Dalla Liberia ci scrive don Riccardo Castellino

Tappita, 8 Febbraio 2022

Cari Amici,

Alle 19.00 del 21 Gennaio scorso posavo il piede nella Missione di Tappita, impolverato e “saccagnato” dopo il viaggio di 400 km dalla capitale. Ero stato via per più di 6 mesi …

La gioia di essere ritornato a casa era offuscata da una grande amarezza nel rivedere la realtà che mi circondava. Il primo impatto è sempre shoccante … non importa quanto a lungo sei vissuto in Africa! Avevo negli occhi e nella mente le immagini del mondo che avevo lasciato poche ore prima. Per tutto il viaggio in dissolvenza si alternavano e soprapponevano le immagini delle strade, i mezzi di trasporto, le abitazioni, le attività commerciali ed agricole del nostro mondo e quanto scorreva sotto i miei occhi!!! … Quale differenza e quanta ingiustizia. Com’è possibile che nello stesso mondo convivano situazioni così opposte!!! Non voglio essere semplicistico (o peggio ancora un semplicione!); non ignoro tutti i problemi che travagliano il mondo che mi sono lasciato alle spalle, ciò nonostante non riesco a capacitarmi come sia possibile!

Le prime impressioni dopo questo tempo di assenza?  Anzitutto l’assenza è stata solamente “fisica” … perché il pensiero e la mente non si erano mai assentati da Tappita!

L’aspetto più immediato è stato il passaggio dai -4⁰ di Torino Caselle ai +32⁰ di Roberts International Airport – Monrovia. Ero partito in piena stagione delle piogge; l’ultimo tratto di strada era percorribile solo in motocicletta con l’arrivo inzaccherato di fango; mi ritrovo in piena stagione secca con arrivo in una maschera di polvere! Per di più l’harmattan che soffia dal Nord, rende l’atmosfera estremamente secca e polverosa e spinge la temperatura fino a 36⁰ di giorno per poi scendere fino a 20⁰ di notte. Un po’ fuori del normale … effetto cambiamento climatico?

Molto più stridente è stato il contrasto nel passaggio da un mondo in cui per 6 mesi non ho sentito parlare di altro che di mascherine, distanza sociale, green pass, statistiche di ricoveri, infezioni, morti, anti-vax, quarantene, isolamento, zone bianche, gialle, rosse … a un mondo dove la vita scorre normale, qualche mascherina qua e là come misura precauzionale in ambienti particolari, più consigliata che imposta. Ti sembra di essere uscito da un incubo, di esserti svegliato dopo un brutto sogno e di respirare! Spero e prego che questa situazione duri per sempre!

Non ho potuto che apprezzare gli sforzi dei miei confratelli, che ingranando una marcia in più hanno continuato a seguire le attività nei vari settori della Missione. Li ho trovati stanchi ma sereni. Ho anche trovato la Comunità cresciuta: è arrivato un nuovo confratello, il Diacono Roman Portukai (Ucraino). Adesso siamo in 5, ma ancora e sempre più una comunità 100% internazionale!

FESTA DI DON BOSCO

Sono arrivato in tempo per le celebrazioni della Festa di Don Bosco. Parlo di “celebrazioni” al plurale, perché i vari settori della Missione l’ha celebrata con un tocco particolare. Tutto era già stato programmato e io mi sono limitato a godermi la festa!

La SCUOLA ha preso due giorni e l’ha abbinata alla celebrazione del Santo Patrono (Francesco d’Assisi), che cade all’inizio dell’anno scolastico quando l’ambiente non è ancora pronto. Il primo giorno è cominciato con la Messa di Don Bosco, seguito da attività sportive di vario genere. Tutti gli allievi, divisi in 4 gruppi (colori), hanno gareggiato fra di loro. Ogni gruppo si è cucinato il proprio pranzo e lo ha condiviso. Ai piccoli di “Mama Tullia” hanno provveduto le insegnanti.

Il secondo giorno la Scuola ha ricevuto la visita di un’ottantina di studenti di un’altra Scuola Cattolica. Hanno viaggiato su un vecchio camion, 120 km su strada sterrata, dissestata e polverosa. Avrebbero dovuto arrivare alla sera, ma a causa di un guasto sono arrivati alle 3.00 del mattino!  Le due Scuole hanno vissuto una giornata insieme con un programma educativo-ricreativo: dibattito su un tema di attualità, sfide sportive (… sempre molto accese e combattute!), serata sociale con recite e performance di vario genere.

L’ORATORIO/CENTRO GIOVANILE, che raggiunge una platea più vasta a minoranza cattolica, ha fatto un programma di carattere più ricreativo, ma sempre a scopo educativo. Spicca fra tutte la tradizionale “Maratona Don Bosco”. Tra una attività e l’altra non sono mancati messaggi di carattere religioso, come semi gettati in attesa che germoglino.

La PARROCCHIA si è limitata alla Messa Solenne del Santo. Il grande momento celebrativo per la Parrocchia è la Festa Patronale: San Francesco d’Assisi. Uno dei villaggi, che ha la chiesetta dedicata a Don Bosco, ha avuto la visita del Parroco e una celebrazione tutta speciale.

NUOVI SVILUPPI

L’unico lavoro in corso per il momento è la costruzione degli Uffici Parrocchiali. Non è una grande struttura, ma procede a rilento e richiederà del tempo, perché è affidata totalmente alla responsabilità dei Parrocchiani … e noi sappiamo bene qual è la loro situazione finanziaria e la capacità di contribuire a questo progetto. Ma prima o poi ce la faranno.

Il Luglio scorso è stata posta la prima pietra o, come si usa qui, è stata data la prima picconata. Durante la stagione delle piogge non si è fatto niente per la difficoltà di reperire il cemento e per il suo costo esorbitante. Con l’arrivo della stagione secca i lavori sono iniziati e sono in corso.

Speriamo presto di iniziare la seconda fase dell’asilo “Mama Tullia”. Servono delle aule e servizi igienici in più.

Cari Amici,

Durante tutto il tempo che sono stato in Italia ho ricevuto grande attenzione da tantissime persone: confratelli, famigliari, amici … In molti casi questa attenzione si è anche tradotta in gesti di solidarietà a sostegno della Missione. Non ho parole per ringraziarvi, e per quante parole usassi non credo riuscirei ad esprimere tutta la mia riconoscenza. Io credo ancora nel valore della preghiera. E tante volte mi son sentito dire anche da voi … “solo una preghiera”. Qualcuno di voi mi ha anche confidato problemi e preoccupazioni che sembrano non avere soluzioni senza un intervento speciale del Signore. Altri mi hanno chiesto di celebrare Sante Messe in suffragio dei loro cari. Vi assicuro che non mancherò di soddisfare tutte queste vostre richieste.

Ogni giorno la comunità salesiana prega per i suoi benefattori. Personalmente non mi limito a questo. Mi sono fatto una lunga lista di persone/famiglie che ho incontrato e ogni giorno prego per una di loro in particolare. Se qualcuno si accorge che qualcosa di bello “inaspettatamente” si verifica nella propria vita o nella sua famiglia … chissà che non sia anche per questa mia povera preghiera!!!

Io sto molto bene.

Vi saluto tutti caramente.

Don Riccardo, sdb.

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