; pertanto si intensifichi la consueta pulizia, assicurando che dopo ogni celebrazione, mentre si favorisce il ricambio dell’aria, i posti occupati dai fedeli e dai ministri siano rapidamente trattati con un prodotto adeguato, mentre gli oggetti utilizzati, in particolare i microfoni, siano disinfettati, secondo i consigli dati dall’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto delle Curie diocesane.
  7. Agli ingressi dei luoghi di culto, mentre le acquasantiere continuano a rimanere vuote, siano resi disponibili liquidi igienizzanti con erogatori pratici ma anche rispettosi del necessario decoro.

Norme per i fedeli che partecipano alle celebrazioni

  1. I fedeli che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni sono invitati ad igienizzarsi le mani e sono tenuti ad indossare sempre la mascherina protettiva che copre naso e bocca.
  2. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali o comunque quando la temperatura corporea è pari o superiore ai 37,5 gradi Celsius; così pure l’accesso è interdetto a chi sia stato in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
  3. Anche nel contesto di questa emergenza sanitaria, si favorisca, per quanto possibile, l’accesso ai luoghi di culto dei fedeli diversamente abili, prevedendo spazi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni secondo la normativa vigente.

Norme per le celebrazioni liturgiche e sacramentali

  1. Per favorire il rispetto del distanziamento sanitario prescritto nelle celebrazioni è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri: tutti devono comunque tenere la distanza minima di sicurezza di almeno un metro laterale e frontale, anche in presbiterio.
  2. Nelle celebrazioni non può riprendere il servizio liturgico dei cori: si possono prevedere alcuni cantori, oltre all’organista o a chi suona un altro strumento adatto, rigorosamente distanziati; non si distribuisca ai fedeli il libretto dei canti.
  3. I sacerdoti che presiedono e i ministri nell’esercizio del loro ufficio non sono tenuti ad indossare la mascherina protettiva, salvo quando distribuiscono la Comunione eucaristica ed amministrano i Sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli Infermi; sono inoltre tenuti ad indossare i guanti monouso trasparenti o di colore bianco quando distribuiscono la Comunione eucaristica e devono compiere le unzioni sacramentali prescritte.
  4. Si riprenda la celebrazione con il popolo dei Battesimi, con le solite modalità comunitarie, eventualmente adattate per tenere conto dell’accesso contingentato e regolato al luogo di culto.
  5. Fino al 30 settembre 2020 non potranno essere celebrate la Confermazioni dei ragazzi che concludono il percorso dell’Iniziazione Cristiana e le Prime Partecipazioni dei fanciulli alla Mensa Eucaristica, come pure le Prime Confessioni dei fanciulli; fatto salvo che il periodo proprio di queste celebrazioni rimane il tempo di Pasqua, per cui sarà opportuno valutare con le famiglie interessate la possibilità di rimandarle all’anno 2021, una loro diversa programmazione potrà comunque essere fatta a partire dal 1 ottobre 2020, seguendo le indicazioni che gli uffici competenti delle Curie diocesane daranno a inizio settembre, anche considerando l’evoluzione dell’emergenza sanitaria e, per le Confermazioni, gli orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana.
  6. Riprendendo la celebrazione con il popolo dell’Eucaristia, i parroci e i rettori di chiese valutino se aumentare il numero delle Messe festive nei periodi in cui si preveda una maggior affluenza di fedeli, al fine di rispettare la capienza massima dei luoghi di culto di cui all’art. 7, limitatamente a questo tempo di emergenza sanitaria.
  7. Lo scambio del segno della pace nella Messa, di per sé facoltativo, va omesso sempre.
  8. La raccolta delle offerte dei fedeli all’offertorio della Messa può essere fatta utilizzando ampie sacche con bastone lungo almeno un metro e mezzo, in modo che i collaboratori addetti alla questua, muniti degli opportuni dispositivi di protezione individuale, possano operare mantenendo la distanza di sicurezza sanitaria ed evitando che le mani dei fedeli tocchino le sacche; altrimenti, con le medesime precauzioni, si raccolgano le offerte in appositi contenitori all’uscita, senza però creare assembramenti.
  9. Nella Messa fino al momento della Comunione la patena, le pissidi e il calice con il pane ed il vino devono rimanere sempre coperti, ad esempio con le «animette», oppure, per le pissidi, con idonei coperchi, comunque nel rispetto del necessario decoro.
  10. Il sacerdote che presiede la Messa igienizza le mani all’offertorio, non all’altare ma presso un tavolino laterale, con idonei strumenti in modo che il lavabo rituale diventi una vera e propria azione igienica; gli altri ministri della Comunione eucaristica igienizzano le mani allo stesso modo durante il canto dell’Agnello di Dio, prima della distribuzione.
  11. È opportuno che i fedeli ricevano la Comunione sempre al proprio posto; tuttavia quando sono pochi, ad esempio nei giorni feriali e nelle piccole comunità, si può permettere la processione all’altare per la Comunione, nel rispetto della distanza di sicurezza sanitaria, secondo le disposizioni date dal legale rappresentante per ciascun luogo di culto: in ogni caso sacerdote e ministri, indossati mascherina protettiva e guanti monouso, offrono il Pane eucaristico soltanto sulla mano che i fedeli porgono nei modi previsti, evitando il contatto fisico.
  12. Si riprenda la celebrazione con il popolo dei Matrimoni, con le solite modalità, eventualmente adattate per tenere conto dell’accesso contingentato e regolato al luogo di culto; per quanto riguarda la preparazione canonica, il valore del certificato del battesimo e dell’esame dei nubendi, di cui agli artt. 7 e 10 del Decreto generale della Conferenza Episcopale Italiana del 5 novembre 1990, può essere esteso oltre i sei mesi nel caso in cui la celebrazione delle nozze sia stata rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, a discrezione del parroco che ha svolto l’istruttoria matrimoniale, a cui lo stato libero e le intenzioni dei nubendi devono continuare a constare oltre ogni ragionevole dubbio.
  13. Il Sacramento della Penitenza con la confessione individuale sia amministrato, indossando la mascherina protettiva, in spazi ampi ed areati, che consentano il pieno rispetto sia della distanza di sicurezza sanitaria che della riservatezza a protezione del sigillo sacramentale.
  14. L’Unzione degli Infermi sia amministrata indossando mascherina protettiva e guanti monouso, singolarmente e senza prevedere celebrazioni comunitarie, in ospedale soltanto dai cappellani, avvisato il personale sanitario.
  15. Riprendendo la celebrazione delle Esequie in chiesa, sempre con il corpo del defunto, salvo in singoli casi il Vescovo diocesano conceda di farle dopo la cremazione, le usanze locali di accompagnare processionalmente il feretro dalla casa o dalla posa fino alla chiesa e di qui fino al cimitero rimangono sospese.
  16. Tutte le processioni e manifestazioni esterne che possono causare assembramenti rimangono sospese; nel rispetto delle norme di questo Decreto sono ammesse tutte le altre forme di celebrazione e preghiera comunitaria, anche le Veglie per i defunti in un luogo di culto, preferibilmente evitando di farle nelle case private.
  17. La Messa crismale verrà celebrata nella Chiesa Cattedrale di Fossano giovedì 28 maggio alle ore 10, con tutte le precauzioni prescritte. Gli olii benedetti saranno distribuiti presso le Curie diocesane di Cuneo e di Fossano a partire da mercoledì 3 giugno 2020.

Tali disposizioni sono promulgate, in virtù dei cann. 8§2 e 13§1 del Codice di diritto canonico, con la pubblicazione sui siti internet ufficiali delle Diocesi di Cuneo e di Fossano ed entrano in vigore lunedì 18 maggio 2020, nonostante qualsiasi cosa contraria.

Cuneo – Fossano, 11 maggio 2020

+ Piero Delbosco

Vescovo di Cuneo e di Fossano

Pregare il S.Rosario in famiglia

Il 6 maggio 2020 il Rosario è stato guidato dai Lovera, i nostri vicini, e dai Siani, la mia famiglia. Noi viviamo in via Cascina Colombaro e già da qualche anno organizziamo il Rosario in cortile, con l’immancabile buffet di dolci e stuzzichini al termine della serata (ormai siamo famosi per questo!).

Le nostre famiglie, molto legate, hanno collaborato anche questa volta per portare avanti la tradizione e  condividere un momento di preghiera con il resto della comunità: in questo periodo non sono molte le occasioni per “stare” vicini, ma il mese di maggio, con il Rosario, permette di “essere” vicini e sostenersi a vicenda nonostante la distanza.

I preparativi hanno coinvolto ogni singolo membro delle famiglie. Gli adulti hanno scritto riflessioni ed intenzioni e hanno allestito l’angolo del giardino destinato alla statua di Maria; io, mio fratello Gabriele e la nostra vicina Elena ci siamo esercitati continuamente a suonare il canto finale con chitarre e flauto. Un altro ruolo di noi più piccoli è stato quello di leggere i brani prima di ogni mistero, che ci siamo divisi con cura. Purtroppo però, pochi minuti prima dell’inizio del Rosario, ha cominciato a piovere a dirotto: abbiamo spostato la statua della Madonna dal grazioso cantuccio che le avevamo preparato davanti alla pianta di rododendro all’atrio di casa Lovera. Il momento di preghiera è stato impreziosito dalla presenza del quadro di S. Domenico Savio, la cui ricorrenza cade proprio il 6 maggio, e dal video conclusivo di don Riccardo, un sacerdote missionario in Liberia nonché zio di Irma Lovera.

Aldilà dell’inclemenza del tempo, è stato un momento che ci ha arricchito e ci ha fatto del bene, poiché ci siamo ulteriormente uniti nella cooperazione.  Guidare il Rosario da casa nostra è stato un ottimo modo per metterci al servizio della comunità: abbiamo donato un pezzo della nostra intimità familiare, quindi del nostro mondo, affinché le altre persone riuscissero a pregare meglio e ad avvicinarsi di più a Maria.

W le FMA di Cuneo!

Quattro Figlie di Maria Ausiliatrice a Cuneo ricche di anni, aperte al dono! Felici di accogliere piccoli gesti di gratitudine e di affetto

Oh qual sorte! Siamo
“Figlie Di Maria Ausiliatrice”
“Salesiane di D. Bosco”;
Oh qual sorte più felice?

Incomincia così l’inno delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La musica è del Cardinal Cagliero, primo vescovo e cardinale salesiano. Le parole sono di Sr Felicina Fauda che scrisse nel 1913-14 quando era ispettrice del Piemonte, stimolata forse dalla imminente ricorrenza della nascita di D. Bosco. Questo canto esprime bene la gioia di essere monumento vivo della riconoscenza di D. Bosco  a Maria Ausiliatrice.
Nella festa della nostra Madre Maria Domenica Mazzarello, oggi 13 maggio 2020, questo inno ha in noi F.M.A. in questo momento così particolare del coronavirus, una risonanza particolare.
La scuola dell’infanzia e l’oratorio sono chiusi. Da più di due mesi non si sente più il vociare allegro dei bambini. Le aule, il cortile, tutto tace. Tutto è immobile? Non c’è più vita? Non c’è più missione? Assolutamente No.
Anzitutto curiamo e intensifichiamo la preghiera. Davanti a Gesù, in adorazione portiamo tutte le ansie e le angosce dell’umanità. Parliamo a Gesù dei nostri bimbi, delle famiglie, dei giovani. Imploriamo luce per i nostri governanti. Lodiamo e ringraziamo per i tanti “santi della porta accanto” che hanno dato la vita: medici, infermieri, sacerdoti, religiosi e religiose..
E poi, come tutti, ci siamo rimboccate le maniche e anche se con fatica, proprio a imitazione della nostra madre che per poter far sentire la sua vicinanza alle suore missionarie in America, in Francia e in Sicilia a 35 anni ha imparato a scrivere cerchiamo di imparare a comunicare con Instagram, Facebook, Zoom, Meet, ecc…..
Usando questi mezzi, le maestre tengono i contatti con i bambini e le famiglie attraverso brevi ma significativi video, anche noi facciamo sentire la nostra vicinanza alle famiglie e ai bambini usando gli stessi strumenti.
Accogliendo le sollecitazioni creative dei nostri fratelli salesiani, collaboriamo alle varie iniziative rivolte ai parrocchiani e in particolare ai giovani. Grazie a WhatsApp comunichiamo con le famiglie e con i bambini.

Ci commuovono le manifestazioni di affetto, le attenzioni premurose che riceviamo. C’è chi entra dal portone, sempre aperto, e lascia un pacchetto di biscotti: “Mi mancate tanto!” O una letterina con tanto di busta e francobollo confezionato a mano, con un disegno che rappresenta tutta la comunità, o un sacchettino di frutta o una torta.
Non manca il ricordo dell’ex-allieva anonima che, per la festa della mamma, ha mandato un bel vaso di fiori con la scritta ”Alla mamma del cielo e alla mamma che è in ciascuna di voi. Grazie e gioia.” Oppure il sacchetto di carote con scritto: ”da un’ex-allieva”.
Insomma siamo circondate da tanto affetto. E’ la promessa di Gesù: “Riceverete il centuplo…” che si realizza. Ci piacerebbe essere giovani, come le nostre sorelle che abbiamo conosciuto nei video proiettati in queste sere, ma siamo ricche di anni. Questo non ci impedisce di continuare a donare, felici di accogliere le vostre attenzioni di affetto e di gratitudine. Per questo andiamo avanti e cantiamo con gioia, anche in tempo di coronavirus:

Oh qual sorte! Siamo “Figlie
Di Maria Ausiliatrice”
“Salesiane di D. Bosco”;
Oh qual sorte più felice?

Sussidi di preghiera: “In cammino verso la Pentecoste”

Per vivere bene a casa questo tempo di Pasqua che ci porterà a celebrare insieme la Pentecoste in chiesa, vi inoltriamo il sussidio di preghiera proposto dalla nostra diocesi per le famiglie. E’ una buona guida per vivere il rosario in famiglia o per conto proprio affinché con Maria SS.ma, aiuto dei Cristiani, ci disponiamo ad accogliere il dono dello Spirito Santo.

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14 Maggio, giornata di preghiera e digiuno per invocare la fine della pandemia

Ai nostri fratelli che credono in Dio Creatore; ai nostri fratelli in umanità ovunque.

Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta, ossia la rapida diffusione del coronavirus (covid19). Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale grave crisi. Noi, quindi, invitiamo tutte le persone, in tutto il mondo, a rivolgersi a Dio pregando, supplicando e facendo digiuno, ogni persona, in ogni parte del mondo, a seconda della sua religione, fede o dottrina, perché Egli elimini questa epidemia, ci salvi da questa afflizione, aiuti gli scienziati a trovare una medicina che la sconfigga, e perché Egli liberi il mondo dalle conseguenze sanitarie, economiche e umanitarie della diffusione di tale grave contagio.

L’Alto Comitato propone, in conformità agli obiettivi del Documento sulla Fratellanza Umana, di fissare per giovedì 14 maggio una giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità e invita tutti i leader religiosi e le persone
nel mondo intero a rispondere a questo invito umanitario e a rivolgersi a Dio ad una sola voce, perché preservi l’umanità, la aiuti a superare la pandemia, le restituisca la sicurezza, la stabilità, la salute e la prosperità, e renda il nostro mondo, eliminata questa pandemia, più umano e più fraterno.

Dal 18 Maggio si potranno riprendere le celebrazioni liturgiche

È stato firmato giovedì 7 maggio, a Palazzo Chigi, il Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo.

La nostra comunità osserverà questo protocollo e il parroco ha convocato il consiglio pastorale parrocchiale per sabato 9 alle 10 nel cortile dell’oratorio, dotati di mascherina e guanti, per stabilire le modalità di attuazione. Nella prossima newsletter verranno date tutte le informazioni logistiche.

Il testo giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra la Conferenza Episcopale Italiana, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno – nello specifico delle articolazioni, il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci – e il Comitato Tecnico-Scientifico.

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali.

Nel predisporre il testo si è puntato a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale.

Il Protocollo – firmato dal Presidente della CEI, Cardinale Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020.

“Il Protocollo è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la CEI, dove ciascuno ha fatto la propria parte con responsabilità”, ha evidenziato il Cardinale Bassetti, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto.

“Le misure di sicurezza previste nel testo – ha sottolineato il Presidente Conte – esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura. Ringrazio la CEI per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”.

“Fin dall’inizio abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo – ha concluso il Ministro Lamorgese -: il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose”.

Riportiamo qui di seguito il testo del provvedimento firmato il 7 Maggio

Per la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, il presente Protocollo ha per oggetto le necessarie misure di sicurezza, cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

1. ACCESSO AI LUOGHI DI CULTO IN OCCASIONE DI CELEBRAZIONI LITURGICHE

1.1. L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato.

1.2. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

1.3. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che – indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

1.4. Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate.

1.5. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.

1.6. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.

1.7. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.

1.8. Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente.

1.9. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.

2. IGIENIZZAZIONE DEI LUOGHI E DEGLI OGGETTI

2.1. ì luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio delTaria.

2.2. Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati.

2.3. Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa.

3. ATTENZIONI DA OSSERVARE NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

3.1. Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio.

3.2. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro.

3.3. Tra i riti preparatori alla Comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace.

3.4. La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.

3.5.1 fedeli assicurino il rispetto della distanza sanitaria.

3.6. Per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo.

3.7. Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo.

3.8. Il richiamo al pieno rispetto delle disposizioni sopraindicate, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale si applica anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: Battesimo, Matrimonio, Unzione degli infermi ed Esequie.

3.9. Il sacramento della Penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. Sacerdote e fedeli indossino sempre la mascherina.

Nelle unzioni previste nell’amministrazione dei sacramenti del Battesimo e dell’Unzione degli infermi, il ministro indossi, oltre alla mascherina, guanti monouso.

3.10. La celebrazione del sacramento della Confermazione è rinviata.

4. ADEGUATA COMUNICAZIONE

4.1. Sarà cura di ogni Ordinario rendere noto i contenuti del presente Protocollo attraverso le modalità che assicurino la migliore diffusione.

4.2. All’ingresso di ogni chiesa sarà affisso un manifesto con le indicazioni essenziali, tra le quali non dovranno mancare:

– il numero massimo di partecipanti consentito in relazione alla capienza delì’edificio;

– il divieto di ingresso per chi presenta sintomi influenzali/respiratori, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o è stato in contatto con persone positive a SARS- CoV-2 nei giorni precedenti;

– l’obbligo di rispettare sempre nell’accedere alla chiesa il mantenimento della distanza di sicurezza, l’osservanza di regole di igiene delle mani, l’uso di idonei dispositivi di protezione personale, a partire da una mascherina che copra naso e bocca.

5. ALTRI SUGGERIMENTI

5.1. Ove il luogo di culto non è idoneo al rispetto delle indicazioni del presente Protocollo, l’Ordinario del luogo può valutare la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria.

5.2. Si ricorda la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute.

5.3. Si favoriscano le trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per la fruizione di chi non può partecipare alla celebrazione eucaristica.

Il Comitato Tecnico-Scientifico, nella seduta del 6 maggio 2020, ha esaminato e approvato il presente “Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo”, predisposto dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il presente Protocollo entrerà in vigore a far data dal giorno lunedì 18 maggio 2020.

Fidanzati a confronto nel tempo del Covid19

La quarantena come occasione per riscoprire la vera essenza della famiglia cristiana

L’equipe di animazione ha invitato le coppie dei fidanzati ad un confronto e ad una condivisione su come abbiano vissuto questo tempo di “vita di coppia forzata”. Cristina Delfino, una promessa sposa, ha scritto questo articolo.

Dopo due mesi dalla frettolosa conclusione del percorso di preparazione al matrimonio, a causa delle misure di prevenzione adottate per contrastare l’epidemia da coronavirus, sabato 2 maggio vi è stato un piacevole momento di condivisione e riflessione virtuale tra le coppie di fidanzati, Don Mauro e le coppie della parrocchia che hanno accompagnato i  futuri sposi nel loro percorso di preparazione al matrimonio cristiano.

Ogni coppia, reduce da due mesi di quarantena, più o meno esclusivamente domiciliare, ha così condiviso con i propri compagni di avventura un pensiero legato ad oggetti e parole che sono stati l’emblema dei giorni di vita vissuti da inizio marzo fino ad oggi.

Sorprendentemente, nonostante il pensiero rivolto a quelle famiglie nelle quali la crisi sanitaria ha accentuato le difficoltà di tipo economico, ogni coppia è riuscita ad apprezzare maggiormente gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi legati al disagio e alla condizione di insicurezza per il futuro che la pandemia per forza porta con sé, soprattutto per chi si sta preparando ad un passo tanto importante quanto imminente come quello del matrimonio.

Se da un lato, dunque, le coppie hanno rilevato una oggettiva incertezza legata all’impossibilità di prepararsi, anche dal punto di vista tecnico tra documenti e preparativi, al grande giorno ormai prossimo, laddove non è stato necessario il rinvio della celebrazione, le stesse si sono dichiarate entusiaste di come è stata gestita la loro vita di coppia (e talvolta anche di genitori) durante il lungo periodo del lockdown, e nella maggior parte dei casi l’elemento più apprezzato della lunga permanenza domiciliare è stata la semplice, ma non banale, possibilità di passare molto tempo insieme dedicandosi ad attività abbandonate o mai intraprese a causa della frenesia che contraddistingue le nostre vite e riscoprendo così il senso del condividere, dello stare insieme e del dialogo che in molte famiglie per tanto tempo ha dovuto farsi da parte.

Alla luce di quanto rilevato dalle coppie, Don Mauro ha quindi voluto concludere l’incontro con una riflessione incentrata sulle vocazioni, di cui il 3 maggio si è celebrata la giornata mondiale di preghiera, ed includendo in esse anche quella matrimoniale.